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Scoperto il circuito che controlla l’ansia: così ci permette di sopravvivere in condizioni difficili

In uno studio su topo i ricercatori hanno scoperto un circuito nell’ipotalamo laterale che regola l’ansia e ci permette di svolgere azioni essenziali per la nostra sopravvivenza anche in contesti molto difficili. Potrebbe portare a nuovi trattamenti farmacologici dell’anoressia nervosa.
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Anche se può sembrare strano, l'ansia non è sempre negativa, anzi in alcune situazioni può essere perfino vitale, perché ci permette di riconoscere situazioni potenzialmente pericolose, come una sorta di sesto senso per aiutarci a non finire nei guai. Ma quando i livelli di ansia diventano eccessivi, da meccanismo utile può diventare a sua volta controproducente e indurci ad azioni a rischio. Questo succede ad esempio quando, per la troppa ansia, non abbiamo fame. Fortunatamente, in condizioni normali, qualcosa nella nostra mente blocca l’ansia e ci permette di fare cose essenziali per la nostra sopravvivenza, anche in situazioni difficili, come mangiare, esplorare luoghi potenzialmente pericolosi o rallentare in momenti in cui l’ansia ci spingerebbe a muoverci.

Oggi, finalmente, un gruppo di ricercatori dell’Università di Colonia ha scoperto cos’è questo misterioso meccanismo necessario per bloccare l’ansia quando questa raggiunge livelli eccessivi. Il protagonista è un ormone già noto per svolgere un ruolo decisivo nella regolazione della fame, dell’equilibrio energetico e del comportamento alimentare: la leptina.

La scoperta di neuroni specifici

In questo nuovo studio i ricercatori hanno infatti scoperto che il suo ruolo non si limita a dire al cervello quando il corpo ha abbastanza energia, quindi non c’è bisogno di altro cibo. In uno studio su topi hanno infatti scoperto che la leptina regola anche un circuito collocato nell’ipotalamo laterale, che sembra svolgere proprio questa funzione: bloccare l’ansia quando questa rischia di interferire con comportamenti essenziali come nutrirsi o esplorare l’ambiente circostante. L’ipotalamo laterale è una regione del cervello coinvolta nella regolazione dell’appetito e di comportamenti legati alla motivazione e all’emotività.

Il collegamento con l'anoressia

Dato che l’ansia è fortemente legata all’esercizio eccessivo nell’anoressia nervosa, tra i disturbi psichiatrici con il più alto tasso di mortalità – anche a causa della mancanza di una terapia farmacologica specifica contro questo disturbo – i ricercatori dell’università tedesca hanno voluto approfondire il ruolo di questo circuito neuronale appena identificato.

Hanno così osservato il comportamento dei neuroni dell’ipotalamo laterale che si legano alla leptina in uno studio su topi, in un modello sperimentale che simulava alcuni aspetti dell’anoressia nervosa, in particolare l’associazione tra restrizione alimentare e iperattività fisica. I topi avevano un accesso limitato al cibo e potevano usare liberamente una ruota per correre: in queste condizioni hanno sviluppato un’attività fisica eccessiva.

I ricercatori si aspettavano questa reazione, in quanto un comportamento simile viene spesso osservato in molti pazienti con anoressia nervosa. Un’attività eccessiva, infatti, può placare momentaneamente i livelli di ansia, ma è molto pericolosa perché riduce ulteriormente i livelli di energia di cui dispone il corpo.

Tuttavia, nel momento in cui i ricercatori hanno aumentato chimicamente l’attività di questi neuroni sensibili alla leptina, i topi hanno iniziato a rallentare, tornando entro livelli normali di esercizio fisico. Questo significa – spiegano i ricercatori – che aumentando l’attività di questi neuroni speciali è stato possibile spezzare il legame ansia–attività fisica eccessiva.

E dato che spesso ansia e anoressia nervosa sono intrinsecamente legate, la scoperta di questo meccanismo – sperano i ricercatori – potrebbe in futuro contribuire allo sviluppo di farmaci in grado di controllare l’attività dei neuroni sensibili alla leptina in questo circuito e trattare in questo modo l’ansia e i disturbi alimentari.

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