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Il Viagra può ridurre del 50% il rischio di Alzheimer: i risultati di un nuovo studio

Un team di ricerca statunitense ha determinato che l’uso del citrato di sildenafil (Viagra), il farmaco per la disfunzione erettile, può abbattere del 50 percento il rischio di Alzheimer. Test di laboratorio evidenziano gli effetti contro le “proteine appiccicose” che si accumulano nel cervello nei pazienti con demenza, associate alla neurodegenerazione e al declino cognitivo.
A cura di Andrea Centini
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Il citrato di sildenafil, principio attivo del Viagra, conosciutissimo farmaco contro la disfunzione erettile, secondo un nuovo studio può abbattere il rischio del 50 percento di sviluppare il morbo di Alzheimer, la principale forma di demenza al mondo. È quanto emerso da una nuova indagine multidisciplinare nella quale sono stati coinvolti dati provenienti da assicurazioni sanitarie, esperimenti in laboratorio su neuroni e verifica dei cambiamenti nell'espressione genica. L'enorme mole di dati è stata integrata con l'intelligenza artificiale, facendo emergere i significativi e potenziali benefici degli inibitori della fosfodiesterasi (PDE) – la famiglia di farmaci cui appartiene il Viagra – contro la neurodegenerazione, il processo alla base dell'Alzheimer / demenza che sfocia nel declino cognitivo.

A determinare che il Viagra può abbattere del 50 percento il rischio di Alzheimer è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Lerner Research Institute della Cleveland Clinic, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti. Fra essi il Dipartimento di Biostatistica e Scienza dei Dati Sanitari dell'Università dell'Indiana; il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università Case Western Reserve; e l'Università del Nevada di Las Vegas. I ricercatori, coordinati dal dottor Feixiong Cheng del Genomic Medicine Institute presso la Cleveland Clinic, hanno innanzitutto analizzato statisticamente i dati presenti nei due database assicurativi MarketScan Medicare Supplemental e Clinformatics. In parole semplici, hanno rilevato  l'incidenza dell'Alzheimer tra i pazienti che assumevano citrato di sildenafil e quelli che non l'assumevano, tenendo presenti fattori confondenti come età, genere, etnia ed eventuali patologie sottostanti (comorbilità).

Incrociando tutti i dati è emerso che chi assumeva il Viagra aveva una riduzione del rischio di sviluppare l'Alzheimer fino al 54 percento. Nella seconda fase dello studio, il dottor Cheng e colleghi hanno esposto i neuroni ottenuti da cellule staminali pluripotenti indotte (iPCS) di pazienti con la patologia neurodegenerativa al principio attivo della “pillola blu dell'amore”, osservando che il citrato di sildenafil abbatte l’iperfosforilazione della proteina tau, in particolar mondo delle pTau181 e pTau205. Ricordiamo che i grovigli di questa proteina “appiccicosa” – assieme alle placche di beta amiloide – nel cervello sono da tempo associati ai processi neurodegenerativi della demenza e al declino cognitivo. I risultati sono stati ottenuti dopo appena cinque giorni e potrebbero spiegare l'efficacia protettiva contro la neurodegenerazione.

In ultima istanza, attraverso l'analisi dei cambiamenti dell'espressione genica, è stato inoltre osservato che il farmaco per la disfunzione erettile “prende di mira specificamente i geni e i percorsi patobiologici correlati all'Alzheimer”, come spiegato dagli scienziati nell'abstract dello studio. I neuroni trattati, infatti, “esprimevano geni legati alla crescita cellulare, al miglioramento della funzione cerebrale, alla riduzione dell'infiammazione e ad altri processi noti per la protezione contro la degenerazione neurale associata al morbo di Alzheimer”, hanno spiegato in un comunicato stampa della Cleveland Clinic.

Come indicato, tutti i dati sono stati elaborati attraverso l'intelligenza artificiale. “Dopo aver integrato questa grande quantità di dati a livello computazionale, è gratificante vedere gli effetti del sildenafil sui neuroni umani e i risultati sui pazienti nel mondo reale. Riteniamo che i nostri risultati forniscano le prove necessarie per gli studi clinici di esaminare ulteriormente la potenziale efficacia del sildenafil nei pazienti con malattia di Alzheimer”, ha chiosato il dottor Cheng, informatico specializzato in biomedicina.

Quello condotto dalla Cleveland Clinic non è il primo studio a trovare un'associazione positiva tra l'uso di farmaci contro la disfunzione erettile e benefici contro la demenza. La recente ricerca “Phosphodiesterase Type 5 Inhibitors in Men With Erectile Dysfunction and the Risk of Alzheimer Disease” pubblicata su Neurology da scienziati dello University College di Londra, ad esempio, ha determinato che il citrato di sildenafil riduce il rischio di demenza del 20 percento. I dettagli del nuovo studio “Sildenafil as a Candidate Drug for Alzheimer's Disease: Real-World Patient Data Observation and Mechanistic Observations from Patient-Induced Pluripotent Stem Cell-Derived Neurons” sono stati pubblicati sul Journal of Alzheimer's Disease. I risultati di queste indagini dovranno essere confermati da indagini molto più approfondite.

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