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Covid 19

Ora sappiamo in che modo il Covid ci ha cambiati (e non in meglio)

A rilevarlo è un nuovo studio su oltre 7.000 persone di età compresa tra i 18 e i 90 anni: “La pandemia ha condizionato alcuni tratti della personalità, specialmente nei giovani”.
A cura di Valeria Aiello
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Il Covid ci ha cambiati, e non in meglio, influenzando il nostro modo di essere. A rilevarlo è un nuovo studio condotto su oltre 7.000 persone di età compresa tra i 18 e 90 anni, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Plos One. Il cambiamento più evidente, hanno osservato gli studiosi, si è verificato nei giovani, diventati più nevrotici e meno gradevoli e coscienziosi. La pandemia li ha resi più lunatici e inclini allo stress, meno collaborativi e fiduciosi, ma anche meno sobri e responsabili – hanno affermato gli autori dello studio – . Questi cambiamenti sono stati limitati all’inizio della pandemia, rivelandosi tuttavia più rilevanti a partire dal 2021”.

Per l’indagine, i ricercatori, coordinati dalla professoressa Angelina Sutin del Florida State University College of Medicine di Tallahassee, negli Stati Uniti, hanno analizzato i tratti della personalità dei partecipanti allo studio online Understanding America, un panel internet rappresentativo a livello nazionale che ha permesso di ottenere un ritratto approfondito degli americani, della loro vita quotidiana e del loro modo di essere. In particolare, gli studiosi hanno valutato i tratti della personalità di ciascun partecipante utilizzando il cosiddetto modello del Big Five – estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, nevroticismo-stabilità emotiva, apertura-chiusura mentale – e confrontato i risultati ottenuti prima della pandemia (maggio 2014-febbraio 2020) con quelli conseguiti nella prima fase pandemica (marzo-dicembre 2020) e successivamente (2021-2022).

Coerentemente a quanto rilevato da altri studi, i ricercatori hanno inizialmente trovato pochi cambiamenti tra i tratti della personalità pre-pandemia e quelli del 2020, con solo una piccola diminuzione del nevroticismo. Tuttavia, nel confronto con il periodo 2021-2022, hanno constatato riduzioni significative di estroversione, apertura menale, gradevolezza e coscienziosità, soprattutto nei più giovani, osservando nello specifico un aumento del nevroticismo e la diminuzione della gradevolezza e della coscienziosità. Al contrario, i più anziani non hanno mostrato cambiamenti statisticamente significativi.

Le prove attuali suggeriscono che, dopo la leggera diminuzione del nevroticismo all’inizio della pandemia, nel tempo sono emersi cambiamenti dannosi negli altri tratti della personalità – hanno concluso gli studiosi – . Se questi cambiamenti saranno duraturi, una tale evidenza suggerirà che eventi stressanti a livello di popolazione possono influenzare la personalità, specialmente negli adulti più giovani”..

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