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Perché il secondo lancio del razzo Starship di SpaceX è stato un successo nonostante l’esplosione

Con il secondo volo di Starship, durato solo alcuni minuti, SpaceX è riuscita a centrare due delle quattro pietre miliari previste dal test. Quali sono e perché il lancio può essere considerato un successo nonostante la perdita dei due stadi dopo la separazione.
A cura di Andrea Centini
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Il 18 novembre 2023 SpaceX ha effettuato il secondo test di lancio di Starship, il razzo più grande, pesante e potente mai costruito. Non a caso è quello che ci aiuterà a rimettere i piedi sulla Luna e successivamente a conquistare Marte, l'obiettivo più ambizioso della rinnovata corsa allo spazio. Ma per arrivare a questi prestigiosi traguardi è necessario procedere per gradi, e il test di oggi può essere comunque considerato un successo da SpaceX e da Elon Musk anche se il razzo è esploso pochi minuti dopo il decollo.

Credit: SpaceX
Credit: SpaceX

Per la prima volta, infatti, i due stadi della colossale astronave – alta ben 122 metri – si sono separati correttamente, permettendo alla SHIP 25 (la “navicella” in cima al razzo lanciatore Super Heavy / Booster 9) di arrivare nello spazio prima di essere perduta. Entrambe le componenti sono state distrutte da SpaceX attraverso una procedura di sicurezza dopo la perdita di controllo e dati: il primo stadio a circa 70 chilometri di quota, mentre il secondo a 150 chilometri, ben oltre il limite dello spazio – la famosa Linea Karman – che si trova idealmente a 100 chilometri. Durante il volo durato alcuni minuti tutti e 33 i potentissimi motori raptor del Super Heavy sono stati accesi contemporaneamente, come mostrano queste spettacolari immagini condivise da SpaceX.

Un'altra pietra miliare del secondo volo di Starship è stata raggiunta con il lift-off, il distacco dalla piattaforma di lancio sita a Starbase, lo spazioporto di SpaceX a Boca Chica, nel Texas, dove la compagnia di Elon Musk effettua i suoi lanci dal 2023. Durante il primo tentativo del 20 aprile, infatti, la mostruosa potenza dei motori raptor del booster Super Heavy disintegrò la piattaforma, spargendo detriti per un'area enorme. Questa volta, invece, la struttura ha retto all'impatto devastante dei propulsori. SpaceX, del resto, per l'occasione l'ha completamente riprogettata, dotandola di quei sistemi di sicurezza che ancora non era disponibili per il test di aprile.

Con questo secondo volo SpaceX ha raggiunto due delle quattro pietre miliari previste, ovvero la sopracitata protezione della piattaforma di lancio e la corretta separazione degli stadi, avvenuta attraverso una procedura inedita per la compagnia di Elon Musk chiamata “hot staging” (ampiamente utilizzata per i lanci delle Soyuz russe). Tra i due stadi è stato aggiunto un pesante anello da 9 tonnellate con scudo protettivo per permettere l'accessione dei motori di SHIP25 mentre è ancora in cima al Super Heavy. Questi traguardi sono importantissimi e i dati raccolti aiuteranno gli ingegneri di SpaceX a progettare un terzo lancio ancora più efficace e duraturo.

Le due pietre miliari mancate dal secondo test sono state l'ammaraggio “dolce” del Super Heavy nel Golfo del Messico e il rientro in atmosfera (con successivo tuffo nell'Oceano Pacifico, al largo delle Hawaii) della SHIP25. Purtroppo nessuno dei due obiettivi è stato centrato, dato che gli ingegneri di SpaceX sono stati costretti a distruggere entrambi gli stadi dopo la separazione. È stata attivata una procedura di sicurezza esplosiva volta a evitare i potenziali rischi di un rientro incontrollato.

Al momento non sono state segnalate le cause esatte che hanno provocato la perdita dei due stadi dopo la separazione. Nel suo comunicato SpaceX ha affermato soltanto che il booster "ha subito un rapido disassemblaggio non programmato poco dopo la separazione degli stadi, mentre i motori dell'astronave si sono accesi per diversi minuti nel suo viaggio verso lo spazio". Come indicato, nonostante l'esplosione, grazie ai dati raccolti gli ingegneri di SpaceX metteranno a punto un terzo volo ancora più brillante e affidabile. Nelle missioni spaziali si procede per step e ogni pietra miliare portata in cascina avvicina gli obiettivi più ambiziosi. Starship è pienamente coinvolta nella missione Artemis della NASA che riporterà l'essere umano sulla Luna, con l'allunaggio della prima donna e della prima persona nera atteso per il 2025. Ma si tratta anche dell'astronave che, con le opportune modifiche, permetterà la conquista di Marte nel prossimo decennio (se tutto andrà secondo i piani). Non resta che attendere il prossimo tentativo.

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