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Tumori, in Italia i decessi diminuiscono ma al Sud c’è ancora un problema: cosa dicono i dati per il 2025

I dati per il 2025 segnalano in Italia una riduzione del 9% dei decessi legati al cancro. Al Sud però ancora molte persone si spostano fuori regione per gli interventi legati al tumore della mammella.
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Ci sono diverse buone notizie sull'andamento dei casi di tumore diagnosticati in Italia negli ultimi anni, anche se resistono alcune criticità, soprattutto al Sud. È questo il quadro che emerge dal report annuale "I numeri del cancro in Italia", realizzato dalle principali associazioni di oncologia italiane, tra cui l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).

Anche se il numero delle nuove diagnosi nel 2025 risulta stabile rispetto al 2024, la mortalità legata ai tumori continua a diminuire. Buone notizie arrivano anche dalla Commissione europea che ieri ha confermato un calo complessivo dei nuovi casi di tumori nei Paesi Ue dell'1,7% e del 2,7% in Italia. Anche i tassi di sopravvivenza a 5 anni per i tumori più frequenti, tra cui il tumore alla mammella, al colon-retto e al polmone, sono migliori della media europea.

Decessi in calo del 9%

Nel 2025 in Italia sono state stimate circa 390.000 nuove diagnosi di cancro, un numero in linea con il 2024, ma che conferma il calo complessivo in atto negli ultimi anni. Questo fenomeno è in parte dovuto alla riduzione dei nuovi casi nella popolazione maschile, ma anche alla complessiva diminuzione della popolazione.

Ma le buone notizie riguardano soprattutto il tasso complessivo di mortalità oncologica che nell'ultimo decennio è diminuito complessivamente in tutto il Paese del 9%. Per alcune neoplasie questo trend è ancora più significativo: nello specifico, i decessi dovuti al tumore al tumore del polmone sono diminuiti del 24% (quasi un quarto in meno), mentre quelli legati al tumore al colon-retto del 13%.

I dati sull'adesione ai programmi di prevenzione

Un'altra buona notizia riguarda l'adesione da parte dei cittadini ai programmi di prevenzione secondaria, sia complessivamente in tutto il Paese che nello specifico nel Sud. Lo mostrano i dati degli ultimi cinque anni: dal 2020 al 2025 l'adesione nazionale allo screening mammario è aumentato del 20%, passando dal 30 al 50%, mentre è praticamente raddoppiata l'adesione al test del sangue occulto nelle feci, esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto, passando dal 17% al 33%. Sono di più anche le donne che si sottopongono al Pap test, raccomandato per la prevenzione del tumore alla cervice uterina: nel 2020 l'adesione è stata del 23%, nel 2025 del 51%.

Molti positivi sono i risultati registrati nel Sud, dove da sempre l'adesione ai programmi di screening oncologici è più bassa rispetto al resto del Paese: anche se i dati registrati continuano a essere sotto la media nazionale, in questi ultimi cinque anni ci sono stati miglioramenti importanti: in questo periodo il tasso di adesione ai programmi di prevenzione secondaria nelle regioni meridionali è infatti triplicata.

Il problema della mobilità sanitaria

Sempre al Sud persistono però – segnala il report – alcune criticità importanti, prima tra tutti l'elevata mobilità sanitaria regionale per la chirurgia mammaria,  ovvero il numero di persone che si sposta per motivi legati alla salute per operarsi al tumore alla mammella.

Al Sud infatti il numero di pazienti che si sposta fuori dalla sua ragione per questo tipo di interventi è tre volte più alto di quello registrato al Nord. La chirurgia mammaria fuori regione nelle al Sud è infatti del 15%, mentre la media nazionale è dell'8% e al Nord è ancora più bassa, del 5%. In alcune regioni tuttavia il fenomeno è ancora più allarmante: ad esempio in Calabria la percentuali degli interventi di questo tipo effettuati fuori regione sfiora il 50%.

"È fondamentale investire in prevenzione, per puntare a ridurre il numero di chi si ammala e contribuire alla sostenibilità del servizio sanitario" ha commentato il presidente Aiom Massimo Di Maio, sottolineando l'urgenza di potenziale le risorse destinate alla sanità.

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