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Strana massa gelatinosa emerge da un lago degli Stati Uniti, la scoperta durante un giro in kayak

Avvistata sul lago Huron, in Michigan, la massa gelatinosa galleggiante ha catturato l’attenzione degli esperti durante un’uscita in kayak: “Non è un mucchio di uova di rana, né un cervello mutante o una creatura aliena. Si tratta di Pectinatella magnifica, o briozoo di piccoli organismi d’acqua dolce”.
A cura di Valeria Aiello
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La massa gelatinosa trovata nel lago Huron, Michigan, Stati Uniti / Credit: @USFWS/Instagram
La massa gelatinosa trovata nel lago Huron, Michigan, Stati Uniti / Credit: @USFWS/Instagram

Una strana massa gelatinosa, avvistata sul lago Huron, in Michigan, Stati Uniti, ha attirato l’attenzione degli esperti durante un’uscita in kayak: la formazione galleggiante aveva una consistenza simile a quella degli orsetti gommosi ma un aspetto che ricordava quello di un grosso blob, anche se in realtà non era nulla di tutto questo.

Non è una caramella gommosa o un mucchio di uova di rana, né un cervello mutante o un incubo fantascientifico” ha spiegato il Servizio per la pesca e la fauna Selvatica degli Stati Uniti (USFWS) in un post sui social media. La verità dietro questo ammasso gelatinoso è infatti molto più affascinante e antica di quanto ci si aspetti. “Si tratta di una Pectinatella magnifica, conosciuta anche come briozoo magnifico” hanno spiegato i funzionari dell’USFWS, informati della scoperta dai colleghi del distaccamento di Alpena.

Quella che sembra una singola massa gelatinosa è una colonia di migliaia di minuscole creature filtratrici, chiamate zooidi, che lavorano insieme in armonia – ha aggiunto l’Agenzia – . Queste antiche creature danno vita all’acqua dolce, catturando il plancton e purificandola mentre si muovono lentamente in fiumi e laghi”.

Cos’è un briozoo, la massa gelatinosa del lago Huron

Un briozoo di Pectinatella magnifica, o briozoo magnifico, è una colonia di organismi acquatici, gli zooidi, che si trovano principalmente nei laghi e nei fiumi del Nord America, incluso il lago Huron, ma che negli ultimi decenni si sono ampiamente diffusi anche in Europa e in Asia.

Nel continente europeo, le prime segnalazioni di briozoi di Pectinatella magnifica sono state registrate in Germania e successivamente anche in Francia, Paesi Bassi e fino alla Finlandia, mentre più sud la presenza di questi ammassi gelatinosi è stata documentata fino al bacino svizzero del Lago Maggiore, con la probabilità che in futuro, attraverso il fiume Po, la diffusione si estenda anche all’Italia, dove la specie non è ancora stata segnalata.

I singoli zooidi di Pectinatella magnifica sono lunghi meno di 4 millimetri, si nutrono filtrando il plancton e formano colonie trasparenti o tendenti al viola-brunastro, ancorate a substrati sommersi o che galleggiano liberamente sull’acqua. Gli ammassi hanno un aspetto viscido e gelatinoso, ed operano come una singola unità funzionale, crescendo fino a superare i 30 centimetri di larghezza.

Quando arriva l'inverno, i briozoi rilasciano gli statoblasti, microscopici baccelli di sopravvivenza che possono resistere al congelamento, all'essiccazione e persino al tempo stesso – spiega l’ USFWS – . Quando le condizioni sono favorevoli, si risvegliano, costruendo nuove colonie e continuando il loro antico ciclo”.

Benefici e rischi dei briozoi Pectinatella magnifica

I briozoi di Pectinatella magnifica agiscono come filtri naturali dei bacini d’acqua dolce, rimuovendo plancton e materia organica in eccesso, ma sono noti anche per il loro potenziale invasivo, in grado di causare danni alle attività economiche, intasando ad esempio le reti da pesca, contaminando le acque delle centrali elettriche o le reti idriche comunali, oppure di alterare gli ambienti e competere con le specie native in nuovi areali di introduzione.

I maggiori problemi – osservano gli autori dello studio che ha documentato la presenza del briozoo a sud delle Alpiincludono l’incrostazione di substrati sommersi, l’ostruzione di condotte, la competizione per lo spazio con altri invertebrati sessili, il degrado estetico dei litorali e la possibile trasmissione del parassita Tetracapsuloides bryosalmonae (Myxozoa), agente della malattia proliferativa renale nei pesci”.

L’introduzione nel lago Maggiore è stata ricondotta al trasporto passivo da parte di imbarcazioni provenienti dalla Svizzera nordalpina o da altri Paesi europei. “Tuttavia, anche in considerazione della prossimità delle Bolle di Magadino, un’importante area di sosta per uccelli migratori, l’introduzione da parte di migratori acquatici (soprattutto anatre) non è esclusa, anche se meno probabile”.

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