51 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scoperta associazione tra microbi e rughe sulla pelle del viso: possibili creme antietà innovative

Un team di ricerca internazionale ha scoperto un’associazione positiva tra i microbi presenti sulla pelle e le famigerate rughe a zampe di gallina. Possibile lo sviluppo di creme e trattamenti rivoluzionari in grado di prevenire e attenuare i segni dell’invecchiamento sul viso.
A cura di Andrea Centini
51 CONDIVISIONI
Immagine

I ricercatori hanno scoperto che alcuni microorganismi che vivono sulla nostra pelle sono associati ai segni di invecchiamento, come le famigerate (e odiate) rughe perioculari, più comunemente conosciute col nome di “rughe a zampe di gallina”. In altri termini, questi microbi potrebbero essere responsabili almeno di una parte delle rughe. Ciò spiegherebbe il motivo per cui persone con la medesima età possono avere un volto più o meno "segnato", escludendo altri fattori scatenanti – come l'esposizione ai raggi ultravioletti – che sono ampiamente riconosciuti nel rendere più secca e rugosa la pelle. La scoperta potrebbe sfociare in trattamenti innovativi e creme potenzialmente rivoluzionarie in grado di prevenire o attenuare la comparsa delle rughe.

A determinare che il microbioma presente sulla pelle potrebbe influenzare la comparsa delle rughe sul viso è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi della Scuola di Ingegneria Jacobs dell'Università della California di San Diego, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del L’Oréal Research and Innovation della famosa azienda francese produttrice di cosmetici e altri prodotti di bellezza. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Se Jin Song, docente presso Center for Microbiome Innovation (CMI) dell'ateneo californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i risultati di tredici precedenti studi condotti da scienziati di L’Oréal.

Più nello specifico, è stata effettuata un'approfondita analisi del microbiota attraverso il confronto dei dati della sequenza di ampliconi di rRNA 16S (per far emergere i taxa di microorganismi coinvolti) e i dati clinici legati alla pelle del viso dei partecipanti. In tutto sono state coinvolte nello studio oltre 650 donne con un'età compresa tra i 18 e i 70 anni. Come sottolineato dai ricercatori nell'abstract dello studio, in età adulta il microbioma cutaneo “può essere relativamente stabile se anche le condizioni ambientali sono stabili”, tuttavia l'invecchiamento della pelle e i conseguenti cambiamenti fisiologici posso influenzare anche il microbioma. La professoressa Jin Song e colleghi evidenziano che i segni della pelle tipici dell'invecchiamento – come appunto le rughe – e i parametri che indicano la qualità della sua superficie (come sebo, pH, idratazione, struttura e altri), “potrebbero non essere indicativi dell'età cronologica”. Questo spiega perché ci sono persone giovani con una pelle “anziana” e anziani con una pelle “apparentemente giovane”.

Analizzando statisticamente i dati genetici del microbioma e quelli clinici della pelle del viso delle partecipanti, i ricercatori hanno determinato che esiste un'associazione positiva tra la diversità del microbioma sulla pelle e le rughe a zampe di gallina (ma non tra la diversità del microbioma e la perdita di acqua transepidermica, in pratica la secchezza della stessa). In parole semplici, i microbi presenti sulla pelle potrebbero influenzare le probabilità di sviluppare o meno (o più o meno intensamente) questo odiato segno sul viso. “Studi precedenti hanno dimostrato che i tipi di microbi sulla nostra pelle cambiano in modo abbastanza prevedibile con l'età”, ha affermato la professoressa Jin Song in un comunicato stampa. “Anche la nostra pelle cambia fisiologicamente con l’età; ad esempio, si formano le rughe e la pelle diventa più secca. Ma c'è una variazione nel modo in cui si manifesta nelle persone: probabilmente hai notato che ci sono alcune persone che hanno la pelle più giovane o più vecchia rispetto a molti altri della loro età. Utilizzando metodi statistici avanzati, siamo stati in grado di distinguere i microbi associati a questi tipi di segni dell’invecchiamento della pelle, come le rughe a zampe di gallina, da quelli associati semplicemente all’età come numero cronologico”, ha chiosato la scienziata.

Grazie a questi dati e a quelli che verranno raccolti con le future indagini, che si concentreranno sull'individuazione di biomarcatori chimici e possibili bersagli per l'ingegneria genetica, gli scienziati puntano a sviluppare nuovi prodotti / trattamenti che possano tenere a bada i segni dell'invecchiamento e mantenere la nostra pelle più sana, bella e giovane anche in età avanzata. I dettagli della ricerca “A multi-study analysis enables identification of potential microbial features associated with skin aging signs” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Frontiers in Aging.

51 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views