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In Italia le emissioni sono calate del 6.2% ma c’è un settore che resta un problema

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha pubblicato i dati sulla produzione di emissioni di CO2 in Italia: nel 2023 si stima un caso del 6,2%, ma non è ancora abbastanza e l’Italia rischia di non rispettare gli obiettivi europei.
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Sull'andamento delle emissioni di gas serra in Italia ci sono due notizie. Una buona e una cattiva. Partiamo dalla prima: anche per il 2023 il trend è in diminuzione per quasi tutti i settori, fatta eccezione per i trasporti. Si stima infatti che nell'ultimo anno le emissioni totali siano diminuite del 6,2%, grazie al sempre maggiore impiego di fonti rinnovabili e e combustibili a basse emissioni di carbonio nell'industria e nella produzione energetica.

È quanto emerge dall'ultima edizione della pubblicazione Ispra "Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030". Una buona notizia, ma non abbastanza: sebbene infatti le emissioni di gas serra continuino a diminuire, siamo comunque sopra la soglia massima consentita di 12,9 MtCO2eq, stabilita per il 2023, e di molto: si stima che per il 2023 l'Italia abbia emesso infatti 26 MtCO2eq. Oltre al problema degli obiettivi europei da raggiungere, le emissioni sono tra le principali responsabili della crisi climatica.

Quante emissioni ha prodotto l'Italia nel 2023

Oltre a confermare il trend in diminuzione, il report di Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) mostra più nel dettaglio la situazione anno per anno. Grazie al sempre maggiore utilizzo di energie rinnovabili o a basse emissioni di carbonio, nel 2022 le emissioni sono diminuite del 21% rispetto al 1990. Tuttavia, sempre nello stesso anno è stato registrato un lieve aumento rispetto al 2021 (dello 0,4%), per un totale di 413 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Un aumento rispetto al quale ha avuto un ruolo "determinante" – spiega Ispra – il settore dei trasporti.

Il peso delle emissioni prodotte da trasporti e rifiuti

Mentre in tutti i settori, le emissioni prodotte sono in calo, i trasporti continuano a rappresentare un problema, soprattutto quelli stradali: questi sono infatti responsabili del 90% del totale di emissioni prodotte dal settore. Inoltre, nell'ultimo anno le cose sono perfino peggiorate rispetto all'anno precedente: nel 2023 le emissioni prodotte dal settore sono aumentate del 5% rispetto all'anno precedente (+7,4% rispetto al 1990).

Oltre a quello dei trasporti, c'è solo un altro ambito che ha registrato un aumento, e non una riduzione, di emissioni prodotte rispetto al 1990: quello dei rifiuti, le cui emissioni stimate per il 2023 dovrebbero essere cresciute del 5,7%.

Al settore dei trasporti, da solo responsabile del 26% del totale delle emissioni, segue quello energetico (23%), residenziale (18%) e dell'industria manifatturiera (13%).

Il problema degli obiettivi europei

Stando così le cose, il rischio è che l'Italia non riesca a soddisfare gli obiettivi indicati a livello europeo dal regolamento Effort Sharing, da cui ci allontaniamo sempre di più a causa dell'assenza di una riduzione significativa nelle emissioni prodotte dal settore dei trasporti e quello residenziale.

Il piano Effort Sharing è il regolamento europeo per la riduzione delle emissioni prodotte dall'Ue e che fissa il tetto massimo di emissioni all'anno consentite per ciascuno di questi. Il nuovo regolamento Ue, approvato a luglio 2023, ha aumentato la riduzione complessiva da raggiungere entro il 2030, passando dal 30% al 40% in meno rispetto al 2005.

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