Un curioso frutto di mare migliora memoria e salute del cervello nei test di laboratorio

Un curioso frutto di mare può migliorare la memoria e la salute del cervello: lo dimostrano i risultati di alcuni test di laboratorio, in cui i ricercatori hanno valutato gli effetti di un composto estratto dall’Halocynthia roretzi, un’ascidia marina più conosciuta come “ananas di mare” e consumata soprattutto in Giappone, dove è nota come hoya o maboya. Questo composto è il plasmalogeno, un tipo di lipide (grasso) presente nelle membrane cellulari di molti organi umani, tra cui cervello, reni, muscoli e polmoni.
Con l’età, la quantità di plasmalogeni nel cervello tende a diminuire, e questo calo è stato collegato al declino cognitivo e a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Per questo motivo, da tempo gli scienziati stanno studiando se ripristinarne i livelli di questo lipide possa aiutare invertire l’invecchiamento delle funzioni cerebrali.
Nel nuovo studio, pubblicato su Frontiers in Molecular Biosciences, un team di ricercatori cinesi ha somministrato plasmalogeni derivati dall’ananas di mare a topi anziani. Dopo alcune settimane di trattamento, gli animali hanno mostrato un netto miglioramento della memoria nei test comportamentali, oltre a una maggiore crescita di nuovi neuroni e una riduzione dell’infiammazione cerebrale.
Secondo gli autori dello studio, i plasmalogeni agiscono rafforzando le membrane delle cellule nervose e modulando la risposta infiammatoria: questi effetti avrebbero permesso al cervello dei topi di recuperare parte della funzionalità sinaptica persa con l’età.
Plasmalogeni: i lipidi dell’ananas di mare che invertono l’invecchiamento cerebrale
Sebbene si tratti ancora di esperimenti in modelli animali, lo studio suggerisce che i plasmalogeni contenuti nell’ananas di mare possano svolgere un ruolo importante nel proteggere la salute del cervello umano, aprendo la strada a nuove strategie di prevenzione dell’invecchiamento cognitivo.
Questi lipidi hanno una struttura particolare, che li che li rende essenziali per la stabilità e la comunicazione delle cellule neuronali. “Oltre a costituire una parte importante delle membrane cellulari – spiegano gli autori dello studio – i plasmalogeni possono agire come antiossidanti naturali, proteggendo il cervello dallo stress ossidativo e dall’infiammazione cronica”.
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche osservato che la somministrazione di plasmalogeni derivati dall’Halocynthia roretzi ha aumentato l’attività di geni legati alla neurogenesi e ridotto i livelli di citochine infiammatorie, molecole associate al deterioramento cognitivo.
“Questi risultati suggeriscono per la prima volta che i plasmalogeni possono essere una potenziale strategia di intervento per arrestare la neurodegenerazione e promuovere la neurorigenerazione– affermano gli studiosi -. I primi studi clinici suggeriscono benefici simili nelle donne con lieve declino cognitivo, ma sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare questi effetti anche negli esseri umani”.