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La fine dell’universo arriverà “molto prima del previsto”: la scoperta che riscrive il destino cosmico

L’universo è destinato a decadere molto prima di quanto si pensasse: secondo i nuovi calcoli degli scienziati, gli ultimi resti stellari impiegheranno un tempo di circa 1.022 ordini di grandezza inferiore ad “evaporare”, stimando che la fine dell’universo avverrà tra 10^78 anni.
A cura di Valeria Aiello
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La fine dell’universo arriverà “molto prima del previsto, secondo una nuova previsione che riscrive il destino del cosmo intero. Lo dimostrano i calcoli di tre scienziati della Radboud University di Nimega, in Olanda, che hanno stimato il tempo che gli ultimi resti stellari – le nane bianche, ovvero i corpi celesti più resistenti – impiegheranno a “evaporare” attraverso un processo simile alla radiazione di Hawking.

Questa radiazione, teorizzata per la prima volta dal fisico britannico Stephen Hawking nel 1975, è una forma di energia termica che, a differenza di quanto previsto dalla relatività di Einstein, può sfuggire da un buco nero e, nel tempo, causarne la completa evaporazione. Secondo i ricercatori, anche altri oggetti con un campo gravitazionale possono “evaporare” attraverso un processo simile, come dimostrato in uno studio precedente.

Sulla base di questa loro conclusione, gli studiosi hanno quindi calcolato in quanto tempo “evaporeranno” anche i resti stellari più resistenti, scoprendo che la fine dell’universo avverrà tra circa 10^78 anni (1 seguito da 78 zeri), ovvero 1.022 ordini di grandezza in meno di quanto finora ipotizzato. I dettagli di questi calcoli sono stati descritti in un nuovo studio, accettato dal Journal of Cosmology and Astroparticle Physics e pubblicato sul server di pre-stampa arXiv.

La fine dell’universo è più vicina di quanto pensassimo

L’universo ha un nuovo termine ultimo di esistenza, che è molto più vicino di quanto pensassimo: tenendo conto della sola radiazione di tipo Hawking, la fine ultima dell’universo avverrà tra circa 10^78 anni (un 1 con 78 zeri), molto prima di quanto precedentemente ipotizzato. Questo enorme numero di anni corrisponde al tempo di evaporazione delle nane bianche – i corpi celesti più persistenti del cosmo – e, per quanto possa sembrare elevato, è decisamente inferiore alla durata della vita delle nane bianche calcolata senza tenere conto della radiazione di tipo Hawkng, pari a 10^1100 anni (un 1 con 1100 zeri).

In altre parole, l’universo starebbe decadendo con un tempo di circa 1.022 ordini di grandezza inferiore, per cui la fine definitiva del cosmo “arriverà molto prima del previsto, anche se fortunatamente richiederà comunque un tempo molto lungo” ha affermato Heino Falcke, autore principale dello studio e professore di radioastronomia e fisica delle astroparticelle presso la Radboud University.

Insieme ai suoi colleghi, il professor Falcke ha anche calcolato quanto tempo impiegheranno altri oggetti celesti ad “evaporare” , come ad esempio la Luna, che avrà un tempo di evaporazione pari a 10^90 anni, se non interverranno altri processi a causarne la scomparsa. Riguardo invece i buchi neri, il loro tempo di evaporazione medio è stimato in 10^67 anni, il che è sorprendentemente uguale al tempo impiegato dalle stelle di neutroni.

Questo è stato inaspettato, perché i buchi neri hanno un campo gravitazionale più intenso delle stelle di neutroni, che dovrebbe farli ‘evaporare’ più velocemente – ha aggiunto il co-autore dello studio e ricercatore post-dottorato Michael Wondrak -. Ma i buchi neri non hanno superficie, riassorbendo parte della propria radiazione ed inibendo il processo”.

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