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La solitudine fa male al cuore e può anche uccidere

Lo mostrano i risultati di un’ampia review che ha coinvolto oltre 2 milioni di persone in tutto il mondo.
A cura di Valeria Aiello
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La solitudine fa male e le sue conseguenze possono essere mortali. Lo mostrano i risultati di un’ampia review di 90 studi che hanno coinvolto oltre 2 milioni di persone in tutto il mondo, da cui emerge chiaramente come le persone che riferiscono di essere socialmente isolate o di sentirsi sole abbiano maggiori probabilità sperimentare impatti negativi sulla salute e di accorciare la durata della propria vita.

La solitudine può ridurre la durata della vita

Il legame tra isolamento sociale, solitudine e rischio di mortalità precoce è controverso, in quanto non è del tutto chiaro come la solitudine e l’isolamento sociale influenzino la salute e il benessere di una persona. Eppure, nella popolazione generale, sia l’isolamento sociale sia la solitudine sono significativamente associati a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause, incluso il cancro. L’isolamento sociale è inoltre risultato collegato a un aumento del rischio di morte per malattie cardiache.

Sul perché di queste associazioni esistono diverse teorie che si fondano sostanzialmente su abitudini e stile di vita delle persone socialmente isolate o sole, che possono ad esempio avere minori probabilità di seguire una dieta sana, fare esercizio fisico, oppure avere una maggiore abitudine al fumo e al consumo di alcolici. Alcuni studi hanno indicato che l’isolamento sociale è legato all’infiammazione e all’indebolimento del sistema immunitario. È anche noto che le persone socialmente isolate possono avere minori probabilità di ricevere cure mediche, a causa delle loro reti sociali più piccole.

I risultati della review, pubblicati sulla rivista Nature Human Behaviour, sono coerenti con quanto emerso in una precedente meta-analisi, che ha rilevato che l’isolamento sociale e la solitudine sono predittori significativi di morte. È anche vero che isolamento sociale e solitudine possono sovrapporsi, ma non sempre viaggiano insieme.

Un individuo può essere solo e non isolato, e isolato e non solo” ha spiegato Julianne Holt-Lunstad, direttrice del Social Connection and Health Lab della Brigham Young University di Provo, nello Utah, che non è stata coinvolta nella review, ma che ha concentrato gran parte della sua ricerca sugli effetti sulla salute della solitudine. “I dati provenienti da 90 studi suggeriscono che l’isolamento è il [rischio] più forte dei due, ed aumenta significativamente le probabilità di morte precoce”.

Secondo i ricercatori, una maggiore attenzione all’isolamento sociale e alla solitudine può contribuire a migliorare il benessere delle persone e ridurre il rischio di mortalità. “Dovremmo concentrare i nostri sforzi sulla consapevolezza e su come riconoscere e affrontare la solitudine – ha aggiunto Holt-Lunstad – . Sento ripetutamente persone che sminuiscono gli effetti dell’isolamento, ma non possiamo presumere che sia un bene per noi, anche se lo scegliamo o lo preferiamo”.

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