Un casco a ultrasuoni per trattare i sintomi motori del Parkinson: il progetto di uno studio decennale

Dopo 12 anni di lavoro un gruppo di ricercatori dell'Oxford University e dell'University College London (UCL) è riuscito a sviluppare un casco a ultrasuoni che potrebbe aprire nuove strade nel trattamento delle patologie neurologiche, tra cui la malattia di Parkinson, e dei disturbi psichiatrici.
Dopo averlo sviluppato, i ricercatori lo hanno infatti sperimentato per la prima volta su sette volontari: i risultati, appena pubblicati sulla rivista Nature Communications, sebbene siano necessari ulteriori conferme, sono incoraggianti.
Come funziona il nuovo dispositivo
A differenza di altre metodologie oggi impiegate per trattare il Parkinson, questo innovativo casco offre un sistema di stimolazione ultrasonica transcranica che – secondo i ricercatori – potrebbe offrire una metodologia non invasiva e sostituirsi ad esempio a tecniche come la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation o DBS), utilizzata nel trattamento del Parkinson.
La DBS è infatti un trattamento chirurgico finalizzato a ridurre i sintomi motori propri di questa malattia, tra cui le contrazioni muscolari involontarie e il tremore essenziale. Ma si tratta di un intervento molto invasivo che consiste "nell'impianto chirurgico di elettrocateteri – spiega il sito della Fondazione Humanitas – nelle aree del cervello deputate al controllo dei movimenti, e, inoltre, di un dispositivo medico, simile a un pacemaker cardiaco, vicino alla clavicola o nella regione addominale". In questo modo gli impulsi elettrici che vengono inviati da quest'ultimo agli elettrodi collocati nelle aree cerebrali riescono a bloccare i segnali neurologici che causano i sintomi motori.
Le possibili applicazioni future
L'obiettivo del nuovo casco, dotato di 256 sorgenti luminose, è sostanzialmente lo stesso, ma punta a realizzarlo senza intervenire chirurgicamente. Si tratta infatti di un casco che, una volta inserito, riesce a colpire e quindi a trattare regioni del cervello 30 volte più piccole rispetto ai precedenti dispositivi per ultrasuoni cerebrali profondi.
La sperimentazione condotta sui sette volontari ha verificato gli effetti della stimolazione attraverso il casco concentrandosi sull'area del nucleo genicolato laterale (LGN), un'area del cervello che svolge un ruolo centrale nella rielaborazione delle informazioni visive, e le regioni della corteccia visiva connesse. Gli esperimenti hanno dimostrato che la stimolazione tramite il casco riusciva a ridurre l'attività della corteccia visiva.
"L'equivalente nei pazienti con Parkinson sarebbe quello di agire su una regione del controllo motorio e vedere scomparire i tremori", ha spiegato al Guardian la prima autrice dello studio, la professoressa Charlotte Stagg della Oxford University. L'obiettivo e la speranza dei ricercatori è quindi quella di continuare a lavorare al dispositivo in modo tale che un giorno riuscirà a fare lo stesso con le aree cerebrali coinvolte nel controllo del movimento.