La straordinaria scoperta di una città sommersa nel lago Issyk-Kul: “Distrutta da un terribile terremoto”

Una spedizione internazionale di archeologi organizzata dalla Società Geografica Russa (RGS) ha appena scoperto le "tracce di una città sommersa" sui fondali dell'ottavo lago più profondo al mondo, il lago Issyk-Kul, in Kirghizistan, presso il sito di Toru-Aygyr.
Si tratta di un complesso sommerso noto da tempo e posto vicino alla riva nord-occidentale di questo enorme lago salato, a una profondità che non supera i quattro metri, una posizione straordinariamente vicina alla superficie se si considera che il lago raggiunge una profondità massima di 668 metri. Spedizioni subacquee precedenti avevano già individuato in questo sito i resti di quello che da tempo si sospettava essere un importante centro medievale lungo la Via della Seta, probabilmente andato distrutto dopo un terribile terremoto che colpì la regione nel XV secolo.
Ma oggi questo gruppo internazionale di archeologi – a cui ha preso parte anche l’Istituto di Archeologia dell’Accademia Russa delle Scienze e l’Istituto di Storia, Archeologia ed Etnologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze del Kirghizistan – ha portato alla luce nuovi ritrovamenti che rendono quei sospetti molto più concreti, anzi potremmo dire certi.
Cosa hanno scoperto gli archeologi
Negli scorsi mesi gli archeologi hanno compiuto diverse immersioni subacquee, durante le quali hanno esplorato quattro sezioni del sito a profondità comprese tra 1 e 4 metri. Durante queste immersioni sono riusciti a trovare molti elementi fondamentali per ricostruire la storia di Toru-Aygyr.
Ad esempio, nella prima sezione hanno individuato i resti di strutture in mattoni cotti, tra cui quelle che sembrano a tutti gli effetti le rovine di un mulino con macina in pietra per il grano o la semola, ma anche strutture in pietra e legno che provano si trattasse di un insediamento organizzato e perfino elementi architettonici decorativi, probabilmente prova dell'esistenza di un edificio pubblico come una moschea o una madrasa, un antico istituto educativo e religioso musulmano. Mentre nel terzo sito i ricercatori hanno rilevato anche reperti di ceramiche medievali e un grande vaso ancora integro.
Il ritrovamento più inaspettato
Ma è soprattutto nella seconda sezione che i ricercatori hanno compiuto la scoperta più interessante: una necropoli musulmana risalente al XIII–XIV secolo, in cui erano ancora presenti alcuni resti umani. I ricercatori sono riusciti a stabilire che si trattava di un'antica necropoli musulmana perché le sepolture, ritrovate in un'area di 300×200 metri, "hanno conservato – spiega la Società Geografica Russa – i segni di rituali islamici tradizionali", ad esempio gli scheletri sono rivolti a nord con la faccia rivolta verso la Qibla, ovvero la direzione verso la Mecca. Sono stati perfino recuperati i resti degli scheletri di due persone, un uomo e una donna, che verranno ulteriormente approfonditi.
"Il sito che stiamo studiando era una città o un importante centro commerciale su un punto strategico della Via della Seta", ha spiegato Valery Kolchenko, ricercatore dell'Accademia Nazionale delle Scienze del Kirghizistan, tra gli studiosi che hanno guidato la spedizione.
Secondo la ricostruzione dei ricercatori, quando la città venne sommersa dalle acque del lago, gli abitanti erano già evacuati, ma dopo quel terribile evento la città e la ricca civiltà che l'aveva animata scomparvero per sempre insieme alle sue rovine. Almeno questo è stato il suo destino fino a oggi.