Un nuovo dispositivo rileva i disturbi gengivali da un campione di saliva

I disturbi gengivali che di solito vengono identificati dal dentista sulla base di sintomi, come la sensibilità, il sanguinamento o il gonfiore delle gengive, e nei casi più gravi, di un certo grado di mobilità dei denti, potrebbero presto essere rilevati in maniera più rapida e accurata mediante un nuovo dispositivo di diagnosi precoce. Il suo sviluppo si deve a un team di ricerca dell’Università di Birmingham, nel Regno Unito, che ha messo a punto un prototipo in grado di identificare una serie di disturbi gengivali, come la gengivite e, soprattutto, la parodontite, una malattia gengivale molto diffusa, causata da un’infezione batterica che, se non curata, porta con sé conseguenze molto pesanti, come la perdita dei denti.
Più comune con l’avanzare dell’età (si stima che il 50% degli over 60 abbia una malattia paradontale almeno in forma lieve), la parodontite non trattata può avere effetti gravi anche sul resto dell’organismo, dove si correla con una risposta infiammatoria che influenza il decorso di altre condizioni.In presenza, ad esempio, di diabete di tipo 2, la parodontite aumenta il rischio di insufficienza cardiaca, mentre nelle malattie cardiovascolari aumenta il rischio di ictus o insufficienza cardiaca. Va quindi da sé che per le persone con queste e altre condizioni, così come per le persone in salute, la diagnosi precoce e il trattamento delle malattie gengivali siano una priorità.
I disturbi gengivali rilevati grazie a un campione di saliva
Il nuovo dispositivo sviluppato dai ricercatori britannici consiste in una sonda speciale e un rilevatore che indica la presenza di malattie gengivali e la loro gravità a partire da un semplice campione di saliva. “Rileva la parodontite in modo veloce e semplice, ed è applicabile a una varietà di contesti sanitari, aprendo opportunità di monitoraggio e di rapido intervento nei pazienti con comorbidità, che trarrebbero il massimo beneficio da un trattamento precoce della parodontite” ha affermato il professor Tim Albrecht della School of Chemistry dell’Università di Birmingham che, insieme alla dott.ssa Melissa Grant della School of Dentistry, ha ideato una nuova tecnica.
Il rilevamento, in particolare, è possibile grazie alla misurazione quantitativa di una serie di proteine presenti nella saliva, identificate all’inizio del 2022 come biomarcatori della presenza di malattie gengivali e della loro gravità. “La capacità di rilevare e profilare i biomarcatori della malattia gengivale in tempo reale consentirà il monitoraggio della gravità della malattia e in particolare la transizione dalle forme più lievi a quelle più gravi – ha aggiunto la dott.ssa Grant – . Ciò andrà a beneficio non solo della salute dentale, ma ridurrà anche i costi, individuando i pazienti per i quali il trattamento parodontale potrebbe, nel lungo termine, rivelarsi salvavita”.