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Covid 19

Il dispenser con il gel disinfettante per le mani è uno degli oggetti più contaminati in ufficio

I ricercatori di Chicopee hanno determinato che il dispenser con il gel disinfettante è uno degli oggetti più contaminati in ufficio. Ecco la “classifica”
A cura di Andrea Centini
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Da quando è scoppiata la pandemia di COVID-19 la sanificazione degli uffici e degli altri ambienti di lavoro è diventata un processo ancor più importante e approfondito, con l'obiettivo di eliminare eventuali tracce dell'RNA virale del coronavirus SARS-CoV-2. Nonostante la maggior frequenza e l'accuratezza delle operazioni di pulizia e disinfezione, tuttavia, batteri, muffe e altri microorganismi continuano ad accumularsi copiosi sui nostri oggetti, come mostra una nuova indagine di Chicopee, un marchio specializzato nella pulizia professionale dei luoghi di lavoro. Paradossalmente, tra gli oggetti più contaminati in assoluto figurano proprio i dispenser di gel disinfettante, tra i più manipolati per sanificare le mani e abbattere il rischio di contagio.

Poiché i microorganismi potenzialmente infettivi possono annidarsi ovunque, gli scienziati di Chicopee sono andati a caccia degli oggetti e degli elementi dell'arredo che presentano i livelli più elevati di contaminazione, elencandoli in una comoda classifica utilissima per capire dove si deve intervenire meglio e più a fondo con le procedure di sanificazione. Per individuare gli oggetti più a rischio i ricercatori hanno effettuato un tampone su numerose superfici sensibili, dalle maniglie delle porte ai PC, passando in rassegna tutti gli articoli più esposti alla contaminazione. Nello specifico, attraverso i tamponi hanno stilato una classifica degli oggetti con più colonie batteriche/fungine in formazione per centimetro quadrato.

Gli oggetti più contaminati in assoluto all'interno degli uffici sono risultati essere i mouse dei computer, con ben 580 colonie in formazione combinate di batteri e funghi. Ne sono state rilevate 250 di batteri su una coltura di agar e ben 225 di lievito; queste ultime erano circa il doppio di tutte quelle rilevate sugli altri oggetti. Al secondo posto per contaminazione figura il bollitore, un altro oggetto molto maneggiato in ufficio; in questo caso sono state rilevate 336,6 unità di colonie combinate in formazione. Chiude il podio il frigorifero con 295 colonie in formazione di cui 130 batteriche; seguono i computer portatili con 264,8; la serratura della porta del bagno con 188; il flacone di gel disinfettante per le mani con 175,5, in particolar modo muffe; la stampante con 100,5; l'interruttore della luce con 99 colonie in formazione; il telefono fisso con 96,5 colonie e l'armadio da cucina con 67,9.

Curiosamente da questa “top ten” manca la tastiera del computer fisso, che ricerche condotte in passato avevano evidenziato essere un vero e proprio ricettacolo di patogeni potenzialmente pericolosi per chi usa il PC. Polvere, briciole e altri piccoli oggetti possono infatti finire sotto i tasti ed entrare all'interno della tastiera, dove le colonie batteriche possono crescere quasi totalmente indisturbate, dato che la pulizia (di norma) riguarda solamente la parte esterna e non quella interna di questo strumento. I ricercatori di Chicopee hanno rilevato anche che la tavoletta del water, notoriamente considerato un luogo a rischio, presentava un livello di colonie di batteri e muffe 11 volte inferiore rispetto al mouse, mentre sulle scrivanie ne sono state trovate soltanto 4,8 colonie in formazione. Evidentemente le procedure di sanificazione più approfondite delle superfici aiutano a mantenere bassa la proliferazione di batteri, muffe e altri agenti potenzialmente patogeni.

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