I primi dati della neve sulle Dolomiti sono pessimi: fra poco più di un mese ci sono le Olimpiadi

Il primo segnale sono i social. Iniziano a circolare un po’ di video su TikTok in cui i turisti si lamentano della situazione sulle Dolomiti. Un video nello specifico ha accumulato parecchie visualizzazioni. È stato pubblicato da Chiara Discovering, creator con 86.000 follower sulla piattaforma. Il suo video sulla neve nelle Dolomiti è arrivato a 2,5 milioni di visualizzazioni.
Il video è stato ripreso sul comprensorio Dolomiti Superski. Chiara è in seggiovia: “Quanto è imbarazzante la situazione neve? Piena estate, verde, erba in ogni dove. Piste tutte chiuse”. Il video, spiega, è stato girato il 16 dicembre.
Un altro video, pubblicato cinque giorni fa, mostra ancora una seggiovia che si muove sopra montagne ricoperte d’erba. Qui l’utente ha meno di 500 follower ma il video è stato visto comunque circa 500.000 volte. Tra i commenti spiega però che le piste sono innevate. L’attenzione non è solo per gli sciatori. Tra circa un mese ci sarà la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi Invernali 2026.
Il commento degli esperti: "Ne manca il 50%"
I video sui social non sono una fonte chiara. Identificano un momento, così come può succedere per le immagini dove invece le montagne vengono imbiancate dal passaggio di una nevicata. A contare di più è la tendenza. Una proiezioni utile soprattutto per le Olimpiadi, anche se in molti casi l’innevamento delle piste sarà garantito dalla neve artificiale.
Gianni Marigo, del Centro Valanghe di Arabba ha spiegato al dorso veneto del Corriere della Sera: “Siamo di fronte a un inizio inverno avaro di neve”. E ancora: “Lo zero termico si è spinto oltre i 3.000 metri, arrivando a toccare anche i 3.500″. Poi si riferisce alle zone analizzate: "Nel complesso, il deficit medio di neve fresca supera il 70%”.
Certo. La situazione non riguarda solo le Dolomiti, come certifica la Fondazione Cima. Sul loro portale potete vedere un grafico dove viene tracciato l’andamento dello Snow Water Volume, una misura che indica la quantità di acqua che potrebbe generare la neve se fosse completamente sciolta. L’ultimo dato è aggiornato al 13 dicembre. Segnava un – 51,91% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Fabrizio De Blasi è un ricercatore del CNR esperto in glaciologia. In un servizio pubblicata da TGR Veneto il 22 dicembre ha spiegato che il problema della neve non riguarda solo gli sport invernali: “Quella che manca è la neve sulle nostre montagne: ne manca il 50% rispetto al dato medio dal 2011 a oggi”.
E l’effetto si vedrà anche sui fiumi: “La neve è un serbatoio di acqua allo stato solido e la neve di settembre, ottobre e novembre è importantissima perché ha tempo fino all’estate di trasformarsi e rimanere sul suolo. Se manca la neve in questi mesi siamo già in forte difficoltà”.