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Forse siamo soli nella nostra galassia: nessun segnale di vita intelligente dallo spazio profondo

Analizzando aree di cielo ricche di stelle e pianeti della nostra galassia, non è stato captato alcun segnale radio di vita intelligente. Forse siamo soli.
A cura di Andrea Centini
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Nonostante si ritenga molto probabile che non siamo soli nell'Universo, uno dei più approfonditi studi condotti per andare a caccia delle prove di civiltà extraterrestri nella nostra galassia si sta rilevando in un nulla di fatto. Al momento, infatti, non sono stati rilevati segnali radio a bassa frequenza provenienti dalle porzioni di cielo sondate, tra le più ricche di stelle in assoluto della Via Lattea. Questo prolungato e frustrante silenzio radio, tuttavia, non è la conferma definitiva che siamo davvero soli. È possibile infatti che la vita intelligente possa esistere altrove nel nostro “quartiere” dell'Universo, oppure, più semplicemente, non abbiamo ancora una tecnologia in grado di captare i segnali emessi dai vicini alieni. Ad oggi, comunque, come indicato tutto tace.

A condurre la nuova ricerca sulla vita intelligente nella Via Lattea è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati australiani della sezione Spazio e Astronomia del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'International Centre for Radio Astronomy Research dell'Università Curtin e dell'Istituto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence). La nuova indagine fa parte di un progetto più ampio iniziato nove anni fa, durante il quale sono stati pubblicati quattro studi, tutti inconcludenti. Gli astronomi e gli astrofisici, coordinati dal professor Chenoa D. Tremblay, ricercatore presso l'Australian Telescope National Facility di Bentley, per sondare lo spazio profondo si sono avvalsi del radiotelescopio Murchison Widefield Array (MWA), grazie al quale recentemente è stato scoperto un oggetto misterioso a 4mila anni luce dalla Terra che emette segnali mai rilevati prima.

Gli scienziati in varie sessioni osservative hanno puntato le antenne del radiotelescopio verso il Centro Galattico della Via Lattea, in direzione di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio – con massa da 4 milioni di soli – sito nel cuore della galassia. È stata scandagliata un'area che abbraccia oltre 3,3 milioni di stelle e più di 140 pianeti extrasolari, ma da nessuna direzione sono state intercettate onde radio a bassa frequenza. I ricercatori cercano proprio queste perché si ritiene che si tratti dei primi segnali elettromagnetici che potrebbe produrre una civiltà extraterrestre intelligente. “Sulla Terra, i segnali radio a bassa frequenza, come quelli utilizzati dalla radio FM, sono una scelta onnipresente per le comunicazioni”, scrivono gli autori dello studio. Si tratta ovviamente di una considerazione antropocentrica; gli alieni, se presenti, potrebbero aver sviluppato tecnologie completamente diverse che inviano segnali a noi ignoti, che non riusciamo a captare. La caccia alle onde radio è stata comunque inconcludente, come sottolineato dal professor Tremblay e colleghi dopo aver scandagliato il profondo cielo: “Non vengono rilevate firme tecnologiche plausibili”, si legge nell'abstract dello studio.

Secondo alcuni ricercatori il motivo per cui non riusciamo a contattare gli alieni potrebbe anche dipendere dal fatto che sono estinti; a causa dell'età dell'Universo, infatti, è possibile che civiltà intelligenti si siano evolute e poi siano scomparse. Noi saremmo solo una delle tante presenti in una ristretta finestra temporale. Per altri scienziati gli alieni invece ci sono; dovremmo solo cercarli meglio. Basti pensare che secondo il recente studio “The Astrobiological Copernican Weak and Strong Limits for Intelligent Life” pubblicato sul The Astrophysical Journal da scienziatidell'Università di Nottingham, nella Via Lattea ci sarebbero ben 36 civiltà extraterrestri intelligenti. I dettagli della nuova ricerca “A Search for Technosignatures toward the Galactic Centre at 150 Mhz” sono stati caricati sul database online ArXiv, in attesa della revisione fra pari e la pubblicazione su una rivista scientifica.

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