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Violentissimo brillamento solare provoca blackout radio negli USA: cos’è successo

La grande macchia solare AR 3354 ha sprigionato un brillamento di Classe X che ha provocato un blackout radio lungo la costa occidentale degli USA e nel Pacifico. È solo un assaggio dei potenziali disastri che potrebbe scatenare il Sole durante questa fase di intensa attività magnetica.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Solar Dynamics Observatory (SDO) / NASA
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Un brillamento solare di Classe X, la più potente, ha provocato un blackout radio lungo la costa occidentale degli Stati Uniti d'America e in larga parte dell'Oceano Pacifico. L'evento, come spiegato da spaceweather.com, potrebbe essersi protratto per oltre 30 minuti. Tra gli Stati interessati la California, il Nevada, l'Oregon e l'Alaska. Sebbene di breve durata e con effetti tutto sommato lievi, il blackout è stato un “assaggio” dei problemi che può scatenare il Sole attraverso la sua intensa attività magnetica.

Il brillamento di Classe X 1.0 è stato scatenato dalla grande macchia solare AR 3354, sotto stretta osservazione degli esperti. Fortunatamente non è più direttamente rivolta verso la Terra, tuttavia è considerata ancora pericolosa, proprio perché ospita un peculiare campo magnetico (definito dagli esperti “beta-gamma-delta”) sufficientemente energetico da scatenare brillamenti di Classe X, come indicato la categoria più violenta in assoluto. Quello responsabile del blackout radio ha colpito esattamente alle 01:14 ora italiana del 3 luglio, ovvero le 23:14 del 2 luglio del Tempo Coordinato Universale (UTC).

Credit: Solar Dynamics Observatory (SDO) / NASA
Credit: Solar Dynamics Observatory (SDO) / NASA

Fortunatamente il flusso di particelle sprigionato dal brillamento, che è esploso con un'energia paragonabile a decine di milioni di bombe atomiche, non è stato accompagnato da un'espulsione di massa coronale o CME, ovvero un'espulsione di materiale dalla corona solare. È il vento solare caratterizzato da un flusso di particelle cariche elettricamente (plasma) particolarmente energetico e in grado di scatenare tempeste geomagnetiche sulla Terra. I brillamenti sono invece eruzioni che coinvolgono la fotosfera e sono legati – come le CME – alle tumultuose connessioni e riconnessioni delle linee del campo magnetico della stella.

Se da diverso tempo si susseguono eventi di questo tipo non c'è da stupirsi. Il Sole ha infatti un ciclo di 11 anni in cui raggiunge un minimo e un massimo della sua attività magnetica. In questo momento ci stiamo dirigendo verso il picco massimo, atteso dagli esperti per l'estate del 2025. Durante questa fase eventi come brillamenti, espulsioni di massa coronale e formazione di macchie solari sono più intensi e frequenti. Ciò può rappresentare un potenziale pericolo per la Terra perché aumenta sensibilmente il rischio di tempeste geomagnetiche di classe G5, le più devastanti e potenzialmente catastrofiche.

La tempesta geomagnetica più potente e dannosa mai osservata dagli astronomi si verificò il 1 settembre del 1859 ed è indicata nei libri di storia come “Evento di Carrington”, dal nome dello studioso di macchie solari Richard Carrington. Fu talmente potente che fece prendere fuoco alle linee telegrafiche – il sistema di comunicazione principale dell'epoca – e molti operatori presero la scossa. Il flusso di vento solare fu così potente che l'aurora boreale fu visibile anche a Roma. Un evento del genere ai giorni nostri, dove la tecnologia è onnipresente, secondo gli esperti potrebbe spedirci nel Medioevo per settimane o addirittura mesi. Resteremmo infatti senza corrente, internet e comunicazioni satellitari. L'aspetto più inquietante è che in un contesto di caos generale alcuni Paesi potrebbero cogliere l'occasione per scatenare una guerra.

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