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Le cozze aliene invadono il Lago di Ginevra: bloccati anche i tubi che raffreddano un reattore nucleare

L’invasione della cozza quagga sta stravolgendo l’ecosistema del lago svizzero, con gravi ripercussioni sull’ambiente, sull’economia e persino sulla ricerca scientifica del territorio: il mollusco ha incrostato le tubature dell’Istituto federale svizzero di tecnologia di Losanna tanto da mettere a repentaglio il funzionamento di un reattore sperimentale per la fusione nucleare.
A cura di Niccolò De Rosa
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Immagine di repertorio
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Per chi lo osserva dalla riva, il Lago di Ginevra sembra immutabile, con le meravigliose Alpi riflesse nell’acqua, le spiagge frequentate d'estate e le barche che lo attraversano da una sponda all'altra. Sotto la superficie, però, da circa dieci anni è in corso una trasformazione profonda e silenziosa, che ha completamente sconvolto gli equilibri di uno dei più preziosi tesori paesaggistici del Vecchio Continente. Il lago è stato invaso dalle cozze quagga, una delle specie aliene più aggressive al mondo, che ha ormai ridisegnato l’ecosistema e iniziato a mettere in difficoltà anche infrastrutture strategiche per la Svizzera e la stessa comunità scientifica europea.

Che cos'è la cozza quagga

La cozza quagga (Dreissena rostriformis) è un mollusco originario della regione ponto-caspica, tra il Mar Nero e l'antico lago d’Aral. Si è diffusa prima attraverso i grandi fiumi e, in epoca più recente, grazie alla navigazione. Le larve e gli adulti si attaccano facilmente agli scafi delle imbarcazioni e viaggiando da un bacino all'altro, barche e navi hanno "importato" questo mollusco all'interno di nuovi ecosistemi. Perfino Canada e Stati Uniti hanno fatto la conoscenza di questa specie altamente invasiva all'inizio degli anni Novanta, obbligando le autorità ambientali a promuovere importanti politiche di prevenzione per impedire a queste cozze di espandere ulteriormente la loro infestazione. Anche l'Irlanda del Nord, come recentemente riportato dalla BBC ha riscontrato la presenza di alcuni esemplari nelle proprie acque interne.

In Svizzera la specie quagga è invece stata individuata per la prima volta nel 2014, ma nel Lago di Ginevra la specie ha trovato condizioni ideali per proliferare e ora la situazione appare quantomai preoccupante.

Numeri da record

Le cifre raccontano meglio di qualsiasi immagine la portata dell’invasione. Secondo i dati riportati dal The Guardian, oggi la densità media nel lago è di circa 4.000 cozze per metro quadrato, con picchi che superano i 35.000 individui in alcune zone. Le quagga sono state rinvenute fino a 250 metri di profondità, in ambienti bui e poveri di ossigeno dove poche altre forme di vita riescono a sopravvivere. Secondo i ricercatori dell’Università di Ginevra, nelle campagne di campionamento più recenti il 100% dei molluschi raccolti in simili ambienti apparteneva a questa specie.

Immagine di repertorio
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Un ecosistema completamente stravolto

Il problema non è però solo la quantità. A preoccupare gli esperti è soprattutto l'effetto che milioni di cozze esercitano sull’intera catena alimentare. Ogni individuo filtra fino a due litri d’acqua al giorno per nutrirsi di fitoplancton, alla base del sistema ecologico del lago. Sottraendo questi nutrienti, le quagga mettono in difficoltà i piccoli crostacei e le altre specie che si nutrono di questo microrganismo, con ricadute dirette sulla popolazione ittica e, quindi, anche sulla pesca professionale, che rappresenta un settore tutt'altro che marginale per il territorio. Non solo. Poiché l'acqua filtrata diventa più limpida, la luce penetra più in profondità e questo può innescare nuovi squilibri, favorendo alghe tossiche e alterando le correnti interne già indebolite dal riscaldamento climatico.

Un danno che purtroppo appare irreversibile poiché, come gli stessi ecologi hanno sottolineato, una volta che le cozze quagga hanno preso possesso di un'area acquatica, è pressoché impossibile eradicarle. "È troppo tardi per questo lago", ha spiegato il biologo Bastiaan Ibelings che in una sconfortata dichiarazione ha descritto il fondale come "un prato di quagga, dove ogni spazio è occupato". Gli obiettivi realistici, ormai, sono soltanto due: arginare i danni e impedire che l'invasione raggiunga altri laghi attraverso controlli rigorosi e una pulizia certosina delle imbarcazioni e delle attrezzature da pesca.

Il caso EPFL: tubature occluse e impianti a rischio

Nell'eclatante caso svizzero, l'impatto dell'invasione non si è limitato sollo alla questione ambientale. All‘Istituto federale svizzero di Tecnologia di Losanna (EPFL) le cozze quagga hanno colonizzato circa cinque chilometri di tubature che pescano acqua fredda dal lago, a 75 metri di profondità, per il raffreddamento degli impianti. Nel giro di pochi anni, gli scambiatori di calore hanno perso fino a un terzo della loro efficienza, intasati da frammenti di conchiglie.

Le conseguenze sono state rilevanti. L'aria condizionata, per esempio, non riusciva più a climatizzare gli ambienti, un aspetto che combinato con le temperature estive (ormai perennemente sopra le medie) ha comportato seri rischi per i data center e per esperimenti scientifici che necessitano di condizioni termiche stabili e controllate. Anche il Tokamak, il reattore sperimentale per la fusione nucleare ospitato nel campus, dipende da un raffreddamento affidabile. Per questo EPFL e Università di Losanna hanno deciso di costruire un nuovo sistema chiuso, isolato dalle acque infestate, per garantire un funzionamento efficiente e, soprattutto, sicuro. I lavori inizieranno nel 2027 e dureranno cinque anni. Nel frattempo, continua la battaglia contro la cozza aliena in un lago che, con ogni probabilità, non sarà mai più quello di prima.

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