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Trapianto di cuore “rianimato” salva un bambino di 3 mesi, primo caso pediatrico al mondo

Un piccolo cuore rianimato su tavolo operatorio è stato trapiantato con successo in un bambino di 3 mesi: l’approccio innovativo supera gli ostacoli della donazione a cuore fermo nei pazienti pediatrici, offrendo nuova speranza ai piccoli in lista di attesa.
A cura di Valeria Aiello
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Un trapianto di cuore unico nel suo genere ha salvato la vita di un bambino di 3 mesi, segnando un importante passo in avanti negli interventi pediatrici basati sulle donazioni a cuore fermo. Questo tipo di procedura, che permette la rianimazione cardiaca dopo la morte cardiocircolatoria del donatore (DCD), consente di recuperare la funzionalità del cuore dopo i minuti di arresto cardiaco previsti per legge, superando gli ostacoli legati alle dimensioni dei dispositivi utilizzati nei trapianti di cuore in adulti e adolescenti, troppo grandi per adattarsi al cuore dei neonati.

L’approccio, denominato di rianimazione su tavolo operatorio, rianima temporaneamente il cuore del donatore fuori dal corpo, utilizzando una macchina cuore-polmone (ossigenazione extracorporea a membrana, ECMO), dando inoltre ai chirurghi la possibilità di valutare la vitalità dell’organo prima del trapianto. In ambito pediatrico, l’impiego di questa procedura rappresenta novità assoluta, che offre nuova speranza ai piccoli pazienti in lista di attesa.

Il primo trapianto pediatrico di cuore “rianimato”

Il primo trapianto pediatrico di cuore rianimato su tavolo operatorio è stato condotto su un bambino di 3 mesi dal team della Duke University di Durham, guidato dal professor Joseph Turek, primario di chirurgia cardiaca pediatrica presso la Duke Health.

L’intervento, descritto in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, è il unico nel suo genere, sebbene i trapianti da donatori a cuore fermo abbiamo recentemente guadagnato terreno negli trapianti negli adulti.

Nel caso del bambino, il cuore trapiantato era stato donato all’inizio del 2025 dai genitori di un neonato di 1 mese, dopo che aveva smesso di battere per cinque minuti (il tempo di attesa e osservazione prima del prelievo dell’organo negli Stati Uniti, rispetto ai 20 minuti previsti per gli espianti in caso di arresto cardiaco in Italia).

La procedura di rianimazione su tavolo operatorio tramite ECMO, finora mai stata effettuata su un cuore così piccolo, ha permesso di ripristinare la perfusione e valutare la funzionalità dell’organo, come contrattilità e ritmo, prima del trapianto. Il cuore è stato poi trapiantato nel ricevente che, a tre mesi dall’intervento, ha mostrato una normale funzionalità cardiaca senza segni di rigetto.

Svolta nei trapianti pediatrici di cuore

La rianimazione cardiaca pediatrica su tavolo operatorio segna una svolta nell’uso di organi che in precedenza sarebbero stati considerati non vitali. “Tutto è nato dalla necessitàha spiegato il dottor Turek – . Eravamo determinati a trovare un modo per aiutare i bambini più piccoli e malati che in precedenza non avevano accesso alla donazione a cuore fermo”.

La tecnica pediatrica ha il potenziale per salvare tante giovani vite quanti sono i cuori vitali dei donatori pediatrici attualmente inutilizzati. “Questo è un importante passo avanti nella medicina dei trapianti pediatrici – ha aggiunto il professore – . La rianimazione cardiaca sul tavolo operatorio potrebbe ampliare drasticamente la disponibilità di preziose donazioni, trasformando la perdita in vita con maggiore cura e speranza”.

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