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Cambiamenti climatici

Nuova temperatura record per il Mediterraneo, la più alta mai registrata: ecco cosa sta provocando

L’ondata di caldo estremo che ha colpito l’Europa meridionale si è tradotta in un aumento della temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo: raggiunti i 28,4 °C con un picco di 28,71 °C.
A cura di Valeria Aiello
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Il Mar Mediterraneo ha raggiunto la sua temperatura più alta mai registrata, battendo il precedente record che resisteva dall’agosto 2003. Lo rileva la catena di elaborazione CNR MRD Sea Surface Temperature (SST), le cui analisi indicano che la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo ha raggiunto i 28,4 °C nella giornata di lunedì 24 luglio, superando la soglia storica di 28,25 °C del 23 agosto 2003, con un picco di temperatura di 28,71 °C. Questi dati sono stati confermati dal Servizio europeo per i cambiamenti climatici di Copernicus (C3S) che da mesi registra temperature della superficie marina senza precedenti.

Le ondate di caldo estremo che hanno consecutivamente colpito l’Europa meridionale, con picchi che negli ultimi giorni hanno superato anche ai 45 °C in diverse aree di Grecia, Spagna, Sardegna, Sicilia e Italia meridionale, si sono dunque tradotte in un progressivo aumento delle temperature della superficie del Mediterraneo, fino a segnare livelli che surclassano i record storici, e non di poco.

Temperature record per il Mediterraneo: le conseguenze

Tali anomalie, su cui pesa l’influenza del riscaldamento globale indotto dalle emissioni di CO2 e altri gas serra, generano una serie di conseguenze, che minacciano ecosistemi e economie locali. Effetti diretti di quella che gli esperti definiscono “tropicalizzazione del Mediterraneo” sono la moria di numerose specie marine, compresi coralli, spugne e alghe, ma l’aumento delle temperature dell’acqua colpiscono anche la pesca, l’acquacoltura e gli allevamenti di mitili che subiscono le conseguenze del riscaldamento estremo.

Altra seria conseguenza dell’aumento delle temperature marine è la migrazione nel Mediterraneo di specie aliene, che arrivano nelle nostre acque dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano, attraverso il Canale di Suez. Il pesce palla maculato, il pesce scorpione, il pesce coniglio scuro e striato sono alcuni esempi di specie molto invasive e sempre più spesso avvistate.

Riguardo invece agli effetti su meteo e clima, l’aumento della temperatura Mediterraneo ha ripercussioni sul rischio di nubifragi e lo sviluppo di altri fenomeni violenti, come la formazione di piccoli uragani e “bombe d’acqua”, che in molti modi dipendono proprio dalla temperatura della superficie del mare.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports di Nature, ha analizzato un evento di alluvione sul Mar Adriatico, evidenziando come l’interazione aria-mare influenzi la struttura e l’organizzazione dei sistemi di precipitazione, il loro ciclo di vita, severità, velocità di propagazione e percorso, influendo così sull’intensità delle precipitazioni. L’urgenza è quindi quella di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e gas serra a livello globale, per invertire la rotta o almeno rallentare la corsa della crisi climatica, con la consapevolezza di come non solo il riscaldamento dell’aria ma anche quello di mari e oceani rappresenti un crescente pericolo per la sopravvivenza.

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