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La Terra è appena stata colpita da un raggio energetico trasmesso dallo spazio

Ricevuto dalla stazione di terra del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, il raggio energetico è stato trasmesso da un sistema sperimentale che potrebbe essere utilizzato per inviare energia solare ovunque sulla Terra.
A cura di Valeria Aiello
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Un raggio energetico, inviato alla Terra dallo spazio, ha appena colpito il nostro pianeta, aprendo la strada a una nuova era di trasmissione spaziale dell’energia. Ricevuto dalla stazione di terra del California Institute of Tecnology (Caltech) di Pasadena, il raggio è stato inviato da un sistema sperimentale denominato SSPD, acronimo di Space Solar Power Demonstrator, un’unità di trasferimento di potenza wireless nello spazio e dallo spazio alla Terra che ha il potenziale per trasmettere l’energia prodotta mediate i pannelli solari dislocati su un satellite in orbita e inviarla ovunque sulla Terra. La ricezione del raggio, per adesso ancora di pochi milliwatt di potenza, ha dimostrato che la trasmissione di energia dallo spazio è possibile e potrebbe essere il primo passo verso la realizzazione di una centrale solare spaziale entro dieci anni.

Una centrale del genere trarrebbe vantaggio da una maggiore esposizione al Sole, dovuta all’assenza di nuvole e atmosfera, oltre alla capacità di evitare l’oscurità notturna. Tuttavia, la difficoltà di progettare e realizzare strutture abbastanza grandi da essere performanti ma sufficientemente leggere da poter essere lanciate con un razzo nell’orbita terrestre ha finora reso complessa l’implementazione di tali strutture. In quest’ambito, spiegano i ricercatori dietro l’esperimento, il SSPD rappresenta il primo sistema ad aver dimostrato la fattibilità del trasferimento di energia wireless dallo spazio. L’esito di questo esperimento, incluso il puntamento del raggio verso la Terra e il suo rilevamento da parte della stazione di terra, sono stati presentati e discussi in dettaglio in un articolo disponibile in pre-print su ArXiv.

Raggio di energia solare trasmesso dallo spazio alla Terra

Nella prima dimostrazione di trasferimento dell’energia solare dallo spazio alla Terra, lo Space Solar Power Demonstrator (SSPD) ha sfruttato il Microwave Array for Power-transfer Low-orbit Experiment (MAPLE), una delle tecnologie chiave dell’SSPD, costituito da una serie di trasmettitori che possono irradiare energia verso una direzione specifica.

Nello specifico, questa rete di trasmettitori “utilizza precisi elementi di controllo della temporizzazione per focalizzare dinamicamente la potenza in modo selettivo sulla posizione desiderata utilizzando l’aggiunta coerente di onde elettromagnetiche – ha indicato il team di sviluppatori, guidato da Ali Hajimiri, professore di ingegneria elettrica del Caltech e co-direttore del progetto – . Ciò consente di trasmettere la maggior parte dell'energia nel luogo desiderato e da nessun’altra parte”.

Il sistema sperimentale è stato lanciato nell’orbita terrestre bassa nel gennaio 2023 e, appena due mesi dopo, era già stato in grado di trasmettere circa 100 milliwatt di potenza nello spazio e inviare il raggio energetico in qualsiasi altra direzione. Il test che ha trasmesso l’energia alla Terra era stato progettato affinché sul nostro pianeta arrivasse circa 1 milliwatt di potenza ed è stato ripetuto per tre volte nell’arco di otto mesi. In tutti questi tre test, il raggio energetico è stato rilevato con successo.

Risultati dell'invio dallo spazio alla Terra di un raggio di energia solare durante i test / Credit: ArXiv
Risultati dell'invio dallo spazio alla Terra di un raggio di energia solare durante i test / Credit: ArXiv

L’idea dei ricercatori è quella di creare una costellazione di veicoli spaziali modulari che possa trasmettere energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 10.000 case. Poiché il sistema può irradiare energia in qualsiasi direzione, esiste inoltre la possibilità che l’energia possa essere indirizzata in località specifiche del pianeta, ad esempio durante un’emergenza. Al momento, il sistema è sperimentale ma una volta che la tecnologia sarà ottimizzata “speriamo che il trasferimento di energia wireless democratizzi l’accesso all’energia, allo stesso modo in cui Internet ha democratizzato l'accesso alle informazioni – ha aggiunto Ali Hajimiri – . Per riceverla, non sarà necessaria alcuna infrastruttura e ciò significa che potremo inviarla anche in regioni remote e aree devastate da guerre o disastri naturali”.

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