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Cambiamenti climatici

I ghiacciai himalayani si stanno sciogliendo a un ritmo mostruoso: 2 miliardi di persone a rischio

Due miliardi di persone che dipendono dai ghiacciai himalayani dell’Hindu Kush rischiano di restare senz’acqua, cibo e una terra fertile in cui vivere a causa della crisi climatica. Negli ultimi 10 anni lo scioglimento è accelerato del 65% ed entro il 2100 la criosfera asiatica potrebbe perdere l’80 percento del volume, con conseguenze catastrofiche.
A cura di Andrea Centini
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I ghiacciai dell'Himalaya si stanno sciogliendo a un ritmo spaventoso, che continua ad accelerare in modo drammatico. Basti sapere che, nell'ultimo decennio, il processo di fusione è aumentato del 65 percento rispetto a quello registrato nel decennio precedente (2001 – 2010). Il fenomeno, catalizzato dal riscaldamento globale, rischia di avere conseguenze catastrofiche su un numero enorme di persone: sono infatti ben 2 miliardi quelle che dipendono dall'acqua offerta dai ghiacciai himalayani. Se questo bene preziosissimo dovesse esaurirsi si innescherebbe una delle peggiori emergenze nella storia dell'umanità. Non a caso gli scienziati continuano a sottolineare che il cambiamento climatico rappresenta la principale minaccia esistenziale per noi e una moltitudine di altre specie.

Il precario stato di salute dei ghiacciai himalayani è emerso nel nuovo rapporto “Water, ice, society, and ecosystems in the Hindu Kush Himalaya (HI-WISE)” messo a punto dagli esperti dell'International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD). Hanno partecipato alla stesura oltre trenta ricercatori provenienti da 12 Paesi e 23 istituzioni. Si tratta del più approfondito studio sugli effetti del cambiamento climatico sulla criosfera asiatica, l'insieme dei ghiacciai locali, con particolare attenzione su quella himalayana dell'Hindu Kush, che si estende per 3.500 chilometri dal Myanmar all'Afghanistan. Gli esperti si sono concentrati su questi ghiacciai proprio perché giocano un ruolo fondamentale tanto sotto il profilo della biodiversità quanto sotto quello sociale ed economico, visto il grandissimo numero di persone che dipende da essi. Sono gli abitanti di ben 16 diversi Paesi, tra i quali la Cina, l'India, il Myanmar, il Nepal, l'Afghanistan, il Bangladesh e altri ancora.

Come specificato nel rapporto, dei 2 miliardi di persone che dipendono dai ghiacciai himalayani, 240 milioni vivono in montagna e 1,65 miliardi a valle. Ricevono l'acqua da alcuni dei sistemi fluviali più grandi e importanti del pianeta, come quelli del Gange, del Mekong e dell'Indo; sono tutti alimentati dalla criosfera himalayana in sofferenza, che dispensa cibo, acqua pulita, energia e un reddito per sopravvivere a grandi comunità. Ma a causa del riscaldamento globale questa fonte di vita si sta esaurendo a una velocità sconcertante, tanto che gli esperti dell'ICIMOD hanno calcolato che entro la fine del secolo i ghiacciai dell'Himalaya rischiano di perdere l'80 percento del loro volume. Le conseguenze su una comunità così ampia sono “troppo grandi per essere contemplate”, come spiegato all'AFP dalla dottoressa Izabella Koziell dirigente presso l'ICIMOD. Senza quest'acqua miliardi di persone saranno obbligate a spostarsi altrove, innescando le migrazioni di massa più imponenti e complesse nella storia dell'umanità. Del resto sarebbe è 1 / 4 della popolazione mondiale. Il problema è ulteriormente acuito dalla siccità, dalla perdita di raccolti, dalla diffusione delle malattie e più in generale della disponibilità di terreno fertile e adatto al nuovo regime climatico. Gli esperti ritengono che in futuro i cambiamenti climatici possano scoppiare guerre globali per le (poche) risorse ancora disponibili, che non saranno più sufficienti per tutti.

Secondo il nuovo rapporto l'acqua a disposizione di queste popolazioni continuerà ad aumentare fino alla metà del secolo, poi, a partire dal 2050, inizierà l'inevitabile declino, a causa del processo irreversibile di scioglimento di molti dei ghiacciai himalayani. Il rapporto dell'ICIMOD è l'ennesimo grido di allarme degli scienziati rivolto ai decisori politici e la richiesta è sempre la stessa: abbandonare il più rapidamente possibile i combustibili fossili in favore delle fonti rinnovabili per l'approvvigionamento energetico, le infrastrutture e i trasporti. È una transizione indispensabile se si vogliono evitare le conseguenze più drammatiche e irreversibili del riscaldamento globale. Le comunità montane stanno già soffrendo per la crisi climatica e la situazione continuerà a deteriorarsi rapidamente senza un intervento strutturale e globale contro le emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra / climalteranti. I rischi aumenteranno anche a causa dell'intensificarsi di alluvioni e frane, di concerto con lo scioglimento dei ghiacciai. “L'inazione climatica sta accelerando. Questo rapporto mostra che la regione dell'HKH è particolarmente vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici. Dobbiamo agire ora per proteggere questa regione e la sua gente”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Saleem ul Huq, direttore dell'International Center for Climate Change and Development.

I ghiacciai sono tra le principali vittime del riscaldamento globale e si stima che molti spariranno entro il 2100 anche sulle Alpi. Fra essi anche la Marmolada, la “regina” delle Dolomiti. Proprio in questi giorni in Svizzera ha avuto successo un referendum sull'approvazione di un disegno di legge per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, al fine di proteggere i preziosi ghiacciai dell'arco alpino.

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