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Scoperti 40.000 asteroidi vicino alla Terra: qual è il reale rischio di impatto secondo l’Esa

L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha annunciato la scoperta del 40.000esimo asteroide vicino alla Terra (NEA). Di questi 2.000 hanno una probabilità diversa da zero di schiantarsi contro la Terra.
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Sono 40.000 gli asteroidi vicino alla Terra individuati finora, di cui 10.000 sono stati scoperti solo negli ultimi tre anni. Lo hanno annunciato gli astronomi dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) in una nota ufficiale in cui hanno comunicato la scoperta del 40.000esimo asteroide. Di questi – specifica l'Esaquasi 2.000 hanno una possibilità diversa da zero di colpire il Pianeta nei prossimi anni, ma trattandosi per lo più di oggetti celesti molto piccoli, secondo gli astronomi le probabilità che possano colpire il nostro Pianeta sono davvero molto basse, inferiori all'1%.

Il termine specifico per indicarli è asteroidi near-Earth (NEA), ovvero letteralmente "asteroidi vicino alla Terra". Rientrano in questa definizione quegli asteroidi che orbitano entro 45 milioni di chilometri dall'orbita terrestre e quindi interessanti per la difesa planetaria perché potrebbero essere a rischio di impatto.

Cosa sono gli asteroidi vicino alla Terra (NEA)

Gli asteroidi sono corpi celesti residui della formazione del sistema solare circa quattro miliardi di anni fa. La maggior parte di questi frammenti di roccia e metallo orbita attorno al Sole tra Marte e Giove, mentre quelli che si trovano entro 45 milioni di chilometri dalla Terra vengono classificati come NEA.

Da quando è stato scoperto il primo asteroide di questo tipo – l'asteroide Eros nel 1989 – lo sviluppo di tecnologie sempre più evolute ha permesso di individuare migliaia di nuovi asteroidi finora sconosciuti. Basta pensare che dal 2016 a oggi la quota di asteroidi near-Earth è passata da 15.000 a 40.000, di cui 10.000 individuati solo negli ultimi tre anni.

Quali sono i rischi per la Terra

I NEA attualmente noti hanno dimensioni comprese tra pochi metri e pochi chilometri, ma anche se per il momento non sembrano rappresentare un rischio significativo per il Pianeta vengono costantemente monitorati. Ogni volta infatti che i telescopi di ultima generazione ne intercettano uno nuovo, gli astronomi effettuano tutte le valutazioni necessarie sfruttando elaborati software per calcolare quante probabilità ci sono che l'asteroide possa schiantarsi sul nostro pianeta.

Per il momento, sebbene siano stati individuati ben 2.000 asteroidi vicino alla Terra con una probabilità di colpire la Terra diversa da zero, nessuno di questi sembra rappresentare – spiega l'Esa – "un pericolo significativo". Si tratta infatti per lo più di asteroidi piuttosto piccoli. In base alle loro dimensioni, infatti varia anche il rischio di impatto con la Terra e anche l'entità dei danni che potrebbero causare qualora si verificasse questa eventualità.

Quelli che potrebbero causare "effetti globali" sono gli asteroidi più grandi di un chilometro, ma la bella notizia è che questi sono anche i più facili da individuare, tanto che – aggiunge l'Esa – la comunità scientifica "è fiduciosa che la stragrande maggioranza sia già stata trovata".

Quali sono gli asteroidi più pericolosi

Per questo motivo oggi gli astronomi sono concentrati soprattutto nella ricerca della classe intermedia di asteroidi, quelli grandi tra i 100 e i 300 metri. Essendo meno evidenti, questi corpi celesti sono più difficili da individuare, ma sono abbastanza grandi da far ipotizzare che qualora si schiantassero sul Pianeta causerebbero comunque danni anche gravi nelle aree colpite. Secondo i calcoli dell'agenzia spaziale finora sarebbe stato individuato solo il 30% di quelli esistenti.

Nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare – l'Esa sostiene infatti che i 40.000 NEA intercettati rappresentino solo la "punta dell'iceberg" – negli ultimi anni la ricerca astronomica ha compiuto passi da gigante nell'individuazione degli asteroidi, grazie soprattutto allo sviluppo di telescopi all'avanguardia. Solo quest'anno è stato inaugurato l'Osservatorio Vera C. Rubin in Cile, che "pur non essendo dedicato esclusivamente alle indagini sugli asteroidi – ha spiegato Luca Conversi, responsabile del Near-Earth Object Coordination Centre dell'ESA –  scoprirà decine di migliaia di nuovi NEA e altri asteroidi".

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