Un polmone di maiale è stato trapiantato in un essere umano: è la prima volta nella storia

Gli xenotrapianti consistono nel trapiantare un organo o un tessuto proveniente da una specie animale a un essere umano. Si tratta di un ambito ancora in via di sperimentazione, ma su cui la ricerca scientifica sta investendo molto: la speranza è infatti che questi riescano a risolvere il problema della carenza di organi disponibili a fronte delle migliaia di persone che ogni anno ne avrebbero bisogno per trattare condizioni di salute potenzialmente letali.
Dopo diversi tentativi di trapianto di reni da maiali geneticamente modificati – l'ultimo, quello effettuato in una donna dell'Alabama, ha funzionato per quattro mesi – è stato realizzato il primo trapianto di un polmone di maiale in essere umano cerebralmente morto. Lo hanno eseguito i ricercatori dell'ospedale universitario The First Affiliated Hospital of Guangzhou Medical University, in Cina, utilizzando un polmone da maiale geneticamente modificato per ridurre il rischio di rigetto. Anche se il polmone è stato rimosso dopo nove giorni, dopo aver riportato diversi danni, si tratta comunque di una prima volta storica che alimenta le aspettative verso gli xenotrapianti di polmoni.
Com'è avvenuto il trapianto
Anche se la pubblicazione dei risultati su Nature Medicine è avvenuta soltanto ora, il trapianto è stato effettuato più di un anno fa, nel maggio 2024, in un uomo di 39 anni in stato di morte cerebrale in seguito a emorragia cerebrale.
Un articolo dell'American Association for the Advancement of Science spiega che il polmone in questione è stato fornito da ClonOrgan, un'azienda biotecnologica cinese specializzata nell’umanizzare – ovvero rendere compatibili per l’uomo – organi di maiali. Questo avviene attraverso tecniche di editing genetico che vanno a rimuovere quei geni associati a caratteristiche negli organi che aumentano il rischio di incompatibilità e quindi di rigetto qualora trasferiti nell’uomo. In questo caso specifico, il polmone utilizzato proveniva da un maiale in cui erano stati modificati sei geni: tre erano stati soppressi per eliminare gli zuccheri della superficie cellulare non trovati negli esseri umani che possono innescare rigetti iperacuti, mentre erano stati aggiunti tre geni umani per inibire la pericolosa coagulazione del sangue e la cascata del complemento.
I risultati
Appena trapiantato, il polmone ha funzionato, riuscendo a svolgere le sue normali funzioni, ovvero fornire ossigeno ed eliminare l’anidride carbonica, superando quindi l’ipotesi di rigetto immediato. Questo è stato già un importante risultato perché i trapianti, anche quando sono da uomo a uomo, sono interventi molto delicati e il rischio di rigetto per effetto della risposta del sistema immunitario è elevato. Tuttavia, dopo 24 ore il polmone ha subito un attacco immunitario che ha causato un grave edema e, nei giorni successivi, il sistema immunitario ha continuato a reagire, causando diversi danni. Alla fine, i medici hanno dovuto rimuovere il polmone dopo nove giorni e, seguendo le disposizioni della famiglia, hanno staccato i supporti vitali che tenevano in vita l’uomo.
Questo primo tentativo, pur rappresentando un passo importante, lascia aperte chiariscono i ricercatori – molte questioni, ma allo stesso tempo non chiude completamente le porte alla ricerca sugli xenotrapianti di polmoni: "Sebbene questo studio dimostri la fattibilità dello xenotrapianto polmonare da maiale a uomo – si legge nello studio su Nature – rimangono sfide sostanziali relative al rigetto e all’infezione degli organi e sono necessari ulteriori studi preclinici prima della traduzione clinica di questa procedura."