video suggerito
video suggerito

Rimandare la sveglia ci fa perdere una notte di sonno ogni mese

Premere il tasto “snooze” nella speranza di riaddormentarsi non regala un vero riposo: secondo un nuovo studio, frammenta le ultime fasi del sonno, facendoci perdere circa 11 minuti di sonno ogni mattina.
A cura di Valeria Aiello
0 CONDIVISIONI
Immagine

Rimandare la sveglia, premendo il tasto “snooze”, non ci fa davvero dormire di più: secondo un nuovo studio del Mass General Brigham di Boston, l’abitudine di posticipare la sveglia ci fa perdere in media 11 minuti di sonno al giorno, pari a una notte di riposo al mese.

In molti tendono a posporre la sveglia al mattino, nella speranza di riaddormentarsi, ma questo comportamento interferisce con alcune delle fasi più importanti del sonno – spiega la dottoressa Rebecca Robbins della Divisione di Medicina del Sonno e dei Disturbi Circadiani del Brigham and Women’s Hospital e membro fondatore del sistema sanitario Mass General Brigham – . Le ore appena prima del risveglio sono ricche di sonno REM ma usare la funzione snooze della sveglia interrompe queste fasi critiche, portandoci in genere ad avere solo un sonno leggero tra una ripetizione e l’altra”.

Eppure, rinviare la sveglia è l’azione con cui si interrompe il sonno di più della metà delle quasi 3 milioni di notti analizzate dagli studiosi, che per la loro ricerca hanno utilizzato i dati di una delle app di monitoraggio del sonno più diffuse, Sleep Cycle.

Esaminando le informazioni sul riposto notturno di oltre 21.000 persone in tutto il mondo, i ricercatori hanno scoperto che il tasto snooze è stato premuto in media 56 volte su 100 e che il 45% delle persone coinvolte nello studio ha usato il pulsante snooze in oltre l’80% delle mattine. Questi utilizzatori abituali hanno posticipato la sveglia, in media, 20 minuti al giorno. I risultati di questa analisi sono pubblicati su Scientific Reports.

Rimandare la sveglia interferisce con il nostro riposo

Rimandare la sveglia nella speranza di riaddormentarsi non regala un vero riposo ma frammenta le ultime fasi del sonno, portandoci al massimo ad avere un sonno leggero tra una ripetizione e l’altra. Come prevedibile, l’utilizzo della funzione snooze non è però una costante ma varia sia tra i diversi giorni della settimana – durante la tipica settimana lavorativa (dal lunedì al venerdì), si tende a rimandare la sveglia più spesso rispetto al weekend – sia in base alle ore di sonno per notte.

In particolare, l’abitudine di posporre la sveglia è risultata meno frequente tra le persone che dormono cinque ore o meno, probabilmente perché si tratta delle notti che precedono giornate con impegni lavorativi, in cui si tende ad avere un riposo notturno più breve e ad alzarsi dal letto senza tergiversare. D’altra parte, gli utilizzatori abituali dello snooze trascorrono in media 20 minuti a letto, tra una sveglia e l’altra: queste persone sono anche quelle che hanno mostrato ritmi del sonno più irregolari.

Per quanto riguarda invece la nazionalità degli utilizzatori abituali, gli studiosi hanno osservato che i residenti negli Stati Uniti, in Svezia e in Germania usano più spesso il tasto snooze, mentre in Giappone e Australia quest’abitudine è meno diffusa.

Per le persone che preferiscono rimandare la sveglia, nella speranza di recuperare qualche altro minuto di sonno, il consiglio degli esperti è semplice. “L’approccio migliore per ottimizzare il sonno e le prestazioni il giorno dopo è impostare la sveglia il più tardi possibile – ha spiegato la dottoressa Robbins – . Si eviterà così di perdere minuti di sonno, anche se ci si dovrà impegnare ad alzarsi dal letto al primo suono della sveglia”.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views