Oggetto interstellare 3I/ATLAS

Tutta la stramba storia di 3I/ATLAS: la cometa interstellare scambiata per una nave aliena

Dalle nuove immagini NASA alle analisi del James Webb: cosa sappiamo davvero sulla cometa al centro del dibattito scientifico. In questo video abbiamo riassunto tutto quello che è stato detto nelle ultime settimane, compresa l’ipotesi di Avi Loeb secondo cui 3I/ATLAS sarebbe un’astronave.
A cura di Elisabetta Rosso
0 CONDIVISIONI
3I/ATLAS fra le stelle. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/K. Meech/ Jen Miller/Mahdi Zamani
3I/ATLAS fra le stelle. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/K. Meech/ Jen Miller/Mahdi Zamani
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Negli ultimi giorni la NASA ha diffuso nuove immagini di 3I/ATLAS, un oggetto celeste proveniente da un altro sistema stellare che sta attraversando il nostro Sistema Solare alimentando curiosità scientifica, meraviglia e, inevitabilmente, anche teorie più stravaganti. Si tratta di un evento raro: 3I/ATLAS è infatti il terzo corpo interstellare mai osservato in transito nelle vicinanze della Terra, dopo ʻOumuamua nel 2017 e la cometa 2I/Borisov nel 2019.

Scoperta nel luglio 2025 3I/ATLAS ha subito attirato l’attenzione degli astronomi per la sua traiettoria anomala e per l’elevatissima velocità, stimata in oltre 220.000 chilometri orari. Le analisi del telescopio spaziale James Webb mostrano che ha una composizione mai vista prima: tantissima anidride carbonica, acqua e monossido di carbonio che evaporano anche quando la cometa è lontana dal Sole e una luce polarizzata che non coincide con ciò che ci aspettiamo dalle comete tipiche.

Queste caratteristiche anomale sono state la base di partenza per una teoria che mischia astronavi, alieni e oggetti artificiali che viaggiano nello spazio. A sollevare il dubbio sulla natura di 3I/ATLAS è stato Avi Loeb, astrofisico di Harvard di fama internazionale, con contributi enormi allo studio dei buchi neri e della cosmologia. Negli ultimi anni ha iniziato a esplorare pubblicamente un’idea: e se alcuni oggetti interstellari fossero tecnologia aliena? Ma cerchiamo di capire meglio la vera natura di 3I/ ATLAS. 

Cosa sappiamo su 3I/ATLAS

L’analisi del moto di 3I/ATLAS ha escluso ogni legame gravitazionale con il Sole, confermando che si tratta di un visitatore proveniente dallo spazio interstellare, probabilmente espulso miliardi di anni fa dal suo sistema d’origine. Secondo i modelli orbitali segue una traiettoria iperbolica, destinata a riportarla definitivamente nello spazio profondo una volta concluso il suo breve passaggio. Il punto di massimo avvicinamento al Sole è stato raggiunto alla fine di ottobre 2025, mentre il momento di minima distanza dalla Terra è previsto per il 19 dicembre, quando transiterà a circa 270 milioni di chilometri dal nostro pianeta: una distanza di sicurezza che esclude qualsiasi rischio.

Le osservazioni condotte da telescopi spaziali come Hubble e James Webb, insieme a potenti strumenti terrestri, hanno permesso di delineare un primo identikit dell’oggetto. Le dimensioni del nucleo ghiacciato restano incerte, ma le stime oscillano tra alcune centinaia di metri e poco più di cinque chilometri di diametro. La sua chioma, ovvero l’involucro gassoso che si forma quando una cometa si avvicina al Sole, rivela una composizione insolita: un’abbondanza anomala di anidride carbonica e monossido di carbonio, accompagnati da vapore acqueo e polveri, suggerisce che 3I/ATLAS si sia formata in condizioni molto diverse da quelle tipiche delle comete del nostro Sistema Solare.

Questo dato rappresenta uno degli aspetti più interessanti dal punto di vista scientifico. Studiare un corpo nato attorno a un’altra stella significa poter analizzare, per la prima volta in modo diretto, campioni di materia provenienti da un ambiente cosmico “estraneo”, offrendo indizi preziosi sulla diversità dei processi di formazione planetaria nella Via Lattea.

La teoria dell'astronave aliena

Come spesso accade con fenomeni rari e poco conosciuti sono state elaborate anche teorie più stravaganti, come l'ipotesi di Loeb sulla natura artificiale della cometa. L'astrofisico non sta dicendo che 3I/ATLAS è sicuramente un’astronave aliena, secondo Loeb però la scienza deve testare anche le ipotesi meno probabili, soprattutto quando i dati presentano anomalie reali.

Nel caso di 3I/ATLAS, Loeb ha evidenziato alcune anomalie curiose, come la composizione, la luminosità variabile, la dimensione delle code e una piccola accelerazione non dovuta solo alla gravità che potrebbero suggerire una natura artificiale. La comunità scientifica, invece, è molto più cauta: finora non c’è nessuna evidenza concreta che indichi un’origine artificiale. Tutti i comportamenti osservati possono essere spiegati con processi naturali. Come ha spiegato l’astrofisico Paolo De Bernardis in un’intervista su Fanpage.it non ci sono elementi a sostegno della tesi di Loeb.

Perché la cometa è così importante

Il passaggio di 3I/ATLAS rappresenta un’occasione irripetibile. Ogni dato raccolto in queste settimane contribuirà a costruire una mappa più completa dei materiali dello spazio interstellare e ad ampliare la nostra comprensione della storia chimica e dinamica della galassia. 3I/ATLAS è un caso di studio esemplare: un corpo raro, utile a testare strumenti, teorie e metodologie dell’astronomia moderna. La sua osservazione segna un ulteriore passo nel processo, lento ma costante, con cui la scienza ricostruisce la complessa architettura della nostra galassia.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views