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Apple dovrà pagare una multa da 98 milioni di euro: ha sfavorito la concorrenza su App Store

L’Agcom ha emesso una multa di oltre 98 milioni di euro nei confronti di Apple, accusandola di aver leso gli interessi dei suoi partner commerciali che distribuiscono le loro app su App Store.
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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom), ha multato Apple per oltre 98 milioni di euro per abuso di posizione dominante. Secondo l'autorità, attraverso la sua policy per la privacy, l'App Tracking Transparency (ATT), la società di Cupertino avrebbe attuato una condotta restrittiva della concorrenza, ovvero a svantaggio di fatto degli interessi degli sviluppatori terzi di app distribuite sull'App Store.

Il valore esatto della multa è di 98.635.416,67 euro ed è stata emessa nei confronti delle società Apple Inc., Apple Distribution International Ltd e Apple Italia S.r.l. Secondo l'Agcom la società avrebbe violato l'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), che vieta infatti alle imprese operanti nei Paesi Ue "lo sfruttamento abusivo" di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte di questo.

La sanzione è l'esito di un'istruttoria che l'Agcom ha svolto insieme alla Commissione europea, le altre Autorità nazionali della concorrenza e il Garante per la Protezione dei Dati Personali.

I motivi della sanzione

La violazione da parte di Apple sarebbe avvenuta nel mercato delle piattaforme per distribuire app su sistema operativo iOS, settore in cui Apple, essendo proprietaria di App Store ha chiaramente una posizione dominante. Se infatti una qualsiasi impresa vuole vendere o distribuire la sua app su iPhone o iPad deve per forza passare tramite l'App Store di proprietà di Apple. Nello specifico, Apple avrebbe abusato della sua posizione applicando una condotta restrittiva, quindi sfavorevole, nei confronti della concorrenza attraverso la sua policy della privacy, ovvero l'App Tracking Transparancy (ATT).

Nello specifico la condotta restrittiva riguarderebbe il punto che obbliga gli sviluppatori che distribuiscono le loro app su App Store a richiedere agli utenti di uno specifico consenso al trattamento dei dati personali imposto da Apple, che viene identificato come ATT prompt. Ma essendo questo consenso non abbastanza completo per rispondere a tutti i requisiti imposti dalla normativa della privacy – spiega l'Agcom – gli sviluppatori sono obbligati a presentare agli utenti un secondo consenso.

Il problema del doppio consenso dei dati

Secondo l'Agcom la condotta da parte di Apple di imporre l'ATT prompt viola l'articolo 102 e configura un abuso di posizione dominante, in quanto "le condizioni dell’ATT policy sono imposte unilateralmente, sono lesive degli interessi dei partner commerciali di Apple e non sono proporzionate per raggiungere l’obiettivo di privacy, così come asserito dalla società".

Queste condizioni limiterebbero infatti la possibilità di raccolta e utilizzo dei dati personali da parte degli sviluppatori terzi. Ma dato che la raccolta dati è fondamentale per personalizzare la pubblicità e la vendita di spazi pubblicitari nelle proprie piattaforme è una parte fondamentale dell'attività degli sviluppatori, le condizioni imposte da Apple causerebbero "un pregiudizio all'attività degli sviluppatori".

In sostanza secondo Agcom Apple avrebbe infatti potuto garantire lo stesso livello di privacy agli utenti, permettendo agli sviluppatori di chiedere il consenso alla profilazione una sola volta.

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