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Il luppolo della birra contiene sostanze che proteggono dall’Alzheimer

Lo ha scoperto un team di ricerca italiano che ha identificato alcuni composti in grado di inibire la formazione di placche proteine beta amiloidi associate alla malattia.
A cura di Valeria Aiello
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La birra è una delle bevande più antiche e popolari al mondo, risalente almeno al V millennio a.C., il cui consumo moderato aiuta a mantenere un buono stato di salute grazie alle proprietà benefiche che derivano dalla sua composizione. Non tutti però amano il gusto amaro e distinto del luppolo usato per aromatizzare le sue numerose varietà. Una birra particolarmente “luppolata” potrebbe tuttavia avere benefici unici, come suggerito da una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica ACS Chemical Neuroscience da un team di ricerca dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca che ha identificato alcuni composti in grado di ostacolare la formazione di aggregati beta amiloidi associati alla malattia di Alzheimer.

Questi composti, contenuti nei fiori del luppolo usati per aromatizzare le birre sono stati estratti da quattro varietà comuni (Cascade, Saaz, Tettnang e Summit) di luppolo, utilizzando un metodo simile a quello impiegato nel processo di produzione della birra. Nei test, i ricercatori hanno scoperto che gli estratti avevano proprietà antiossidanti e potevano impedire alle proteine beta amiloidi di aggregarsi. Un estratto, in particolare, ottenuto dal luppolo Tettnang, che si trova in molti tipi di lager e birre leggere, ha dimostrato di interferire con maggiore efficacia con l’accumulo di proteine beta amiloidi.

Al fine di individuare i composti con questo effetto, gli studiosi hanno separato l’estratto di fiori di luppolo Tettnang in frazioni, e quella contenente un alto livello di polifenoli ha mostrato la più potente attività antibiotica e di inibizione dell’aggregazione. La stessa frazione, precisano gli studiosi, ha anche promosso processi che consentono all’organismo di eliminare le proteine neurotossiche ripiegate male. La capacità di ostacolare l’aggregazione delle proteine beta amiloidi è stata verificata anche in vivo, in un modello di C. elegans, nel quale è stato osservato che l’estratto di Tettnang proteggeva i nematodi dalla paralisi correlata all’Alzheimer.

I nostri risultati – hanno precisato gli autori dello studio – mostrano che il luppolo è una fonte di molecole bioattive con attività sinergica e multitarget contro i primi eventi alla base dello sviluppo dell’Alzheimer. Possiamo quindi pensare al suo impiego per la preparazione di nutraceutici utili alla prevenzione di questa patologia”.

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