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Magnifiche città Maya perdute scoperte sotto la fitta giungla del Guatemala

Un’intera civiltà Maya perduta, con centinaia di città e villaggi connessi da 177 chilometri di strade, è stata scoperta sotto la giungla del Guatemala.
A cura di Andrea Centini
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Alcune strutture Maya rilevate sotto la giungla del Guatemala. Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022
Alcune strutture Maya rilevate sotto la giungla del Guatemala. Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022

Una grande civiltà Maya precedentemente sconosciuta è stata individuata sotto la fitta vegetazione del Guatemala settentrionale, dove si celano intere città perdute. Si tratta di una scoperta straordinaria per estensione (circa 1.800 chilometri quadrati) e caratteristiche degli insediamenti rilevati, tali da suggerite una profonda rete di “interazioni sociali, politiche ed economiche”, come indicato dagli autori dello studio. Il periodo di riferimento della civiltà è quello preclassico dei Maya, compreso tra il 1.000 avanti Cristo e il 150 dopo Cristo. Al momento i dati sono stati raccolti principalmente dall'alto, con elicotteri e piccoli aerei, ma se ne saprà molto di più dopo l'organizzazione di spedizioni ad hoc nella giungla guatemalteca.

Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022
Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022

A scoprire e descrivere la nuova civiltà Maya è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi della Foundation for Anthropological Research and Environmental Studies (FARES) e dell'Università Statale dell'Idaho, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di geografia e ambiente dell'Università del Texas, della Scuola di Storia dell'Università di San Carlos – Città del Guatemala, del Progetto Bacino Mirador e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Richard D. Hansen, docente presso il Dipartimento di Antropologia dell'ateneo americano, hanno scoperto la nuova civiltà grazie alla tecnica di telerilevamento LIDAR (acronimo di Laser Imaging Detection and Ranging), grazie alla quale è possibile svelare strutture nascoste dal terreno e dalla vegetazione “sparando” laser da un mezzo aereo. Nel recente passato questa tecnologia ha dato un enorme contributo agli studi archeologici; tra le scoperte più significative una città perduta in Honduras; l'antica città di Mahendraparvata in Cambogia; e un misterioso monumento nella Foresta di Dean nel Regno Unito.

Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022
Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022

La civiltà Maya precedentemente sconosciuta è stata rilevata nel bacino carsico Mirador-Calakmul del Guatemala (MCKB), sita nell'area chiamata “Mayan Lowlands” (pianure Maya), la principale delle tre in cui è suddivisa la regione storica del Mesoamerica. I laser in grado di penetrare la fittissima giungla guatemalteca hanno fatto affiorare un vero e proprio paradiso da Indiana Jones; sono stati infatti identificati ben 775 insediamenti nel territorio del bacino, più altri 200 nelle aree limitrofe. Il professor Hansen e colleghi li hanno raggruppati “in 417 antiche città, paesi e villaggi di almeno sei livelli preliminari in base a superficie, volumetria e configurazioni architettoniche”. Tra le strutture rilevate grandi piramidi a gradoni risalenti al periodo del tardo / medio preclassico, circa 200 piscine per la raccolta e la gestione dell'acqua (annesse a una fitta rete di canali idrici artificiali) e ben 177 chilometri di strade rialzate che mettevano in collegamento i diversi insediamenti. Sono stati trovati anche decine di campi da gioco.

Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022
Credit: Hansen et al., Ancient Mesoamerica 2022

Era un mondo vivo e strettamente interconnesso, le cui rovine ci parlano di una collaborazione tra moltissimi individui. “La coerenza di forme e modelli architettonici, ceramiche, arte scultorea, modelli architettonici e costruzioni unificanti di strade rialzate all'interno di un territorio geografico specifico suggerisce una continuità politica, sociale ed economica centralizzata tra gli occupanti”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. “Il lavoro necessario per costruire enormi piattaforme, palazzi, dighe, strade rialzate e piramidi risalenti al periodo medio e tardo preclassico in tutto il MCKB suggerisce la capacità di organizzare migliaia di lavoratori”, hanno aggiunto Hansen e colleghi.

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Secondo gli autori dello studio la distribuzione degli insediamenti, le loro dimensioni e il fatto che fossero coevi “forniscono prove delle prime strategie amministrative e socio-economiche centralizzate all'interno di una regione geografica definita”. Probabilmente ci vorranno decenni per scoprire tutti i segreti celati sotto l'impenetrabile giungla del Mirador-Calakmul del Guatemala. I dettagli della ricerca “LiDAR analyses in the contiguous Mirador-Calakmul Karst Basin, Guatemala: an introduction to new perspectives on regional early Maya socioeconomic and political organization” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata “Ancient Mesoamerica” dell'Università di Cambridge.

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