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Perde un dito 13 anni dopo il morso di un ragno vedova nera: il caso di Dan Cheethan

Dan Cheetham, 41 anni, morso all’anulare da una vedova nera nel 2012, racconta la sua storia: il suo dito ha perso mobilità, fino all’amputazione.
A cura di Valeria Aiello
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Un morso che sembrava un incidente risolto da tempo. Poi, dopo oltre un decennio, l’amputazione. È la storia di Dan Cheetham, 41 anni, un ex marine britannico che ha perso un dito 13 anni dopo il morso di un ragno vedova nera.

Tutto era iniziato nel 2012, durante un’esercitazione nel deserto del Mojav, in California. Cheetham, allora impegnato in un campo di addestramento, venne morso alla mano destra da un ragno della specie Latrodectus (la cosiddetta “vedova nera”). Anche se immediatamente trasportato in ospedale via elicottero e curato con antibiotici e antidoto, il morso lasciò due piccoli fori sotto l’anulare.

Una vedova nera con il suo sacco ovigero / Photo: iStock
Una vedova nera con il suo sacco ovigero / Photo: iStock

Quei segni sono rimasti visibili per anni, finché col passare del tempo le cose sono cambiate. Progressivamente, il dito ha cominciato a perdere mobilità, le articolazioni sono diventate rigide e il movimento sempre più limitato. “Le articolazioni erano diventate pigreha raccontato Cheetham alla BBC. Non riusciva a più a chiudere la mano e nemmeno a infilare i guanti.

Ho sempre saputo che c’era un problema, soprattutto quando si è arrivati al punto in cui i nervi erano deteriorati” ha aggiunto l’uomo, che nel 2024 si è rivolto ai medici per tentare di salvare la mobilità. Il peggioramento è però continuato, fino alla decisione più drastica: l’amputazione del dito, avvenuta all’inizio del mese. “Era come se non facesse più parte del mio corpo – ha detto l’uomo – . Cercare di infilare il guanto destro era quasi una scena comica”.

Un esito inaspettato, considerato che la maggior parte dei morsi di vedova nera provoca sintomi acuti e temporanei, che tendono a risolversi nelle prime ore o nei primi giorni. Niente, nella letteratura medica, suggerisce che possano causare danni progressivi per oltre un decennio.

Proprio per questo il caso di Cheetham colpisce: una storia rara, che mostra come un episodio lontano nel tempo possa avere conseguenze impensate.

Cosa succede dopo il morso di un ragno vedova nera

Il morso di una vedova nera (Latrodectus spp.) è noto soprattutto per i sintomi acuti: dolore intenso, crampi muscolari, sudorazione, nausea e, in rari casi, disturbi respiratori e alterazioni cardiache. Questi effetti compaiono tipicamente entro poche ore e si risolvono nei giorni successivi, soprattutto se il paziente riceve cure tempestive.

Complicazioni a lungo termine come rigidità articolare o perdita di funzionalità del dito sono estremamente rare e poco documentate in letteratura medica come conseguenza diretta del veleno della vedova nera. Gli esperti spiegano che eventi come necrosi, infezioni batteriche secondarie o danni ai nervi possono contribuire a un peggioramento progressivo, ma casi che portano all’amputazione anni dopo il morso sono considerati eccezionali.

Il caso di Dan Cheetham rappresenta quindi un’anomalia: dimostra come, in circostanze straordinarie e con possibili fattori combinati, un morso apparentemente risolto possa avere conseguenze importanti sul dito, anche a distanza di molti anni.

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