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Il crollo delle nascite non è dovuto a un minore desiderio di avere figli

Lo dimostra un nuovo studio che ha analizzato e confrontato obiettivi e comportamenti di donne e uomini nati tra il 1960 e il 2000: “I giovani si preoccupano del futuro e del potersi permettere di avere figli”.
A cura di Valeria Aiello
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Il crollo delle nascite non è un problema solo italiano. Se nel nostro Paese si registrano nuovi minimi storici, con sole 400mila nascite nel 2021 e meno di 400mila nel 2022, anche negli Stati Uniti il tasso di natalità totale è ben al di sotto del cosiddetto “livello di sostituzione” che vorrebbe un numero medio di due figli per coppia per mantenere stabile la composizione demografica di una determinata regione. Nel 2019, il tasso di natalità americano ha toccato l’1,71, il livello più basso dagli anni ‘70, diminuendo ulteriormente nel 2020 (1,64) per poi risalire leggermente nel 2021 (1,66), ma comunque ai minimi dal ‘900. Cosa sta succedendo? E quali sono le cause di questa tendenza?

A chiederselo è sono stati i ricercatori della Ohio State University che, in un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Population and Development Review, dimostrano come il calo delle nascite non sia dovuto a un minore desiderio di avere figli. Anzi, secondo gli studiosi, sono decenni che i giovani americani non cambiano idea sul numero di figli che intendono avere. I dati indicano che le donne nate nel 1995-1999 avrebbero voluto avere in media 2,1 figli quando avevano 20-24 anni, essenzialmente quanti le donne nate nel 1965-1969, che alla stessa età volevano 2,2 figli. Qual è quindi il problema?

I risultati dell’analisi, basata sui dati del National Survey of Family Growth che per decenni ha raccolto informazioni su obiettivi e comportamenti in materia di gravidanza, suggeriscono che i giovani di oggi pensano che non sia un buon momento per avere figli. “È difficile avere figli negli Stati Uniti in questo periodo – ha affermato Sarah Hayford , coautrice dello studio e professoressa di sociologia presso la Ohio State University – . Le persone si sentono più preoccupate per il futuro di quanto lo fossero diversi decenni fa. Si preoccupano dell’economia, dell’assistenza all’infanzia e del potersi permettere di avere figli”.

Hayford, che ha condotto lo studio con Karen Benjamin Guzzo, professoressa di sociologia presso l’Università del North Carolina a Chapel Hill e direttrice del Carolina Population Center, ha preso in esame 13 gruppi di donne e 10 gruppi di uomini nati tra il 1960 e il 2000, ai quali è stato chiesto quanti figli avrebbero voluto avere nel corso della vita. “Gli americani sono sempre stati abbastanza coerenti sul numero di bambini che desideravano – ha aggiunto Hayford, che anche direttrice dell’Ohio State’s Institute for Population Research – . Gli uomini in genere affermano di volere un numero leggermente inferiore di bambini rispetto alle donne, ma, come le donne, quel numero non è cambiato molto nel corso dei decenni”.

La percentuale di persone che ha dichiarato di non avere intenzione di avere figli è però aumentata nel tempo, da circa il 5-8% negli anni ‘60 e ‘70 all’8-16% negli anni '90 e 2000. “Ma questo dato, da solo, non può spiegare il calo dei nuovi nati” ha osservato Hayford, precisando che il numero di nascite indesiderate, soprattutto tra i più giovani, è diminuito negli ultimi decenni, il che ha contribuito a ridurre il tasso di natalità. “Ciò non cambia il fatto che le persone non abbiano tanti figli quanti dicono di volere, specialmente in giovane età. Può darsi che avranno quei bambini quando avranno 35 anni, ma forse non li faranno”.

Lo studio ha infatti trovato alcune prove del fatto che, con l’avanzare dell’età, le persone riducono il numero di figli che avrebbero voluto. “Man mano che invecchiano, potrebbero rendersi conto di quanto sia difficile avere figli e crescerli negli Stati Uniti, per cui affermano che vorrebbero un solo figlio e non un secondo” ha continuato l’esperta. A ciò si aggiunge il peso intrinseco degli anni, per cui gli aspiranti genitori, non più giovani, potrebbero avere più difficoltà a concepire.

Dobbiamo rendere più facile per le persone avere i figli che dicono di volere – ha concluso Hayford – . Ci sono evidenti barriere, che ruotano attorno all’economia, all’assistenza all'infanzia e all’assicurazione sanitaria”.

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