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Come usi i social influenza il tuo sonno, l’esperto: “Non dipende solo dalla luce dello schermo”

Secondo diverse ricerche a influenzare il nostro sonno non sarebbe soltanto l’esposizione alla luce dei vari dispositivi, ma anche il coinvolgimento emotivo che alcuni contenuti generano in noi. Questo stato di eccitazione mentale può infatti aumentare il rischio di disturbi del sonno.
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Sono sempre di più le prove che dormire a sufficienza e bene sia una delle regole più importanti per proteggere la nostra salute da una lunga serie di rischi. Nonostante ciò, molte persone non riescono ad ottenere un sonno qualitativamente soddisfacente, anche a causa di alcune cattive abitudini. Oltre a mangiare in modo pesante o bere alcolici, ormai è certo che tra queste rientra anche stare davanti al proprio smartphone poco prima di addormentarsi. Ad esempio, un recente studio condotto su 45.000 studenti tra i 18 e i 25 anni aveva suggerito che chi usava lo smartphone per un'ora prima di addormentarsi aveva il 59% di probabilità in più di problemi di insonnia.

Tutto vero, ma la faccenda potrebbe essere più complessa di così: Brian N. Chin, psicologo sociale del Trinity College e studioso degli effetti del sonno ha spiegato che un numero crescente di ricerche sta mettendo in luce un aspetto finora trascurato: a influenzare il nostro sonno non sarebbe soltanto l'esposizione alla luce dei vari dispositivi, ma anche il coinvolgimento emotivo che ci causa il loro utilizzo. Nello specifico, il riferimento è all'utilizzo dei social e agli effetti che hanno sulla nostra mente.

Il coinvolgimento emotivo influenza il sonno

Uno studio a cui ha Chin ha preso parte ha esaminato in 830 giovani adulti come un diverso grado di coinvolgimento nell'uso dei social potesse influenzare la qualità del sonno. Da questa ricerca è emerso che un coinvolgimento emotivo maggiore, ad esempio dovuto al confronto tra la propria vita e quella degli altri, influenza più negativamente il sonno rispetto al tempo trascorso davanti allo schermo, la cui luce blu può ritardare la produzione di melatonina.

Ci sono diverse modalità attraverso cui i social possono coinvolgerci emotivamente e porci quindi in uno stato che non concilia il sonno, ma anzi lo ostacola. Quella che vediamo sui social, lo sappiamo, non è la vita reale, ma una versione edulcorata e patinata che vista da fuori può sembrare perfetta. Anche se ne siamo consapevoli, tuttavia, il confronto tra la nostra vita e quella che gli altri mostrano sui social può metterci in uno stato di frustrazione e innescare in noi inadeguatezza e ansia che possono disturbare il sonno.

Gli effetti sulla mente

Molte persone usano i social anche per paura di rimanere tagliati fuori dal mondo che li circonda. Questo bisogno è collegato al fenomeno della FOMO ("Fear of Missing Out"), ovvero quella forma di ansia sociale che ci spinge a fare quante più cose possibili per paura di perdere qualcosa. Ed è questa paura che può innescare un altro comportamento che come in un circolo vizioso può contribuire a disturbare il sonno, ovvero l'uso dei social dopo che abbiamo spento le luci per continuare a controllare le notifiche. Quest'abitudine è infatti "legata – spiega l'esperto – a una durata del sonno più breve e a una qualità del sonno inferiore, oltre a farci addormentare tendenzialmente più tardi".

Infine, i contenuti emotivamente intensi o quelli che contengono notizie angoscianti creano uno stato di "eccitazione pre-sonno", che mette il cervello in uno stato di allerta, o comunque di vigilanza, che può incidere sul sonno.

Come migliorare la qualità del sonno

Per ridurre questo rischio, l'esperto consiglia di adottare una serie di precauzioni, come non guardare contenuti emotivamente densi per 30-60 minuti prima di andare a letto, creare un confine tra il momento in cui dormiamo e l'uso del telefono, ad esempio mettendo la modalità "non disturbare" o addirittura lasciando lo smartphone in un'altra stanza. Infine, è importante non cadere nella trappola dello scrolling infinito: quando ci capita di rimanere lì a scrollare in modo passivo contenuti su contenuti – suggerisce l'esperto – è bene fermarsi e chiederci se è veramente quello di cui abbiamo voglia in quel momento.

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