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No, oggi lunedì 15 gennaio non è il giorno più triste dell’anno: il Blue Monday è una bufala

Il Blue Monday, il “giorno più triste dell’anno”, non esiste: è un’astuta bufala ideata da un’agenzia pubblicitaria per favorire la vendita di pacchetti viaggio.
A cura di Andrea Centini
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Ci sono bufale talmente radicate che è praticamente impossibile strapparle dai meandri di internet, nonostante tutti gli sforzi compiuti per una corretta informazione. Una di queste “inarrestabili” fake-news è sicuramente quella relativa al Blue Monday, il famigerato terzo – o quarto – lunedì di gennaio che in base a fantomatiche equazioni matematiche sarebbe “il giorno più triste dell'anno”. Proprio oggi, lunedì 15 gennaio 2024, dovrebbe cadere questo micidiale Blue Monday, in cui tutti noi dovremmo sentirci giù di morale e avere la lacrimuccia pronta. In realtà si tratta di una bufala con tutti i crismi, confezionata ad arte da qualche “genio” del marketing per vendere pacchetti viaggio. Proprio così. Del resto non c'è nulla di meglio che prenotare una vacanza in un bel posto esotico per esorcizzare “il giorno più triste dell'anno”, soprattutto se c'è qualcuno che riesce a convincerti che sei davvero triste e ne hai bisogno. Il marketing psicologico funziona proprio facendo leva sulle emozioni, spingendoci a sentire la necessità di acquistare qualcosa che a volte nemmeno ci serve.

La diabolica bufala, stando alle varie ricostruzioni fatte dal popolare quotidiano britannico Guardian, fu sfruttata nel 2005 da una famosa compagnia di viaggi sulla base dell'idea originale sviluppata da un'agenzia pubblicitaria di Londra. L'azienda fece elaborare una pseudo-equazione da alcuni scienziati per individuare "matematicamente" il giorno più triste dell'anno, divenuto poi il Blue Monday. Il padre di questa famigerata equazione è ritenuto essere il divulgatore scientifico specializzato in Psicologia Cliff Arnall, che all'epoca lavorava presso il “Centre for Lifelong Learning”, un centro di ricerca associato alla prestigiosa Università di Cardiff (dal quale tuttavia l'ateneo gallese prese le distanze). In parole molto semplici, si giungeva al risultato del giorno più triste dell'anno sulla base di diversi fattori concomitanti: le vacanze di Natale concluse da poco; le vacanze di Pasqua ancora lontane; i nuovi propositi per il nuovo anno che iniziano già a scricchiolare e quelli falliti dell'anno appena concluso; l'aumento di peso legato alle abbuffate di cenoni e pranzi; il fatto che a gennaio siamo in pieno inverno e fa molto freddo; e non ultimo il lunedì, il giorno più “odiato” da chi lavora e va a scuola. L'agenzia pubblicitaria provò a sottoporre la pseudo-equazione a diversi scienziati per essere approvata scientificamente (sotto compenso), ricevendo tuttavia un netto rifiuto.

Nonostante queste premesse, la campagna pubblicitaria basata sul Blue Monday ebbe un'eco mediatica clamorosa e in tutto il mondo iniziò a diffondersi il mito del giorno più triste dell'anno. A quanto pare nessuno all'epoca si curò minimamente del fatto che fosse figlia di marketing astuto, privo di qualsivoglia fondamento scientifico. Gennaio è certamente un mese complicato, come spiegato a fanpage dalla professoressa Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta e docente di Psicologa presso l'Università Sapienza di Roma – “reca in noi l'idea del lavorare, del produrre. Ci strappa via dalla dimensione della vacanza e della libertà e ci riporta alla dimensione del fare” -, ciò nonostante è semplicemente assurdo identificare un giorno specifico per tutti come il più triste dell'intero anno. Nell'emisfero australe (meridionale), ad esempio, a gennaio è piena estate, inoltre le festività natalizie e pasquali riguardano solo cristiani e cattolici. Anche il Capodanno non inizia per tutti il 1 gennaio (quello cinese del 2022 inizia il 1 febbraio). Tutte queste premesse fanno letteralmente crollare le fondamenta di carta dell'equazione-bufala, ma nonostante questa e altre smentite continuerà comunque a riecheggiare in articoli, sui social network e sugli intramontabili meme.

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