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Rara sfinge testa di morto avvistata a Latina: è la falena de Il silenzio degli innocenti

In un giardino privato di Latina l’appassionato di fotografia naturalistica Luca D’Andrea ha avvistato e immortalato il bruco di una rara e bellissima sfinge testa di morto, la falena apparta nel film Il silenzio degli innocenti.
A cura di Andrea Centini
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A sinistra il bruco della sfinge testa di morto fotografato da Luca D'Andrea, a destra un esemplare adulto (credit wikipedia)
A sinistra il bruco della sfinge testa di morto fotografato da Luca D'Andrea, a destra un esemplare adulto (credit wikipedia)

Il bruco di una bellissima sfinge testa di morto (Acherontia atropos) è stato avvistato in un giardino privato a Latina. Si tratta della bellissima falena apparsa ne Il silenzio degli innocenti, così come in Dracula, nel film dell'orrore britannico The Blood Beast Terror e in altri media. Le immagini dell'insetto lepidottero ci sono state gentilmente concesse da Luca D'Andrea, appassionato di fotografia naturalistica. L'animale è stato immortalato verso le 12:00 di oggi, martedì 21 novembre 2023, mentre si muoveva placidamente sul terreno attraverso i fili d'erba. Individuare il bruco non è stato difficile, viste le sue generosissime dimensioni, “simili a quelle del dito di una mano”, come ci ha spiegato il fotografo, molto colpito ed emozionato dall'incontro.

Credit: Luca D'Andrea
Credit: Luca D'Andrea

Il nome sfinge testa di morto è legato alla macchia biancastra presente sulla parte dorsale del torace, la cui forma ricorda più o meno precisamente quella di un teschio umano. Il suo nome scientifico è legato proprio a questo dettaglio "lugubre", facendo riferimento all'Acheronte (il fiume che nella mitologia greca conduceva all'Inferno) e alla dea greca Atropo, una delle tre Moire, divinità legate al fato e al destino mortale degli esseri umani. A causa della sua appariscente macchia, questa grande falena – in Europa è seconda per dimensioni solo alla pavonia maggiore o saturnia del pero – è stata spesso associata alla sfortuna e alla morte, finendo in diverse oscure leggende metropolitane e di conseguenza in opere di finzione dalle tinte horror. In alcune aree dell'Africa, ad esempio, si racconta che la sfinge testa di morto non solo è portatrice di sventura quando entra dentro casa, ma è anche velenosa. In realtà si tratta di un lepidottero assolutamente innocuo, spesso ucciso a causa del suo aspetto particolare e affascinante. Il teschio, fra l'altro, non sempre è presente e spesso la somiglianza è molto vaga.

Credit: Didier Descouens
Credit: Didier Descouens

L'avvistamento di una sfinge testa di morto a Latina è molto interessante poiché questa specie è diventata piuttosto rara nel nostro Paese, pur essendo regolarmente presente. Secondo gli entomologi, infatti, gli insetticidi e l'inquinamento luminoso sono alla base della sua significativa diminuzione. La falena, inoltre, è principalmente diffusa nell'Africa subsahariana, ma durante i mesi estivi, sfruttando le correnti di aria calda e le sue possenti ali, arriva a diffondersi agevolmente in parte dell'Europa e dell'Asia, riuscendo a spingersi fin nella Scandinavia a Nord e nell'arcipelago delle Azzorre a Ovest.

Credit: Mauro Santucci
Credit: Mauro Santucci

Dopo l'accoppiamento la femmina depone le sue uova su alcune specie di piante – come patata, pomodoro e tabacco – da cui originano bruchi di colore verdastro, che crescendo assumono diverse tonalità (come giallo e marroncino) e sviluppano delle caratteristiche striature. Le larve sono piuttosto voraci e aumentano rapidamente in dimensioni, fino a raggiungere e superare quelle dell'esemplare avvistato da Luca D'Andrea, di circa 10 centimetri. L'apertura alare negli adulti arriva anche a 120 millimetri.

Credit: Luca D'Andrea
Credit: Luca D'Andrea

Con l'arrivo dell'autunno i bruchi della sfinge testa di morto iniziano a scavare una buca nel terreno per impuparsi; così possono svernare sotto forma di crisalide e sfarfallare nella bella stagione successiva. Riuscire ad ammirare una di queste falene è un vero privilegio, non solo per la rarità e il fatto di essere creature “mediatiche”, ma anche perché le tre specie del genere Acherontia sono le uniche farfalle a emettere un verso dalla faringe, una sorta di stridio o cigolio. Secondo gli entomologi può avere una funzione di deterrenza contro i predatori, ma anche un effetto “calmante” sulle api, simulando quello dell'ape regina. Le sfingi testa di morto sono infatti ghiotte di miele. Nel film Il silenzio degli innocenti le falene mostrate sono proprio le sfingi testa di morto, anche se viene citata un'altra specie (Acherontia styx).

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