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Cos’è il Pianeta Nove e perché non si trova: “Ora ha un solo posto dove nascondersi”

Il Pianeta Nove, conosciuto anche con il nome di Pianeta X, è un ipotetico pianeta che orbita ai confini del Sistema solare: gli astronomi hanno ristretto le porzioni di cielo in cui potrebbe trovarsi, eliminando quasi l’80% delle possibili posizioni.
A cura di Valeria Aiello
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Illustrazione del Pianeta Nove, chiamato anche Pianeta X, un ipotetico pianeta che orbita ai confini esterni del Sistema Solare. Credit: Caltech/R. Male (IPAC)
Illustrazione del Pianeta Nove, chiamato anche Pianeta X, un ipotetico pianeta che orbita ai confini esterni del Sistema Solare. Credit: Caltech/R. Male (IPAC)

Il Pianeta Nove, chiamato anche Pianeta X, è un ipotetico pianeta che orbita ai confini esterni del Sistema solare, ben oltre Nettuno e Plutone. La sua esistenza, presunta sulla base di apparenti effetti gravitazionali, non è ancora stata confermata ma una nuova ricerca, recentemente presentata all’Astronomical Journal e disponibile su ArXiv, ha ristretto significativamente le porzioni di cielo in cui potrebbe trovarsi, eliminando quasi l’80% delle possibili posizioni.

Il restante 20% dei luoghi in cui cercare, precisano gli astronomi dietro lo studio, si trova nell’area in cui il piano galattico settentrionale (la zona più settentrionale della regione in cui si trova la maggior parte della Via Lattea) attraversa l’eclittica (il piano orbitale del pianeta). Qui si troverebbe il Pianeta Nove che, se confermato, aiuterebbe i ricercatori a comprendere meglio la composizione del nostro Sistema solare, insieme alla sua formazione e ai processi evolutivi.

Cos’è il Pianeta Nove e perché non lo abbiamo ancora trovato

Il Pianeta Nove, noto anche con il nome di Pianeta X o transnettuniano, è un ipotetico pianeta che orbita nella regione esterna del Sistema Solare, ben oltre Nettuno e il pianeta nano Plutone. La sua potenziale esistenza è stata dedotta dai suoi effetti gravitazionali, che potrebbero spiegare il raggruppamento di orbite di un gruppo di oggetti transnettuniani estremi (ETNO), corpi oltre Nettuno che orbitano attorno al Sole a distanze in media più di 250 volte superiori a quelle della Terra.

A causa però della sua estrema distanza dal Sole, il Pianeta Nove, sempre che esista, ha eluso il potenziale avvistamento da parte dei telescopi, perché rifletterebbe poca luce solare (la sua magnitudine apparente sarebbe almeno 600 volte più debole di quella di Plutone), né è possibile rilevarlo mediante il metodo del transito, una tecnica normalmente utilizzata per cercare pianeti in orbita a stelle al di fuori del Sistema solare (esopianeti) ma inutile per trovare pianeti (e altri oggetti) nella regione esterna al Sistema solare, in quanto dal nostro punto di vista, solo Venere e Mercurio transitano davanti al Sole.

Ad esempio, Marte, Giove e Saturno, che si trovano oltre la Terra, sono stati trovati osservando la loro luminosità, e anche Urano fu scoperto in modo simile nel 1781 dall’astronomo William Herschel, che notò un oggetto luminoso che si era spostato rispetto ad altre stelle. Nettuno, invece, fu scoperto dall’astronomo Urbain Le Verrier nel 1846, dopo aver notato che c’era una differenza tra l’orbita osservata di Urano e il modo in cui la fisica newtoniana prevedeva quale hosse la sua orbita. Le Verrier propose che la differenza potesse essere spiegata da un altro pianeta oltre Urano e fece previsioni sull’orbita di questo corpo precedentemente sconosciuto. Cercando in quella posizione, l'astronomo tedesco Johann Gottfried Galle trovò il pianeta Nettuno.

Dove si nasconde il Pianeta Nove

Un team di astronomi del California Institute of Tecnology (Caltech) che, in precedenza h fornito le prove che il Pianeta Nove influenza le orbite degli ETNO, ha ristretto la porzione di cielo in cui potrebbe trovarsi l’oggetto, fornendo anche nuove stime sulle sue dimensioni, che sono presumibilmente comprese dalle due alle quattro volte il raggio della Terra.

L’indagine, resa possibile grazie ai dati del Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope e Rapid Response System), un sistema di osservazione astronomica situato presso l’Osservatorio di Haleakala, alle Hawaii, ha permesso di eliminare il 78% dei potenziali luoghi che erano stati identificati da ricerche precedenti, restringendo in modo significativo l’area di ricerca.

Regioni di particolare, rimaste nel restante 22%, interesse includono aree vicine al piano galattico, alcune delle quali saranno coperte dalla prossima indagine astronomica dell’Osservatorio Vera Rubin, in Cile, attualmente in costruzione. “Anche se mi piacerebbe dire che il risultato più significativo è stato trovare il Pianeta Nove, non l’abbiamo ancora trovato” ha affermato a Universe Today il dottor Mike Brown, professore di astronomia presso il Caltech e autore principale dello studio che , insieme al collega e astronomo planetario Konstantin Batygin ritiene che la nuova indagine, nota come LSST, acronimo Legacy Survey of Space and Time, sarà quella “attraverso cui sarà più probabile per trovare il Pianeta Nove. Quando l’osservatorio sarà operativo, tra un anno o due, coprirà rapidamente gran parte dello spazio di ricerca e, se il Pianeta Nove sarà lì, lo troveremo”.

L’indagine LSST è un programma decennale per lo studio del cielo australe, che includerà l’identificazione degli asteroidi vicini alla Terra (NEA) e dei piccoli corpi planetari all’interno del Sistema solare, nonché osservazioni dello spazio profondo volte a studiare le proprietà della materia oscura, dell’energia oscura e l’evoluzione della Via Lattea. Riguardo il Pianeta Nove, se verrà trovato, sarebbe “il quinto pianeta più grande del nostro Sistema solare e l’unico con una massa compresa tra la Terra e Urano – ha aggiunto il dottor Brown – . Tali pianeti sono comuni attorno ad altre stelle e, se il Pianeta Nove verrà trovato, avremmo la possibilità di studiarne uno nel Sistema solare”.

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