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Metodo rivoluzionario consente il trapianto di organi congelati e scongelati

Testato con successo in modelli murini, in futuro potrebbe essere applicato agli umani e consentire la creazione di banche di conservazione a lungo termine.
A cura di Valeria Aiello
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Zonghu Han, ricercatore in ingegneria meccanica dell'Università del Minnesota e co-primo autore di un nuovo studio che mostra come i reni di topo possano essere conservati criogenicamente per un massimo di 100 giorni, riscaldati con successo utilizzando un innovativo approccio di nanoriscaldamento e poi trapiantati con successo nei ratti per ripristinare la piena funzionalità renale / Credit: R. Slater
Zonghu Han, ricercatore in ingegneria meccanica dell'Università del Minnesota e co-primo autore di un nuovo studio che mostra come i reni di topo possano essere conservati criogenicamente per un massimo di 100 giorni, riscaldati con successo utilizzando un innovativo approccio di nanoriscaldamento e poi trapiantati con successo nei ratti per ripristinare la piena funzionalità renale / Credit: R. Slater

Per la prima volta, gli scienziati hanno trapiantato con successo un organo che era stato congelato e “scongelato”. La nuova impresa è stata finora eseguita solo su modelli murini, ma i ricercatori ritengono che questi primi risultati facciano ben sperare in ottica futura, aprendo finalmente la strada alla possibilità di conservare gli organi fino a quando non siano necessari. Ciò renderebbe i trapianti una procedura medica pianificata, alla quale i pazienti possono fare ricorso in modo più equo, indipendentemente da vincoli geografici o temporali.

Fino ad oggi, questo non è stato possibile, non tanto per i metodi di conservazione, che esistono da decenni – gli organi possono essere preservati attraverso metodi di crioconservazione a lungo termine, come la vetrificazione, un processo di pompaggio di sostanze chimiche crioprotettive e raffreddamento abbastanza rapido che impedisce la formazione di cristalli di ghiaccio – , quanto per idanni che si verificano quando si tenta di riportare l’organo alla temperatura corporea.

Il trapianto di organi congelati e scongelati

Per superare questo problema, un team di scienziati dell’Università del Minnesota ha sviluppato un innovativo metodo di “nanoriscaldamento”, che riscalda l’organo in modo rapido e uniforme dall’interno anziché solo in superficie. Descritto nel dettaglio in un nuovo studio pubblicato su Nature Communications, il metodo si basa sull’uso di nanoparticelle di ossido di ferro disperse in una soluzione crioprotettiva che viene infusa attraverso i vasi sanguigni dell’organo.

Quando le nanoparticelle di ossido di ferro vengono attivate, utilizzando onde elettromagnetiche non invasive, riscaldano tutto l’organo in modo uniforme e possono poi essere lavate via dall’organo, senza comprometterne la funzione.

Questa è la prima volta che qualcuno ha pubblicato un solido protocollo per la conservazione a lungo termine, il riscaldamento e il trapianto di successo di un organo preservato e funzionale in un animale – ha affermato il dottor John Bischof, co-autore senior dello studio e professore di ingegneria meccanica, nonché direttore dell’Institute for Engineering in Medicine dell’Università del Minnesota – . Tutte le nostre ricerche nel corso di oltre un decennio e quelle dei nostri colleghi sul campo hanno dimostrato che questo processo potrebbe e dovrebbe funzionare, ma ora abbiamo dimostrato che funziona davvero”.

Nei modelli murini, il team ha infatti dimostrato che i reni di topo possono essere conservati criogenicamente fino a 100 giorni, riscaldati con successo, ripuliti da fluidi crioprotettivi e nanoparticelle, e trapiantati nei topi. Gli organi così trattati sono stati in grado di ripristinare la piena funzionalità renale entro 30 giorni, senza ulteriori interventi.

Abbiamo lavorato a questo processo per anni per assicurarci che tutto fosse a posto prima del trapianto in un topo – ha affermato Michael Etheridge, capo ingegnere ricercatore presso il Dipartimento di ingegneria meccanica dell'Università del Minnesota – . Si tratta, tuttavia, di un processo molto complicato. Non eravamo sorpresi che funzionasse, ma non saremmo stati sorpresi se non avesse funzionato. Sono molto orgoglioso della nostra squadra”.

Prima che il metodo possa essere testato negli esseri umani serviranno ulteriori studi, il cui prossimo passo sarà quello di dimostrare la fattibilità del processo con organi più grandi. Il team sta ora progettando nuovi test utilizzando reni di maiale e, nonostante occorrano diversi anni prima che un organo crioconservato possa essere trapiantato nell’uomo, i ricercatori sono fiduciosi che ciò possa avvenire con successo, portando un giorno alla creazione di banche di organi e tessuti che sarà possibile conservare a lungo termine e utilizzare quando necessari.

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