Cos’è l’ascidia scheletro di panda, lo stranissimo animale scoperto in Giappone
Nelle acque dell'isola di Kume (Kumejima), facente parte dell'arcipelago di Okinawa, è stata scoperta una nuova e spettacolare specie di animale marino coloniale. I giapponesi hanno deciso di chiamarlo “gaikotsu-panda-hoya”, nome che nella nostra lingua può essere tradotto in “ascidia scheletro di panda”. La ragione risiede nel suo aspetto estremamente curioso e simpatico: le strutture interne dell'invertebrato, infatti, ricordano da vicino lo scheletro stilizzato di un panda, a causa dell'ampia cassa toracica bianca, gli occhioni neri e il “tartufo” del naso. La somiglianza è talmente marcata che i ricercatori hanno assegnato a questa ascidia il nome scientifico di Clavelina ossipandae, dove l'epiteto (in minuscolo e in latino) è un chiaro riferimento proprio alle ossa del panda. Il genere Clavelina abbraccia poco meno di cinquanta specie diverse.
A descrivere la nuova specie di ascidia sono stati i due ricercatori nipponici Naohiro Hasegawa e Hiroshi Kajihara, entrambi del Dipartimento di Scienze di Storia Naturale – Scuola di Dottorato in Scienze dell'Università di Hokkaido. I campioni utilizzati per le indagini genetiche e morfologiche che hanno permesso la classificazione erano stati recuperati da un subacqueo il 14 marzo del 2021 a una ventina di metri di profondità, in un punto di immersione nei pressi di un grande scoglio chiamato “Tonbara”, sito innanzi alla costa sudorientale dell'isola di Kume.
La specie, in realtà, era già nota ai residenti dell'isola giapponese da diversi anni, dato che esemplari di ascidia scheletro di panda venivano esposti all'interno di un acquario di un negozio locale. Furono proprio i video di questo locale pubblicati sui social netowrk a rendere “famoso” questo bizzarro animale, spingendo i biologi marini a indagare a fondo sulla specie fino ad arrivare alla recente classificazione tassonomica. Il professor Hasegawa li vide per la prima volta su Twitter (oggi X) nel 2018.
Ma cosa sono esattamente le ascidie? Si tratta di organismi marini invertebrati che, nella fase adulta, vivono ancorati sul substrato del fondale marino, rocce, sabbia e occasionalmente anche su altri esseri viventi. Hanno generalmente una forma di barilotto trasparente, la cosiddetta tunica cui fa riferimento il nome del subphylum di cui fanno parte (i Tunicati, appunto). Gli occhi e il naso neri del “panda” della nuova specie sono strutture non ancora ben comprese dagli scienziati, ma sono associate agli zooidi (i singoli individui) che compongono l'ascidia coloniale. Hanno una lunghezza di circa 20 millimetri ciascuno. Le strutture bianche dello “scheletro” sono invece vasi trasversali. Sono presenti anche un endostilo nero e due fasce muscolari longitudinali, che dall'addome arrivano fino all'endostilo su ciascun lato della tunica rigida.
Ciascuna ascidia presenta un sifone inalante attraverso il quale aspira l'acqua ricca di particelle in sospensione e microorganismi di cui si nutre; una volta filtrata – all'interno del cestello branchiale – l'acqua viene espulsa dal sifone esalante. È interessante notare che i Tunicati, nella fase larvale libera di nuotare e non ancorata al fondale, presenta la notocorda, una struttura cartilaginea tubulare legata al sistema nervoso. Cioè rende i Tunicati parenti stretti dal punto di vista filogenetico dei vertebrati, dato che la notocorda – presente negli embrioni di tutti i cordati – si sviluppa nella colonna vertebrale. I dettagli della ricerca “Graveyards of Giant Pandas at the Bottom of the Sea? A Strange-Looking New Species of Colonial Ascidians in the Genus Clavelina (Tunicata: Ascidiacea)” sull'ascidia scheletro di panda sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Species Diversity.