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La clinica in Turchia che fa diventare più alti, la storia di Frank: “Uno dei dolori peggiori mai provati”

In Turchia c’è una clinica che promette di far diventare più alti i suoi pazienti attraverso interventi molto costosi e complessi che richiedono un lungo iter post-operatorio e non sono privi di rischi. Lo dimostra la storia di Frank, operato per un’embolia polmonare nei mesi successivi all’intervento.
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A Istanbul, oltre alle centinaia di cliniche per i trapianti di capelli aperte nell'ultimo periodo, da dieci anni c'è anche una clinica per diventare più alti. Si chiama Wanna Be Taller e sul sito ufficiale è descritta come "la prima azienda turca specializzata in chirurgia di allungamento degli arti".

A differenza del fenomeno del turismo sanitario legato ai trapianti di capelli – ne abbiamo parlato in questo approfondimento su Fanpage.it – gli interventi per diventare più alti non sono ancora così alla moda, eppure attirano pazienti, soprattutto uomini, da diversi paesi del mondo, nonostante i costi altissimi, i lunghi e complessi periodi di recupero e i possibili rischi che questo intervento presenta. Uno dei pazienti ha raccontato la sua esperienza al Guardian.

Una clinica per diventare più alti

Frank – il cognome è stato omesso, probabilmente per proteggere la sua privacy – ha 38 anni ed è alto 1,67 m. O meglio, lo è stato finora. Dopo l'intervento è diventato alto 1,74 m, guadagnando 7,3 cm. In realtà, il suo obiettivo era raggiungere un'altezza 1,79 m, ma i nervi e i tendini delle sue gambe non potevano allungarsi di più. Tuttavia, il percorso per realizzare il suo sogno è stato tutt'altro che semplice.

Anche se appena poco sotto la media maschile, l'altezza per Frank – ha raccontato al giornale inglese – è stata una fonte di disagio e insicurezza per molti anni, così durante la sua luna di miele si è deciso: voleva essere più alto. Si è così rivolto alla clinica Wanna Be Taller, che si propone come centro leader in questo tipo di procedure.

Sul sito garantisce infatti di "aver curato" più di 700 pazienti negli ultimi due anni. Mentre subito sotto scorrono immagini del prima e del dopo dei loro pazienti: tra le due foto si leggono i centimetri guadagnati: più 6,5 cm, più 8,5 cm e perfino più 11 cm. Il fondatore si chiama Ibrahim Alğan e dice di essersi sottoposto lui stesso a due interventi per diventare più alto.

Come funziona l'allungamento degli arti inferiori

Al Guardian Frank ha raccontato di aver speso quasi 29.000 euro (l'opzione più economica proposta dall'azienda) per sottoporsi al tanto agognato intervento. Il prezzo comprende anche i mesi di soggiorno in hotel per la fisioterapia successiva all'intervento. La tecnica eseguita su di lui consiste infatti – ha spiegato il giornale inglese – nell'uso di fissatori esterni, invece che di un dispositivo elettronico interno, come prevede l'altra tecnica possibile. Il paziente deve ogni giorno, più volte al giorno, girare una chiave posta in queste staffe di metallo. Ogni volta che la chiave gira si crea un minuscolo spazio tra le due barre che sono state inserite nel suo femore. Cinque giri al giorno equivalgono a poco più di un millimetro al giorno in 10 settimane.

La clinica spiega così l'intervento: "Il concetto di base è quello di rompere chirurgicamente l'osso (osteotomia) e poi estenderlo progressivamente (distrazione) utilizzando un dispositivo di fissazione interno o esterno". Questo si può fare con sistemi di fissazione esterni (come nel caso di Frank), interni, o ibridi.

I possibili rischi

Secondo quanto si legge sul sito della clinica, si possono raggiungere sette, otto centimetri con un intervento, fino a un massimo di quindici con più interventi. Tuttavia, si tratta di un percorso lungo, con mesi di fisioterapia, e non privo di possibili rischi.

Secondo l'inchiesta del Guardian, dal punto di vista della clinica i rischi possibili sono quelli legati a un mancato rispetto dell'iter di cure da seguire dopo l'intervento e possono andare da problemi alle articolazioni, mancata crescita del nuovo tessuto osseo, fino a coaguli e problemi agli arti, come la cosiddetta "sindrome della ballerina" in cui i tendini di Achille non si allungano di pari passo alle ossa fino a compromettere l'uso delle gambe. Un anno fa, un paziente arrivato dall'Arabia Saudita è morto per un coagulo dopo essersi sottoposto all'intervento. In merito a questo episodio, la clinica si è limitata a dire che un'indagine condotta dall'Arabia Saudita ha escluso eventuali responsabilità del chirurgo che ha effettuato l'operazione.

Anche Frank, il paziente intervistato dal Guardian, ha dovuto fare i conti con una grave complicazione: durante il periodo successivo all'operazione è stato ricoverato per un dolore lancinante alle gambe, "uno dei dolori peggiori che abbia mai provato".

In ospedale i medici si sono accorti che aveva un'embolia polmonare in corso, dovuta a un coagulo che si era spostato nelle arterie polmonari. Secondo i medici che lo hanno operato d'urgenza per salvargli la vita, l'uomo non stava prendendo una dose adeguata di anticoagulanti. Eppure Frank, ricontattato dal Guardian, ha detto di non essersi pentito della sua scelta.

Wanna Be Taller ha commentato l'accaduto dicendo che di tutti i loro pazienti, il paziente saudita e Frank sono stati gli unici ad avere complicazioni successive all'operazione.

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