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Mangiare formaggi può proteggere dalla demenza? Cosa dicono i dati di un nuovo studio su Neurology

Un ampio studio svedese pubblicato su Neurology associa il consumo di formaggi ad alto contenuto di grassi a un rischio più basso di demenza. I dati su quantità, tipologie e salute del cervello.
A cura di Valeria Aiello
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Mangiare formaggi ad alto contenuto di grassi è associato a un rischio più basso di sviluppare demenza nel corso della vita. È quanto emerge da un nuovo studio svedese pubblicato su Neurology, la rivista scientifica dell’American Academy of Neurology (AAN). La ricerca ha coinvolto 27.670 adulti svedesi, con un’età media di 58 anni all’inizio dello studio, monitorati per circa 25 anni.

Durante il periodo di osservazione, oltre 3.200 partecipanti hanno sviluppato una forma di demenza. Incrociando questi dati con le abitudini alimentari, i ricercatori hanno osservato che chi consumava regolarmente formaggi e panna ad alto contenuto di grassi (oltre il 20%) – come brie, gouda, cheddar, parmigiano, gruviera e mozzarella – , tendeva ad avere un rischio inferiore di demenza rispetto a chi ne mangiava quantità molto ridotte o nulle.

Per decenni il dibattito tra diete a basso e ad alto contenuto di grassi ha influenzato le raccomandazioni nutrizionali, talvolta portando a considerare il formaggio un alimento da limitare” spiega la professoressa Emily Sonestedt, nutrizionista ed epidemiologa dell’Università di Lund e autrice principale dello studio – . I nostri risultati suggeriscono che alcuni latticini ad alto contenuto di grassi potrebbero essere associati a una migliore salute del cervello, mettendo in discussione alcune convinzioni consolidate”.

Lo studio non dimostra un rapporto di causa-effetto, ma individua un’associazione statistica, che resta significativa anche dopo aver tenuto conto di variabili come età, sesso, livello di istruzione e qualità complessiva della dieta. L’effetto osservato non è stato riscontrato per altri prodotti lattiero-caseari, come latte, yogurt, latticini magri o burro.

Questi risultati si inseriscono in un contesto più ampio di ricerca sulla prevenzione della demenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che la salute del cervello dipende da molteplici fattori modificabili – alimentazione, attività fisica, controllo dei fattori cardiovascolari – e che nessun singolo alimento può essere considerato protettivo da solo.

Formaggi ad alto contenuto di grassi e demenza: i risultati dello studio su Neurology

Lo studio pubblicato su Neurology mette in luce differenze rilevanti tra quantità, tipologia di latticini e rischio di demenza, che non emergono dal solo confronto “chi mangia formaggio vs chi non lo mangia”. I risultati principali includono:

  • chi consumava almeno 50 g al giorno di formaggio ad alto contenuto di grassi – una quantità paragonabile a a due fette di cheddar o a circa mezza tazza di formaggio grattugiato – aveva un rischio complessivo di demenza circa 13% inferiore rispetto a chi ne consumava meno di 15 g al giorno;
  • l’associazione più forte è stata osservata per la demenza vascolare – una forma strettamente legata alla salute dei vasi sanguigni cerebrali – , con circa 29% di rischio in meno; per la malattia di Alzheimer, invece, l’associazione favorevole emergeva soprattutto tra i partecipanti non portatori della variante genetica APOE ε4, suggerendo una possibile interazione tra dieta e predisposizione genetica.
  • chi consumava almeno 20 g di panna ad alto contenuto di grassi al giorno mostrava un rischio di demenza inferiore del 16% rispetto a chi non la consumava abitualmente;

Dall’analisi non è emersa alcuna associazione significativa per latticini magri, latte o burro o prodotti fermentati.

Quali sono i formaggi ad alto contenuto di grassi considerati nello studio

Nel lavoro, i ricercatori definiscono “ad alto contenuto di grassi” i formaggi che superano il 20% di grassi sul peso totale del prodotto. Si tratta di una categoria che include molte varietà comuni, spesso escluse o limitate nelle diete considerate “più salutari”.

Rientrano in questa definizione formaggi come cheddar, brie e gouda, esplicitamente citati nello studio, ma anche altre tipologie con profili nutrizionali simili, come emmental, gruviera, camembert ed erborinati stagionati. Altri formaggi con circa il 20% di grassi includono parmigiano, grana, pecorino, mozzarella e fior di latte, feta e, a volte, anche stracchino o crescenza, che hanno un contenuto di grassi che si aggira tra il 19% e il 25%, anche se la percentuale può variare leggermente in base alla produzione.

Questi formaggi condividono una maggiore densità energetica e un contenuto più elevato di grassi, vitamine liposolubili e composti bioattivi rispetto ai prodotti a basso contenuto di grassi.

Secondo gli autori, il dato chiave che emerge dallo studio non è il consumo indiscriminato di latticini, ma la differenza tra specifiche categorie di prodotti, che sembrano avere relazioni diverse con la salute del cervello nel lungo periodo. “I nostri risultati indicano che, quando si parla di salute del cervello, il tipo di latticino consumato può fare la differenza – ha aggiunto Sonestedt – . Lo studio ci suggerisce che alcuni prodotti ad alto contenuto di grassi si associano a esiti diversi rispetto ai latticini più leggeri, aprendo nuove domande sul ruolo dell’alimentazione nella prevenzione della demenza”.

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