Il telescopio Swift della NASA in caduta verso la Terra: una missione senza precedenti cercherà di salvarlo

Il telescopio spaziale Swift, uno degli osservatori della NASA più importanti per lo studio dei lampi gamma, è in caduta incontrollata verso la Terra. Dopo quasi vent’anni di attività, il telescopio è pienamente operativo, ma il suo decadimento orbitale sta accelerando in modo critico: secondo le stime ufficiali, c’è un 50% di probabilità che rientri entro la metà del 2026, percentuale destinata a salire al 90% entro la fine dell’anno.
Con la progressiva perdita di quota, legata al recente incremento dell’attività solare, la resistenza atmosferica incontrata da Swift aumenta, spingendo il telescopio spaziale sempre più vicino al punto in cui brucerà durante il rientro. Per gli scienziati sarebbe una perdita enorme: lanciato nel 2004 nell’orbita terrestre bassa (LEO), l’osservatorio Swift – ribattezzato Neil Gehrels Swift Observatory nel 2019 – ha raccolto dati decisivi sui lampi gamma, le esplosioni più potenti dell’universo, e non esiste una missione pronta a sostituirlo.
Per evitare di perdere una risorsa scientifica così significativa, la NASA ha finanziato con 30 milioni di dollari una missione di salvataggio senza precedenti, affidata alla società statunitense Katalyst Space Technologies, incaricata di tentare il primo recupero in assoluto di un satellite NASA non predisposto alla manutenzione orbitale.
Il piano prevede il lancio di un veicolo robotico che dovrà raggiungere Swift, avvicinarsi con manovre autonome e catturarlo con un sistema di aggancio progettato per non danneggiare gli strumenti scientifici. Una volta stabilizzato, il telescopio sarà spinto su un’orbita più alta per estenderne la vita operativa.
La tempistica è estremamente stretta. Katalyst dovrà essere pronta al lancio del veicolo robotico entro otto mesi, con l’attracco previsto per metà 2026, prima che Swift scenda a quote in cui il rientro sarebbe inevitabile.
“Siamo in corsa contro il tempo – ha spiegato Shawn Domagal-Goldman, direttore ad interim della Divisione di Astrofisica della NASA – . La rapidità con cui l’orbita di Swift si sta deteriorando è impressionante, ma un intervento robotico di salvataggio è molto più conveniente rispetto alla sostituzione di Swift con una nuova missione”.
Come funzionerà il salvataggio del telescopio Swift
Il tentativo di salvare il telescopio Swift della NASA si baserà su un veicolo robotico progettato da Katalyst per avvicinarsi all’osservatorio spaziale con una serie di manovre autonome. Una volta in prossimità del telescopio, il robot utilizzerà un meccanismo di cattura realizzato per agganciarsi a una struttura portante di Swift, evitando qualsiasi rischio per gli strumenti scientifici.

Solo dopo l’aggancio, la navicella impartirà una spinta controllata per tentare di riportare Swift su un’orbita più alta e stabile, prolungandone gli anni di attività.
Come il veicolo robotico raggiungerà Swift: il ruolo del razzo aerolanciato
Per raggiungere Swift, il veicolo robotico userà un sistema di lancio tutt’altro che convenzionale: invece di decollare da terra, sarà portato in quota da un aereo L-1011 Stargazer di Northrop Grumman e sganciato in volo a circa 39.000 piedi (quasi 12.000 metri) di altitudine. Solo allora un razzo Pegasus XL lo condurrà a destinazione: questa versione più lunga e massiccia della famiglia di razzi aerolanciati Pegasus, accenderà i suoi motori a propellente solido, iniziando la salita verso lo spazio.
Questa configurazione — chiamata air-launch — non è solo un dettaglio tecnico: è l’unico modo per raggiungere l’orbita peculiare in cui si trova Swift. Nessuno degli spazioporti statunitensi attuali permette un lancio “da terra” con una traiettoria adeguata, mentre Pegasus può essere sganciato nel punto esatto da cui è possibile impostare l’orbita corretta.
È per questo che Katalyst lo ha scelto. “Pegasus è l’unico veicolo in grado di rispettare orbita, tempi e costi per una missione senza precedenti” ha affermato Ghonhee Lee, CEO di Katalyst. Dal suo debutto, nel 1990, come primo veicolo di lancio orbitale al mondo, i razzi Pegasus hanno effettuato 45 missioni, di cui 40 completamente riuscite, con la capacità di trasportare circa 454 kg in orbita bassa. L’ultimo volo di un razzo della famiglia Pegasus è avvenuto nel 2021, con un satellite della US Space Force dedicato alla sorveglianza dello spazio.
Se tutto andrà secondo i piani, assisteremo a un’impresa mai tentata prima: recuperare in orbita un telescopio NASA non progettato per essere riposizionato. “Si tratta di salvare una risorsa scientifica di livello mondiale e, al contempo, di dimostrare che gli Stati Uniti possono intervenire rapidamente in orbita” – ha affermato Ghonhee Lee, CEO di Katalyst – . Stiamo dimostrando che, quando necessario, possiamo passare dall’identificazione del problema all’esecuzione di una missione di attracco robotico in meno di un anno”.