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Piatti pronti più sani farebbero meno male alla salute e ridurrebbero le emissioni nell’UE

Oltre a farci risparmiare 2,8 miliardi di euro ogni anno, grazie al costo più basso degli ingredienti utilizzati: è quanto emerge dal rapporto “Making Prepared Foods Healthier & More Sustainable” che valuta gli impatti di nuove politiche europee volte ad adeguare i pasti pronti alle raccomandazioni dietetiche dell’OMS e della Commissione Eat-Lancet.
A cura di Valeria Aiello
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I piatti pronti, preparati su vasta scala e spesso solo da riscaldare, farebbero meno male non solo alla salute ma anche al portafoglio e all’ambiente, se contenessero ingredienti più sani e sostenibili. Le stime dei benefici che potrebbero derivare da un adeguamento dei pasti pronti alle raccomandazioni dietetiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Commissione Eat-Lancet arrivano dal rapporto “Making Prepared Foods Healthier & More Sustainable della società di consulenza Systemiq, commissionato da associazioni dei consumatori, organizzazioni sanitarie e ambientali, tra cui la Federazione spagnola dei consumatori e degli utenti CECU e l’Alleanza europea per la sanità pubblica (EPHA).

Secondo il rapporto, piatti pronti più sani contribuirebbero a ridurre il rischio di malattie legate all’alimentazione, come i tumori, le malattie cardiovascolari, le malattie del fegato e il diabete, farebbero risparmiare 2,8 miliardi di euro ogni anno ai consumatori dell’Unione Europea grazie al più basso costo degli ingredienti utilizzati, e ridurrebbero significativamente le emissioni di gas serra. Sempre nell’UE, l’adeguamento dei pasti pronti alle linee guida dell’OMS consentirebbe di tagliare di quasi 40 tonnellate le emissioni di CO2 equivalenti (CO2e), pari al togliere dalle strade 31 milioni di nuove auto ogni anno.

Ancora maggiore sarebbe l’impatto derivante dall’adeguamento alle raccomandazioni della Commissione Eat-Lancet, 48 milioni di tonnellate di CO2e, che corrispondono alle emissioni annuali di circa 38 milioni di nuove auto.

Come rendere i piatti pronti più sani e sostenibili

Attualmente, i piatti pronti rappresentano un sesto (17%) dell’apporto calorico totale nell’UE, ma anche un mercato che ha fatto segnare una rapida crescita negli ultimi 15 anni, in particolare in Italia, Germania e Spagna, dove sono stati consumati tra i 40% e il 60% di piatti pronti in più. Ad oggi, evidenzia il rapporto, il consumo di piatti pronti in Francia e in Spagna è paragonabile ai livelli osservati negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2008, ovvero nei Paesi con un più alto consumo di cibi pronti.

I pasti pronti contribuiscono enormemente ai problemi sanitari e ambientali causati dalle diete europee – precisano gli autori del rapporto – : contengono tre volte più sale di quanto raccomandato dalle linee guida dell’OMS, il doppio della carne rispetto alla dieta europea media e quattro volte più carne rossa di quanto raccomandato dalla Commissione Eat-Lancet”.

Queste criticità potrebbero essere risolte allineando i pasti pronti a queste linee guida – secondo i principi dietetici dell’OMS (WHO Healthy Diet for Adults), una dieta sana per gli adulti include frutta, verdura, legumi, noci e cereali integrali, che andrebbero consumati ogni giorno. La carne rossa può essere consumata 1-2 volte alla settimana e il pollame 2-3 volte alla settimana. D’altra parte, la dieta sana partendo da un sistema alimentare sostenibile sviluppata dalla Commissione Eat-Lancet (The Planetary Health Diet) raccomanda che gli adulti consumino in media almeno 125 grammi di fagioli secchi, lenticchie, piselli o altri legumi e frutta secca ogni giorno. È inoltre raccomandato un consumo di non più di 98 grammi di carne rossa, 203 grammi di pollame e 196 grammi di pesce alla settimana.

Rendere i piatti pronti più sani e più sostenibili è una politica corretta sotto tutti gli aspetti – ha affermato Mansilla della Federazione spagnola dei consumatori e degli utenti, una delle organizzazioni coautrici del rapporto – . Le opzioni più sane e sostenibili non devono essere necessariamente così costose , anzi. Il miglioramento di questi pasti ridurrebbe i costi degli ingredienti, il che consentirebbe di offrire opzioni di pasto più nutrienti a prezzi accessibili. Ciò diventa rilevante in un momento in cui l’Europa sta attraversando una crisi del costo della vita e, sebbene il CECU sostenga diete con alimenti naturali e pochi o nessun cibo trasformato, la popolarità dei pasti preparati è alle stelle”.

L’Unione europea sta già studiando come passare a sistemi alimentari sostenibili e incentivare l’adozione di diete sane. “Un modo relativamente semplice potrebbe essere quello di introdurre politiche che spingano le grandi aziende della catena alimentare a promuovere miglioramenti di sostenibilità, enfatizzando la necessità che il sistema alimentare offra scelte più sane e sostenibili – evidenziano gli autori dello studio – . L’obiettivo finale è rendere gli alimenti sani e sostenibili l’opzione più semplice ed economica per i consumatori”.

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