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Aperti i primi quartieri abitati da robot: come funzionano le prime città ibride

Shenzhen inaugura la prima zona urbana robot-friendly della Cina, trasformando la città in un laboratorio a cielo aperto per testare la convivenza tra umani e robot.
A cura di Elisabetta Rosso
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Robot che camminano per strada, entrano nei negozi o si siedono sulle panchine di un parco. Non è fantascienza, ma un nuovo esperimento urbano cinese. L'obiettivo è creare quartieri ibridi per testare la convivenza tra umani e robot, un laboratorio a cielo aperto per testare l’intelligenza artificiale agentica. Shenzhen, metropoli tecnologica del Guangdong, guida questa trasformazione, aprendo la prima “zona robot-friendly” del Paese.

L’iniziativa, presentata durante la Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area Artificial Intelligence and Robotics Industry Conference, rappresenta un tassello chiave della visione cinese per accelerare l’adozione dei robot umanoidi e rafforzare la propria posizione nella competizione globale sull’intelligenza artificiale.

La città come laboratorio: il modello “1+1+N”

Secondo quanto riportato da fonti istituzionali e dalla stampa cinese, il progetto rientra in un piano più ampio chiamato “Guangdong Embodied Intelligence Training Ground 1+1+N”, pensato per sviluppare e addestrare robot capaci di percepire, apprendere e agire nel mondo fisico in modo autonomo.

Il modello “1+1+N” prevede un centro di addestramento provinciale, affiancato da un centro di gestione e coordinamento, e una zona dimostrativa: il primo distretto urbano cinese progettato per l’interazione quotidiana tra cittadini e robot. Qui, i sistemi robotici potranno muoversi per le strade, quartieri residenziali e spazi pubblici, affrontando situazioni reali come il traffico pedonale o i servizi di consegna. L’obiettivo è creare un ecosistema coordinato che consenta ai robot umanoidi di essere formati in contesti diversi e realistici, accelerando l'ingresso dei robot umanoidi sul mercato.

I primi test a Shenzen

L’approccio basato su scenari reali permette di migliorare le prestazioni dei robot programmati per la produzione, la logistica urbana, la sicurezza e l’assistenza sociale, settori in cui la domanda di automazione è in forte crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione e della carenza di manodopera qualificata.

Shenzen non è una città scelta a caso. La provincia del Guangdong è da anni uno dei principali poli industriali e tecnologici della Cina. Negli ultimi anni, le autorità provinciali hanno introdotto politiche mirate per sostenere il settore della robotica e dell’IA. La regione, infatti, produce oltre il 40% dei robot industriali cinesi e circa l’80% dei robot di servizio. Nei primi dieci mesi del 2025, le fabbriche locali hanno prodotto circa 260 mila robot industriali e quasi 13 milioni di unità destinate ai servizi.

La sfida dei robot intelligenti e l’ambizione globale della Cina

Il mercato dei robot intelligenti è in crescita. Secondo un rapporto Morgan Stanley, dovrebbe arrivare a oltre 108 miliardi nel 2028, confermando la Cina come uno dei principali protagonisti mondiali di questa trasformazione tecnologica.

La competizione è anche geopolitica: se gli Stati Uniti mantengono un vantaggio nella ricerca avanzata grazie alle restrizioni sull’esportazione di chip, la Cina punta sulle applicazioni pratiche. Diverse città, tra cui Pechino e Shanghai, hanno stanziato fondi miliardari per sostenere l’industria della robotica, mentre il governo nazionale prevede investimenti massicci nei prossimi anni.

Nel 2025 il mercato dei robot umanoidi potrebbe avvicinarsi ai 8,2 miliardi (circa 1 miliardi di euro). In questo scenario, il quartiere robot-friendly di Shenzhen rappresenta non solo un esperimento urbano, ma anche un tassello chiave della strategia cinese.

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