In Italia l’obesità diventa ufficialmente una malattia: come cambia l’accesso alle visite con la nuova legge

In Italia l'obesità è riconosciuta ufficialmente come malattia. Questa mattina il Senato ha infatti approvato il disegno di legge "Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità"(Ddl n.1483) senza modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera lo scorso 7 maggio.
Questo significa che una volta entrata in vigore, la legge garantirà alle persone affette da obesità di accedere alle prestazioni previste nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), erogati dal Servizio sanitario nazionale. La legge prevede infatti inoltre tutta una serie di finanziamenti che dovranno servire a coprire le spese per la prevenzione e il trattamento dell'obesità, oltre a interventi di formazione per medici e professionisti sanitari che si occupano di questa condizione.
Cosa afferma la legge
Il disegno di legge, che porta la firma del capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio e presidente dell’Intergruppo Parlamentare "Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili", afferma al primo articolo che "l'obesità, correlata ad altre patologie di interesse sociale, è una malattia progressiva e recidivante".
Riconoscere l'obesità come una malattia a sé stante significa quindi riconoscere pienamente alle persone il diritto di accedere alle cure previste dai Livelli essenziali di assistenza. Lo afferma chiaramente il testo approvato all'articolo 2: "Al fine di assicurare l’equità e l’accesso alle cure, i soggetti affetti da obesità usufruiscono delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale".
La legge stabilisce l'avvio di un programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, per cui saranno destinati finanziamenti crescenti nei prossimi anni: 700.000 nel 2025, 800.000 euro ne 2026 e 1,2 milioni di euro ogni anno a partire dal 2027. Altri 400.000 all'anno verrano stanziati – si legge nel testo della legge – per l'aggiornamento e la formazione sulla cura e la prevenzione dell'obesità e del sovrappeso degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale coinvolti nella prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità. Altri 100.000 euro all'anno saranno destinati a iniziative di informazione pubblica rivolte alla popolazione.
La prevenzione nei bambini
Tra i punti sottolineati nel testo di legge c'è la prevenzione dell'obesità nell'infanzia, attraverso iniziative volte a responsabilizzare i genitori, ma anche promuovere attività formative all'interno delle scuole e a favorire le attività sportive.
L'obesità non riguarda infatti soltanto gli adulti, nel mondo e in Italia. Secondo i dati del programma di sorveglianza nazionale OKkio alla Salute dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), nel 2023 il 19% de bambini era in sovrappeso, il 9,8% era invece già affetto da obesità. Negli adulti la situazione non è migliore: nel biennio 2020-2021 sempre l'ISS ha calcolato che il 43% della popolazione adulta era in eccesso ponderale, ovvero presentava un eccessivo accumulo di grasso corporeo: di questi il 33% era in sovrappeso e il 10% era obeso.
L'obesità: un'emergenza sanitaria
Tra gli altri fattori di rischio, la diffusione di diete sempre più ricche di alimenti ultraprocessati, ricchi di grassi sature e zuccheri raffinati, e povera di frutta e verdura, così come uno stile di vita spesso troppo sedentario, rischiano di peggiorare ulteriormente le cose nei prossimi anni. A marzo 2025 uno studio molto importante del Murdoch Children's Research Institute (MCRI) ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: se il trend in atto non verrà arrestato, entro il 2050, oltre la metà degli adulti e quasi un terzo dei bambini e degli adolescenti nel mondo saranno in sovrappeso o obesi.
L'obesità è una malattia a tutti gli effetti, oltre a essere un fattore di rischio per molte altre condizioni di salute, alcune anche molto gravi. A questa conclusione l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) era giunta già nel 1997 definendo in un documento storico l'obesità una malattia "complessa", "non completamente compresa", "grave" e "cronica".
Oggi l'obesità è considerata una minaccia alla salute globale: essere obesi sul lungo periodo, oltre a compromettere la qualità di vita, può aumentare il rischio di sviluppare malattie metaboliche, come il diabete, patologie cardiovascolari, ictus e diversi tipi di tumore. Negli anni si è consolidata la convinzione che essere obesi o in sovrappeso è una questione di volontà e di scelte, ma come ha spiegato a Fanpage.it il professore Francesco Rubino, nominato dal Time100 Health 2025 tra le cento persone più influenti nell'ambito della salute, l'obesità coinvolge meccanismi metabolici molto più complessi che non possono essere ridotti soltanto alla volontà del singolo.