Perché spostare il ciclo in vacanza è un diritto, la ginecologa: “C’è un farmaco per farlo, basta giudizi”

A quante di noi è capitato di andare in vacanza e dover calcolare la data delle prossime mestruazioni o, peggio, ritrovarci a trascorrere le sudate ferie con i dolori del ciclo o semplicemente con le incombenze pratiche che le mestruazioni comportano nella quotidianità di ogni donna?
Ecco, esiste un farmaco che permette di posticiparle anche per le donne che non assumono la pillola anticoncezionale o altri contraccettivi ormonali. Si tratta di una pillola a base di progesterone, un farmaco che per essere assunto ha bisogno della prescrizione medica. Anche se il rischio di effetti collaterali è presente, si tratta di un farmaco considerato sicuro, ovviamente dopo valutazione medica. Eppure, molti ginecologi e medici non sarebbero disposti a prescriverlo alle pazienti che vogliono usufruire di questa possibilità o a informarle della sua esistenza.
Ne ha parlato sul suo profilo Instagram la ginecologa Monica Calcagni, sollevando un tema di cui non si parla quasi mai e che tira in ballo questioni complesse, come quella della medicina di genere, il giudizio sul corpo e il dolore femminili e l'effettiva libertà di scelta delle donne. A Fanpage.it ha spiegato perché, esclusi casi particolari, avvalersi di questa possibilità dovrebbe essere un diritto di ogni donna, senza la paura di ricevere un rifiuto motivato da valutazioni di carattere non prettamente medico o, peggio, di sentirsi giudica.
Dottoressa, ci può spiegare di che farmaco si tratta?
Per prima cosa voglio chiarire che non è possibile posticipare il ciclo con prodotti naturali, ma si tratta di una terapia ormonale. Il principio attivo che utilizzano è il medrossiprogesterone acetato o il noretisterone acetato o il progesterone naturale.
Si tratta di farmaci che in ginecologia utilizziamo da sempre e continuiamo a utilizzare per far fronte a diverse situazioni o esigenze. Ad esempio, se abbiamo necessità di bloccare un flusso mestruale abbondante, se dobbiamo posticipare le mestruazioni per programmare un intervento chirurgico, o ancora per gestire le mestruazioni abbondanti di una paziente, per esempio, con endometriosi.
Quindi può essere assunto anche per esigenze diverse, che non hanno a che fare con problemi di salute, come ad esempio per non avere il ciclo in vacanza?
Sì, sono dei "trucchetti" che in medicina abbiamo sempre utilizzato e che possiamo utilizzare tranquillamente anche per motivi che alcuni colleghi ritengono futili, ma che in realtà futili non sono.
In un suo post su Instagram dice apertamente che conoscere e usare questa possibilità è un diritto di ogni donna. In che senso?
Per prima cosa è un diritto delle donne poter gestire le proprie mestruazioni e potersi godere eventi della propria vita, come la settimana di vacanza o il giorno del loro matrimonio, senza le difficoltà pratiche e i disagi fisici che le mestruazioni possono causare.
Ci fa qualche esempio per aiutarci a capire.
Ci sono donne che si sono sporcate l'abito da sposa e soprattutto in questo periodo dell'anno ce ne sono molte che mi scrivono: "Io quest'anno rinuncio alle mie vacanze perché mi cadrebbero proprio nel periodo delle mie mestruazioni" e per questo decidono in partenza di non viaggiare. Non è giusto. Senza considerare i casi particolari in cui le mestruazioni sono ancora più difficili da gestire.
Si riferisce alle donne che soffrono di mestruazioni dolorose?
Non solo dolorose, anche ingestibili. Ci sono donne che hanno mestruazioni devastanti, abbondanti, dolorose, con coaguli, con mal di pancia, che svengono. Altre che, oltre a tutto questo, devono occuparsi anche di bambini.
Eppure non tutti i suoi colleghi hanno la stessa idea, giusto?
Il punto è che molte donne mi raccontano che il loro medico, o peggio, il loro ginecologo non è d'accordo con la prescrizione di questi farmaci perché ritengono queste motivazioni futili. Ma non basta – come dice qualche mio collega – mettere l'assorbente interno, usare la coppetta e prendere gli antidolorifici per farsi la vacanza. Non sempre le cose funzionano così.
Come motivano la loro posizione?
Guardi io posso riferire quello che mi raccontano le mie pazienti. Penso che la situazione più grave che mi è stata riferita è di alcuni ginecologi che non solo si rifiutano di prescrivere il farmaco in queste circostanze, ma spaventano le pazienti dicendo che se spostano le mestruazioni, possono avere infarti, trombosi, possono avere problemi con la fertilità, ma sono tutte cose false. Basta leggere le note dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per verificare che il progesterone è sicuro.
È possibile che ci sia anche un problema di mancata conoscenza?
Dato che parliamo di un farmaco che può essere prescritto da qualsiasi medico, anche quello di base, può anche esserci questo tema. Spesso sono stata contatta da medici di base che mi hanno chiesto come comportarsi se una loro paziente avesse richiesto questo farmaco. Ma se il no arriva da un ginecologo, a volte la questione è puramente di principio. Penso sia questa la situazione più grave
Cosa le hanno raccontato le donne che ha incontrato nel suo lavoro finora?
Molte pazienti mi hanno raccontato di situazioni in cui non hanno chiesto per paura di essere giudicate, ad altre invece è stato detto che non c'erano soluzioni per posticipare il ciclo diverse dalla pillola anticoncenzionale. Ma ho ricevuto anche testimonianze di donne a cui è stato espressamente risposto: "Sono motivi futili per assumere un farmaco".
Quindi questo tipo di farmaco assunto per queste esigenze è sicuro?
Assolutamente sicuro, si può prendere tutte le volte che si vuole, ovviamente è necessaria la prescrizione del medico. Dobbiamo considerare infatti che anche se può causare qualche interferenza con alcuni farmaci, a questi scopi l'assunzione avviene per periodi davvero brevi. In genere le donne che vogliono posticipare le mestruazioni iniziano ad assumere il farmaco circa sette giorni prima delle presunte mestruazioni fino al momento in cui desiderano non averle, ma molte non le assumano per non oltre dieci giorni. Poi quando si smette di assumerlo le mestruazioni tornano e il ciclo riprende normalmente.
Un consiglio pratico per chi ci legge. Se una donna vuole prendere questo farmaco ma il suo medico o ginecologo non è d'accordo per principio, cosa può fare?
Allora, il consiglio numero uno io do spesso, anche se vengo criticata per questo, è cambiare medico. Ricordo sempre che, fuori dagli ospedali, abbiamo la possibilità di sceglierli tutti, dal medico di famiglia al ginecologo, e rivolgersi a un altro specialista.