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El Niño è ufficialmente arrivato, gli esperti: “Dovrebbe essere da moderato a forte”

Il fenomeno climatico legato all’aumento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico centro-meridionale e orientale ha conseguenze meteorologiche su scala globale che variano a seconda della sua intensità.
A cura di Valeria Aiello
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Dopo mesi di avvisi, El Niño – il fenomeno climatico periodico, legato all’aumento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale vicino all’equatore – è ufficialmente arrivato. Lo rilevano gli scienziati del Climate Prediction Center della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti che, nell’ultimo rapporto mensile sull’ENSO (El Niño – Southern Oscillation) hanno precisato che “le condizioni di El Niño sono presenti e dovrebbero rafforzarsi gradualmente durante l’inverno”.

Come fenomeno climatico, El Niño ha conseguenze che si estendono ben oltre l’Oceano Pacifico. “A seconda della sua forza, può causare una serie di impatti, come aumentare il rischio di forti piogge e siccità in alcune regioni del mondo – ha affermato Michelle L'Heureux, scienziata del clima presso il Climate Prediction Center – . Il cambiamento climatico può esacerbare o mitigare alcuni impatti legati a El Niño. Ad esempio, El Niño potrebbe portare a nuovi record per le temperature, in particolare nelle aree che già sperimentano temperature superiori alla media durante El Niño”.

Le conseguenze de El Niño sull’Italia e nel mondo

A seconda della sua intensità, El Niño può influenza precipitazioni e temperature a livello globale, con impatti anche sull’Italia e il Mediterraneo, dove si tende ad avere inverni più miti e piovosi ed estati correlate a una maggiore attività dell’Anticiclone africano. Negli Stati Uniti, d’altra parte, l’influenza di El Niño è debole durante l’estate e più pronunciata a partire dal tardo autunno fino alla primavera.

Impatti globali di El Niño / Credit: NOAA Climate.gov
Impatti globali di El Niño / Credit: NOAA Climate.gov

Entro l’inverno, gli esperti del Climate Prediction Center prevedono una probabilità dell’’84% che El Niño abbia una forza moderata e una probabilità del 56% che si sviluppi un forte evento di El Niño.

Sempre riguardo gli Stati Uniti, gli eventi di El Niño da moderati a forti durante l’autunno e l’inverno si traducono in condizioni più umide della media che si estendono dalla California meridionale lungo la costa del Golfo e in condizioni più secche della media nel nord-ovest del Pacifico e nella valle dell'Ohio. Gli inverni di El Niño portano anche maggiori possibilità di temperature più calde della media nell’area settentrionale degli Usa. “Un singolo evento di El Niño non provocherà tutti questi impatti, ma aumenta le probabilità che si verifichino” precisano i meteorologi del Climate Prediction Center.

Per quanto riguarda invece l’Atlantico, gli esperti prevedono che le condizioni di El Niño contribuiranno a ridurre il numero di tempeste ed uragani, la cui formazione sarà invece favorita nei bacini del Pacifico centrale e orientale. D’altra parte, l’Australia, l’Indonesia e parti dell’Asia meridionale sperimenteranno un aumento del caldo e dei periodi di grave siccità, con un più alto rischio di incendi.

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