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Questi alimenti sono associati a un invecchiamento più lento del cervello

Un team di ricerca statunitense ha determinato che gli alimenti della dieta mediterranea sono associati un invecchiamento cerebrale più lento. Ciò significa che offrono anni di vita in più e più sani, contrastando anche il declino cognitivo. Olio di oliva, frutta secca, cereali e pesce, nel contesto di un modello alimentare sano, potrebbero offrire uno “scudo” contro le malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.
A cura di Andrea Centini
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La dieta mediterranea è considerata tra le più salutari in assoluto – se non la migliore, dal punto di vista nutrizionale – e un nuovo studio aggiunge un ulteriore tassello a suffragio dei suoi preziosi benefici. Gli alimenti che la caratterizzano, come olio di oliva, frutta secca, cereali integrali, legumi, frutta e verdura fresche, frutti di mare e pesce, contengono infatti sostanze associate a un invecchiamento cerebrale più lento. Ciò significa che offrono anni di vita in più e soprattutto in salute, anche dal punto di vista squisitamente cognitivo. I ricercatori hanno fatto emergere l'associazione positiva tra i nutrienti della dieta mediterranea e un cervello più sano dopo aver condotto una serie di indagini approfondite e trasversali, che vanno ben al di là dei “semplici” questionari nutrizionali, spesso coinvolti negli studi di osservazione.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Beckman Institute for Advanced Science and Technology dell'Università dell'Illinois, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psicologia e del Laboratorio di Neuroscienze Decisionali dell'Università del Nebraska-Lincoln. I ricercatori, coordinati dal professor e Aron K. Barbey, direttore presso il Center for Brain, Biology and Behavior dell'ateneo di Urbana, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di circa cento anziani. I partecipanti, con un età compresa tra i 65 e i 75 anni e tutti cognitivamente sani al basale, sono stati sottoposti a una serie di risonanze magnetiche funzionali (MRI) per analizzare struttura, funzione e metabolismo del cervello (neuroimaging multimodale). Hanno condotto anche una serie di test standardizzati affinché gli studiosi potessero misurare linguaggio, memoria, velocità di reazione e altri parametri cognitivi. Infine, attraverso prelievi di sangue, i ricercatori sono andati a caccia di 13 biomarcatori nutrizionali per far emergere il modello alimentare seguito.

Incrociando tutti i dati clinici e demografici sono stati identificati due modelli distinti di invecchiamento cerebrale, uno più lento e uno più rapido, ciascuno associato a uno specifico profilo nutrizionale. Quello più lento era caratterizzato da una serie di biomarcatori sanguigni derivati da nutrienti “buoni”, presenti negli alimenti tipici della dieta mediterranea. Fra essi antiossidanti, due forme di vitamina E, carotenoidi alla stregua di cis-luteina, trans-luteina e zeaxantina e numerosi acidi grassi, come gli acidi alfa linolenico, gondoico, elcosapentaenoico, eicosadienoico e altri ancora. Sono presenti in olio di oliva, zucca, mandorle, spinaci, carote, pesce, uova, soia e altri cibi tipici della nostra dieta, patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO a partire dal 2010. Questi alimenti erano stati già in passato associati a diversi benefici per la salute, come la protezione dall'infiammazione, una migliore longevità e proprietà antitumorali, ma il nuovo studio fa emergere anche un significativo legame contro la neurodegenerazione. In parole semplici, la dieta mediterranea potrebbe rappresentare una sorta di "scudo" contro l'Alzheimer e altre forme di demenza.

“L'aspetto unico del nostro studio risiede nel suo approccio globale, che integra dati sulla nutrizione, sulle funzioni cognitive e sull'imaging cerebrale”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Barbey. “Ciò ci consente di costruire una comprensione più solida della relazione tra questi fattori. Andiamo oltre la semplice misurazione delle prestazioni cognitive con i tradizionali test neuropsicologici. Invece, esaminiamo simultaneamente la struttura, la funzione e il metabolismo del cervello, dimostrando un legame diretto tra queste proprietà del cervello e le capacità cognitive. Inoltre, dimostriamo che queste proprietà del cervello sono direttamente collegate alla dieta e all’alimentazione, come rivelato dai modelli osservati nei biomarcatori dei nutrienti”, ha chiosato l'esperto.

Il prossimo passo degli scienziati sarà somministrare a un campione di pazienti prodotti nutraceutici basati sui composti preziosi legati alla dieta mediterranea per verificare se possono innescare i medesimi benefici anche in persone che seguono (o hanno seguito in passato) altri modelli alimentari. I dettagli della ricerca “Investigating nutrient biomarkers of healthy brain aging: a multimodal brain imaging study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Npj.

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