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L’Islanda è entrata in una nuova era di attività vulcanica

La nuova eruzione del vulcano Fagradalsfjall è il terzo evento di maggiore entità dal 2021. Secondo gli esperti, preannuncia decenni di attività vulcanica.
A cura di Valeria Aiello
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L'eruzione del vulcano Fagradalsfjall, in Islanda, nel 2021.
L'eruzione del vulcano Fagradalsfjall, in Islanda, nel 2021.

La nuova eruzione del vulcano Fagradalsfjall, nella penisola occidentale di Reykjanes, in Islanda, sta impressionando il mondo per la sua lava gorgogliante, che risplende di un arancio brillante in una distesa dai toni scuri. Dal 2021, è il terzo evento di maggiore entità in un’area che per secoli è rimasta dormiente, ora diventata una destinazione popolare tra i turisti in cerca di emozioni forti. Secondo gli esperti, questa nuova eruzione, preannunciata il 4 luglio da più di 2.000 terremoti in appena 24 ore e diventata evidente con la trasudazione di roccia fusa il 10 luglio, sarebbe un ulteriore segnale dell’inizio di decenni di attività vulcanica nell’area.

L’eruzione del Fagradalsfjall e la nuova era vulcanica della penisola di Reykjanes

Il vulcano Fagradalsfjall si è formato nell’ultimo periodo glaciale nella penisola islandese di Reykjanes, a circa 30 chilometri a Sud-ovest della capitale Reykjavik. Questa penisola si trova in cima alla dorsale medio-atlantica in continua espansione, dove la placca nordamericana a Ovest e la placca eurasiatica a Est si stanno gradualmente separando e dove, il magma supercaldo e gassoso, che è meno denso della roccia circostante, a volte può salire nella crosta superficiale solo per galleggiamento.

Tuttavia, riporta il National Geographic, lo stiramento della regione “crea anche crepe in cui la roccia fusa può infiltrarsi”. Questa situazione sotterranea si manifesta con periodiche esplosioni vulcaniche. “I resoconti storici e gli studi sulle antiche rocce vulcaniche mostrano che i tempi di riposo vulcanico si trasformano in forti risvegli sismici ed eruttivi in un ciclo che si è verificato più volte negli ultimi millenni” spiegano gli esperti del magazine scientifico, evidenziando come la divisione tettonica in profondità abbia significato che le eruzioni più recenti erano in corso da tempo, nonostante la regione sia stata vulcanicamente dormiente per secoli.

Negli ultimi anni, diversi strati di magma sono risaliti verso la superficie, senza però trovare uno sbocco, probabilmente ostacolati dalla resistenza della crosta terrestre. Tuttavia, terremoti sempre più crescenti in termini di frequenza e forza, hanno spaccato la crosta, offrendo una via di fuga alla roccia fusa.

Ciò rende le eruzioni del Fagradalsfjall diverse da quelle della maggior parte dei vulcani, alimentate da camere magmatiche sottostanti, le cui dimensioni e pressione determinano la dimensione e durata dell’eruzione stessa. Nel caso del vulcano della penisola islandese di Reykjanes, le eruzioni sarebbero invece alimentate da un canale relativamente stretto e lungo, collegato direttamente al mantello terrestre.

Nell’insieme, i disordini e le recenti eruzioni hanno portato alcuni scienziati che l’aumento dell’attività vulcanica possa annunciare “l’inizio di decenni di eruzioni occasionali” ha recentemente affermato Dave McGarvie, vulcanologo della Lancaster University, prevedendo una nuova era di attività vulcanica per la penisola.

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