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Il volo spaziale può causare disfunzione erettile: rischi per gli astronauti che andranno su Marte

Un team di ricerca statunitense ha dimostrato che il volo spaziale può provocare la disfunzione erettile. Danni neurovascolari osservati nel pene di ratti sottoposti a controversi esperimenti per simulare le condizioni dello spazio.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESA
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Viaggiare nello spazio può provocare la disfunzione erettile a causa della microgravità dell'esposizione alla radiazione cosmica galattica (GCR). È quanto emerso da un nuovo studio nel quale sono stati condotti controversi esperimenti su modelli murini (ratti), nei quali sono stati simulati gli effetti delle condizioni spaziali. È noto da tempo che la radiazione cosmica e la gravità ridotta possono innescare stress ossidativo e disfunzione endoteliale, strettamente connessi nella patogenesi della disfunzione erettile. Tuttavia, pur essendo fattori scatenanti noti, lo studio della salute sessuale degli astronauti da parte delle agenzie aerospaziali non è semplice per molteplici ragioni. Per questo è stato deciso di osservare gli effetti sui roditori.

A determinare che i voli spaziali di lunga durata possono innescare la disfunzione erettile – danneggiando i tessuti vascolari del pene – è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università Statale della Florida, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Radioterapia Oncologica – Scuola di Medicina dell'Università di Wake Forest. I ricercatori, coordinati dal professor Justin D. La Favor, docente presso il Dipartimento di Nutrizione e Fisiologia Integrativa dell'ateneo di Tallahassee, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver sottoposto 43 ratti maschi a condizioni atte a simulare l'ambiente spaziale.

Nel primo esperimento i roditori sono stati tenuti bloccati per quattro settimane in una posizione particolare, con le zampe posteriori sollevate di 30 gradi. Secondo gli autori dello studio questo trattamento avrebbe comportato gli stessi effetti della microgravità. In un secondo esperimento i ratti sono stati trasferiti presso il simulatore di raggi cosmici galattici del NASA Space Radiation Laboratory (NSRL) di Long Island (Stato di New York). Qui gli animali sono stati esposti a due livelli diversi di radiazioni, basse ed elevate. In entrambe le sperimentazioni sono stati coinvolti gruppi di controllo.

A un anno di distanza dagli esperimenti il professor La Favor e i colleghi hanno analizzato la funzione erettile dei roditori, osservando un impatto significativo sui tessuti vascolari coinvolti e presenza di danni neurovascolari. Oltre allo stress ossidativo, infatti, è stato rilevato un significativo restringimento dei tessuti attorno al pene dei ratti, una condizione che determina la disfunzione erettile. A provocare queste alterazioni sono state sia le basse che le alte dosi di radiazioni, così come l'esperimento per simulare la microgravità, anche se in misura minore. Secondo i ricercatori, grazie agli antiossidanti potrebbe essere possibile contrastare gli effetti negativi, ma le conseguenze a lungo termine restano un'incognita e destano preoccupazione. "Con le missioni con equipaggio nello spazio pianificate per i prossimi anni, questo lavoro indica che la salute sessuale degli astronauti dovrebbe essere attentamente monitorata al loro ritorno sulla Terra", ha dichiarato il professor La Favor in un comunicato stampa.

Questi risultati si accompagnano alle altre conseguenze negative note sull'organismo dei mammiferi (e dunque anche dell'essere umano) a causa del volo spaziale. Perdita di decenni di massa ossea, mutazioni nel sangue associate al cancro e alle malattie cardiache e alterazioni nella distribuzione del sangue sono solo alcune delle conseguenze dei viaggi “fra le stelle”. Una delle preoccupazioni maggiori per gli esperti è rappresentata proprio dalla radiazione cosmica, che aumenterebbe in modo significativo il rischio di cancro. Un recente studio condotto da scienziati dell’Università Georgetown di Washington in collaborazione con la NASA, ad esempio, ha dimostrato che gli ioni pesanti (come quelli di ferro e silicio) presenti nella radiazione cosmica sono in grado di compromettere la funzionalità intestinale e hanno un effetto cancerogeno. Un viaggio verso Marte sarebbe praticamente mortale.

Al momento non sono disponibili protezioni efficaci contro i raggi cosmici, anche se gli scienziati hanno recentemente testato degli speciali giubbotti (AstroRad) coinvolti nel Programma Artemis. Col ritorno sulla Luna sempre più vicino e il Pianeta Rosso all'orizzonte è fondamentale trovare una soluzione a questi problemi, che rischiano di compromettere il sogno di diventare una specie multiplanetaria. I dettagli della ricerca “Neurovascular dysfunction associated with erectile dysfunction persists after long-term recovery from simulations of weightlessness and deep space irradiation” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The FASEB Journal.

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