Il regista de Il Signore degli Anelli vuole riportare in vita un uccello estinto 600 anni fa

Il moa gigante della Nuova Zelanda è scomparso attorno al 1500. Alto anche più di tre metri e mezzo e senza ali, è considerato l'uccello più alto mai esistito. Secondo le informazioni di cui disponiamo oggi, sembra essersi estinto circa 600 anni fa, vittima dell'intensa caccia messa in atto dai primi colonizzatori arrivati dalla Polinesia.
Ora, il Ngāi Tahu Research Centre, un centro di ricerca collegato all'Università di Canterbury, nato nel 2011 per custodire e proteggere la storia e la cultura di Ngāi Tahu, la più antica tribù Maori della regione meridionale della Nuova Zelanda, ha avviato una collaborazione con la società di ingegneria genetica texana Colossal Biosciences per riportarlo in vita. Dietro all'ambizioso progetto ci sarebbe il nome (e anche in parte i soldi) di Peter Jackson, il regista de Il Signore degli Anelli. Secondo quanto riporta il Guardian, Jackson, anche lui neozelandese e grande collezionista di fossili, avrebbe infatti finanziato il progetto di de-estinzione con 15 milioni di dollari.
Il progetto
Colossal Biosciences è una startup di ingegneria genetica nata con l'obiettivo di far resuscitare animali estinti anche da secoli, ricostruendo il loro DNA. Il moa gigante è solo l'ultimo di una lunga lista di specie scomparse, come il dodo, il mammut lanoso o la tigre della Tasmania.
“Sono lieto di collaborare con il Ngāi Tahu Research Centre e Colossal Biosciences in una missione per salvare alcuni dei nostri più preziosi taonga (parola maori che significa "tesoro"). Le risorse saranno impiegate per garantire che alcune delle specie più a rischio in via di estinzione della Nuova Zelanda siano protette per le generazioni future", ha detto Peter Jackson.
Come funziona
Per resuscitare il moa, o meglio, tutte e nove le specie esistite, nei prossimi sei mesi, gli scienziati e gli archeologi coinvolti nel progetto dovranno recuperare il DNA dell'animale scomparso. Il loro piano è quello di ricostruirlo a partire dalle tracce presenti nei fossili di moa trovati sul posto, all'interno delle grotte della Nuova Zelanda, ma verranno studiati anche alcuni fossili della collezione privata di Jackson. L'obiettivo dei ricercatori è raccogliere sufficiente materiale genetico per ricostruire per intero il genoma delle nove specie di moa, mentre le parti mancanti verranno create a partire da un genoma modello, che i ricercatori hanno costruito basandosi su quello del tinamou, un uccello sudamericano ancora vivente, ritenuto il parente più stretto del moa. Il primo dovrebbe essere pronto nell'estate del 2026.
Le critiche alla de-estinzione
Eppure, sono in molti gli scienziati a pensare che questo uso dell’editing genetico non abbia reali benefici per la natura e le specie a rischio estinzione. Tori Herridge, una biologa evolutiva dell'Università di Sheffield, ha rifiutato di far parte del comitato scientifico di Colossal Biosciences proprio per questo motivo. "È possibile la de-estinzione? No, non è possibile – ha dichiarato al Guardian – Quello che potresti potenzialmente fare, forse, è creare un organismo geneticamente modificato che possa contenere alcuni tratti fisici che potrebbero ricordare una specie precedentemente estinta, o meglio l'idea che abbiamo di quest'ultima".
Solo qualche mese fa, gli scienziati di Colossal Biosciences hanno annunciato al mondo intero la de-estinzione di un lupo estinto migliaia di anni fa, il cosiddetto metalupo o lupo terribile. Tuttavia, questo esperimento – come in genere la posizione di questa azienda – è stato più volte criticato dalla comunità scientifica internazionale. Anzi, secondo alcuni scienziati, il lupo in questione non era affatto un esemplare di una specie de-estinta, ma un lupo geneticamente modificato.